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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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consiglio Å per le cose del Cielo, Å per la conoscenza attuale della volontÖ di<br />

Dio, in modo che tutto cià che facciamo in parole e in opere, diventi solo ed<br />

esclusivamente realizzazione in noi del volere del Signore, anche in ordine alle<br />

piccolissime cose dell’esistenza terrena, che devono essere necessariamente<br />

finalizzate al compimento del mistero di Cristo in noi. Questa Å ora la volontÖ di<br />

Dio: compiere Cristo in noi, realizzarlo in pienezza di veritÖ, di caritÖ, di<br />

speranza, con ogni santitÖ. La coscienza deve confessare la sua nullitÖ nel<br />

dirigere un uomo nella conoscenza attuale della volontÖ di Dio; la volontÖ deve<br />

sempre cercare la luce che la orienta e la forza che la spinge. L’una e l’altra<br />

sono nello Spirito Santo e si impetrano attraverso una preghiera costante,<br />

fiduciosa, ricca di amore e di desiderio di obbedire solo al Signore.<br />

Vocazione ordinaria: consacrazione al regno. Vocazione straordinaria:<br />

matrimonio. In Paolo c’Å un ribaltamento della vocazione dell’uomo. All’inizio<br />

della creazione la vocazione dell’uomo e della donna era al matrimonio. La<br />

stessa creazione dell’uomo, cosâ come Å stata voluta da Dio, Å una creazione<br />

sponsale, aperta alla prole. La vocazione al matrimonio era la vocazione<br />

ordinaria; era la vocazione dell’uomo. Altre vocazioni essenziali non ce ne sono.<br />

Questa era la sola e l’unica. Con la redenzione operata da Cristo Gesá c’Å<br />

come un ribaltamento della vocazione originaria dell’uomo. Questa non Å piá al<br />

matrimonio, Å bensâ al regno di Dio. Beninteso: non ad entrare nel regno di Dio,<br />

ma a divenire libero per la diffusione del regno di Dio sulla terra. PoichÇ la<br />

vocazione al regno Å essenziale per la vita di ogni uomo, piá che la vita dello<br />

stesso corpo, o la procreazione della stessa vita, prima viene per l’uomo e per<br />

la donna la vocazione a mettersi a disposizione del regno, in secondo ordine,<br />

per motivi particolari, contingenti, si puà cambiare vocazione, si puà vivere la<br />

vocazione al matrimonio. Paolo vorrebbe, a motivo della salvezza, che tutti<br />

fossero disponibili per la diffusione del regno di Dio e del suo Vangelo nel<br />

mondo intero. Lui vorrebbe che tutti fossero come lui: liberi, disponibili, pronti<br />

sempre a mettersi in cammino perchÇ la luce del Vangelo raggiunga ogni uomo.<br />

Il suo amore per Cristo e per il regno Å cosâ grande da desiderare che tutti si<br />

disponessero ad una tale vocazione.<br />

Vocazione naturale. Vocazione soprannaturale. Possiamo dire allora che,<br />

per creazione, la vocazione Å al matrimonio e l’uomo resta sempre un essere<br />

creato da Dio. Per redenzione invece la vocazione Å alla verginitÖ per il regno.<br />

Questa vocazione perà Å una speciale grazia del Signore, il quale deve<br />

concedere ad un uomo, ad una donna, il perfetto dominio di sÇ. Se questa<br />

grazia non viene concessa, allora Å giusto che si segua la vocazione naturale e<br />

che ogni uomo si sposi con la sua donna e ogni donna si sposi con il suo uomo.<br />

Il celibato per il regno dei cieli Å grazia di Dio, dono del Signore. Solo con la sua<br />

grazia Å possibile governare perfettamente il proprio corpo e tenerlo lontano da<br />

ogni concupiscenza. Questa grazia tuttavia non si concede una volta per<br />

sempre. ä questa una grazia che ogni giorno bisogna chiedere al Signore. Ogni<br />

giorno colui che vuole essere celibe per il regno deve prostrarsi in preghiera e<br />

chiedere al Signore che voglia rinnovargli il suo dono, rafforzandolo. Se la<br />

preghiera viene meno, se si tralascia di domandare a Dio questa grazia, si puà<br />

anche cadere e di fatto si cade, non perchÇ il Signore non concede la grazia,<br />

ma perchÇ non ci si Å prostrati in preghiera per chiederla ancora. La preghiera Å<br />

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