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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Egli non puà vivere piá secondo la propria fede, perchÇ non puà fare del suo<br />

corpo un sacrificio, una oblazione, un olocausto santo, uno strumento di<br />

propiziazione per la redenzione del mondo.<br />

Il peccato dell’impudicizia o della prostituzione fa sâ che il cristiano non si possa<br />

offrire in sacrificio, non possa compiere la sua vocazione.<br />

Un cristiano che non puà compiere la sua vocazione, che cristiano Å? A che<br />

serve essere cristiano se non puà portare a compimento cià per cui il Signore lo<br />

ha chiamato? Questa Å la realtÖ in cui si cade nel momento in cui si cade nel<br />

peccato dell’impudicizia.<br />

Di tutto questo mistero oggi non restano piá tracce nella mente di molti cristiani.<br />

La deduzione logica Å una sola: non si Å piá cristiani. Il cristianesimo che si vive<br />

Å pura formalitÖ, Å pura tradizione di uomini in cose esteriori e di poco conto, in<br />

cose che neanche salvano perchÇ non sono opere di salvezza per chi le<br />

compie. Su questo dovremmo riflettere, pensare.<br />

Soprattutto bisognerebbe smetterla di presentare un cristianesimo scialbo, privo<br />

di contenuti essenziali, un cristianesimo fatto di banalitÖ e di cose senza<br />

importanza, che non cambiano la vita di chi le ascolta o le mette in pratica.<br />

Molta responsabilitÖ ricade sui formatori, i quali parlano come se il mistero di<br />

Cristo non fosse mai avvenuto e dicono cose in palese ed evidente contrasto<br />

con il mistero della nostra salvezza.<br />

C’Å una teologia che Å senza la contemplazione di Cristo, essendo Cristo<br />

ridotto ad un elargitore di cose mondane e terrene, ad un risolutore di problemi<br />

del nostro misero e banale quotidiano.<br />

Contro questa banalizzazione di Cristo dovremmo insorgere, ribellarci. Chi<br />

vuole salvare l’uomo sappia che lo puà salvare allo stesso modo in cui Paolo ha<br />

salvato la comunitÖ di Corinto: annunziando chiaro e forte il mistero di Cristo<br />

Gesá che Å divenuto mistero tutto intero del cristiano.<br />

[19]O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in<br />

voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?<br />

Paolo dona qui un’altra ragione, o motivazione, per cui il cristiano si deve<br />

astenere dall’impudicizia. Con il battesimo egli Å stato fatto tempio dello Spirito<br />

Santo. Il tempio di Dio deve essere non santo, ma santissimo come Å Dio,<br />

perchÇ deve contenere tutta la santitÖ divina.<br />

Lo Spirito che Å Santissimo, perchÇ Dio, nell’unitÖ del Figlio e del Padre, non<br />

solo richiede un corpo santo, Å Lui stesso la fonte e il principio della santitÖ.<br />

Dimorando, o abitando Lui nel nostro corpo, la sua azione di grazia deve ogni<br />

giorno condurlo verso una santitÖ sempre piá perfetta, senza alcuna macchia, o<br />

imperfezione nella fede, nella speranza, nella caritÖ.<br />

C’Å una doppia realtÖ nel corpo del cristiano. La prima Å lo Spirito che la crea il<br />

giorno del Santo Battesimo, quando fa santo il nostro corpo e lo costituisce suo<br />

tempio, sua dimora, attraverso la quale Egli abita tra i figli degli uomini.<br />

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