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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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130<br />

CAPITOLO QUARTO<br />

I CRISTIANI NON GIUDICHINO!<br />

[1]Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri<br />

di Dio.<br />

Paolo vuole che nessuna incertezza, nessun dubbio, nessun equivoco o<br />

ambiguitÖ rimanga nella mente dei Corinzi. Tutto invece deve essere chiaro,<br />

tutto conforme ai principi della veritÖ della fede, tutto illuminato dalla chiarezza<br />

della rivelazione.<br />

Un dubbio, una incertezza in una materia cosâ importante quale questa della<br />

relazione degli evangelizzati con gli evangelizzatori, potrebbe costare loro la<br />

vita eterna. Questo rischio nessuno lo deve correre, nessuno deve permettere<br />

che si corra.<br />

Chi Å Paolo, chi sono gli evangelizzatori, chi sono gli araldi del Vangelo? Sono<br />

ministri di Cristo, sono amministratori dei misteri di Dio. Sono ministri di Cristo,<br />

cioÅ suoi inviati, coloro che agiscono per suo conto e in suo nome, con la sua<br />

autoritÖ, ma perchÇ solo la volontÖ di Cristo si compia, solo il suo volere venga<br />

attuato.<br />

La prima regola che viene qui posta Å la seguente: il primo responsabile<br />

dell’armonia della pastorale Å proprio lo strumento attraverso cui Cristo si serve<br />

per chiamare ogni uomo alla fede. Costui mai deve prendere il posto di Cristo,<br />

mai deve scalzare il suo Maestro e Signore, usurpandone l’autoritÖ o il nome, e<br />

agire o lavorare in modo autonomo. Egli Å servo di Cristo, suo strumento, ma<br />

per portare nel mondo Cristo, la sua volontÖ, per dare la sua parola, per dare il<br />

suo corpo e il suo sangue, se Å suo apostolo o anziano nella comunitÖ.<br />

Non c’Å autonomia, mai ci potrÖ essere; non c’Å usurpazione, mai potrÖ<br />

avvenire; qualora questo dovesse succedere, Cristo si ritira dal suo ministro e la<br />

sua azione immediatamente diviene vana, vuota, inutile, infruttuosa. Senza<br />

Cristo l’azione del ministro di Cristo riempie l’inferno, ma non edifica il regno di<br />

Dio nÇ sulla terra, nÇ nel cielo.<br />

Questo deve essere detto con fermezza, precisato con esattezza di termini, con<br />

manifestazione precisa di volontÖ. La prima colpa, se divisioni avvengono nella<br />

comunitÖ, Å sempre del ministro del Signore che non Å stato forte, vero, sincero<br />

con Cristo e con gli altri e ha svolto un ruolo equivoco, ambiguo, un ruolo in cui<br />

si Å lasciato trasportare lontano dalla veritÖ di Cristo e di Dio.<br />

L’amministratore Å obbligato in coscienza ad amministrare solo i beni di Dio e<br />

questi beni sono spirituali, sono i beni della veritÖ e della grazia. Mai un<br />

amministratore deve pensare di poter amministrare insieme e i beni di Dio e i<br />

suoi beni personali. L’amministratore, in quanto anche lui di Cristo, dovrebbe<br />

giÖ per scelta radicale di vita, consegnarsi tutto al suo Maestro e Signore.

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