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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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In questo versetto viene sottolineato un pericolo che Å sempre latente in ogni<br />

comunitÖ.<br />

Ogni comunitÖ, per essere tale, deve sempre conservare il contatto di fede e di<br />

veritÖ con la comunitÖ o con colui che le ha dato la vita. Questo principio Å<br />

sacrosanto. Nessuno lo potrÖ mai ignorare, altrimenti Å lo smarrimento della<br />

comunitÖ e frutti spirituali in essa certamente mai potranno maturare.<br />

Quando una comunitÖ vive senza piá legami con la sua fonte, Å avvenuto in<br />

essa uno smarrimento che Å solo apportatore di morte spirituale e non<br />

certamente di vita.<br />

I Corinzi sono convinti che ormai sono sufficienti a se stessi. Paolo non serve<br />

piá loro, se ne Å andato e da loro non passerÖ piá. Cosa resta da fare?<br />

Prendere loro in mano la conduzione della comunitÖ. Conoscono le leggi della<br />

fede e della caritÖ; possono benissimo sostituire Paolo in tutto.<br />

Addirittura c’Å qualcuno che pensa anche di prendere il posto di Paolo, farsi lui<br />

il Paolo della comunitÖ, cosâ sarÖ piá facile condurla e guidarla nella legge di<br />

Cristo e del Vangelo.<br />

Cosa non funziona in questo ragionamento? Niente funziona, ma proprio<br />

niente. Nessuno, che ha un pizzico di buon senso e una fede anche appena<br />

abbozzata in lui, potrÖ mai pensare di poter fare a meno dell’Apostolo del<br />

Signore. ä lui che Cristo ha costituito non solo perchÇ generi alla fede, ma<br />

anche perchÇ vigili sulla fede, la fede osservi, nella fede riconduca tutti coloro<br />

che in qualche modo si sono smarriti o si smarriscono.<br />

Il posto dell’Apostolo non si prende solo fisicamente e neanche lo si puà<br />

prendere spiritualmente, anche con rette intenzioni e a fin di bene. Il posto<br />

dell’Apostolo si prende per successione apostolica, per consacrazione, per<br />

sacramento, per volontÖ di Dio, per scelta divina.<br />

La Chiesa Å un mistero di salvezza, Å una comunione di veritÖ, ma Å anche un<br />

santo ordinamento che tutti noi dobbiamo imparare a rispettare se si vuole che<br />

essa cresca secondo Dio e maturi frutti di vita eterna per ogni uomo di buona<br />

volontÖ. Se non vediamo piá la Chiesa come un santo ordinamento, un<br />

sacramentale ordinamento, ne facciamo una realtÖ umana alla pari di ogni altra.<br />

Nelle realtÖ umane uno puà anche usurpare il posto degli altri, puà anche<br />

deporre un altro. Nella realtÖ divina della Chiesa questo non puà avvenire,<br />

perchÇ nella Chiesa si Å per sacramento, si Å per ordinazione, si Å per scelta da<br />

parte di Dio, anche se il Signore si serve delle cause seconde, per mettere<br />

l’uomo giusto al posto giusto.<br />

Nell’orgoglio non si percepisce il mistero della Chiesa e il suo Santo<br />

ordinamento, e ci si comporta da stolti ed insipienti. Senza lo Spirito di Dio che<br />

discende su una persona e la costituisce apostolo del Signore, si manca nella<br />

conoscenza viva e attuale della veritÖ rivelata e quanto si insegna viene solo<br />

dal cuore dell’uomo, ma non certo dal cuore di Cristo.<br />

L’orgoglio fa sâ che nella Chiesa non maturino frutti di veritÖ, bensâ di falsitÖ e di<br />

ogni altro errore.<br />

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