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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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giusta, santa, perfetta; potrebbe essere semplicemente una legge di<br />

convenienza e di opportunitÖ tra gli uomini.<br />

Quanto Paolo sta dicendo viene invece dalla legge di Dio; Å volontÖ divina che<br />

sia cosâ, non statuto di uomini a favore di altri uomini contro altri uomini.<br />

Se Å la legge che lo dice, essa ha un valore universale, vale per tutti<br />

indistintamente, per ogni luogo, ogni persona, ogni circostanza.<br />

Alla legge divina non si fanno eccezioni. Paolo ha dalla sua parte l’intera legge<br />

che dichiarerebbe giusta e santa una sua decisione di servirsi del Vangelo per<br />

vivere, dal momento che lui predica il Vangelo della salvezza.<br />

Invece lui cosa fa? Rinunzia agli stessi diritti che gli vengono dalla legge e<br />

questo per motivi di caritÖ. Lui Å oltre la scienza, perchÇ Å oltre la stessa legge.<br />

Sa rinunciare alla legge solo colui che Å animato da una grandissima caritÖ, da<br />

una caritÖ che sa offrire tutta la sua vita perchÇ una sola anima esca dal baratro<br />

della morte ed entri nella luce radiosa di Cristo Signore.<br />

[9]Sta scritto infatti nella legge di Mosè: Non metterai la museruola al bue<br />

che trebbia. Forse Dio si dà pensiero dei buoi?<br />

Era questa una norma del Deuteronomio. Dio Å Signore anche degli animali,<br />

sono sue creature, li ha fatti lui.<br />

Il Signore anche verso di loro si manifestava pietoso, ricco di attenzioni. Questa<br />

norma permetteva al bue che trebbiava il grano di poter mangiare la paglia e lo<br />

stesso grano mentre era al lavoro.<br />

Se Dio ha cura degli animali e tante sono nell’Antico Testamento le<br />

raccomandazioni di Dio in loro favore, forse non lo Å piá per gli uomini, fatti a<br />

sua immagine e somiglianza?<br />

Se si dÖ pensiero per gli uomini in generale, molto di piá egli ha cura di quanti<br />

vanno per il mondo a predicare il Vangelo della salvezza.<br />

[10]Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché<br />

colui che ara deve arare nella speranza di avere la sua parte, come il<br />

trebbiatore trebbiare nella stessa speranza.<br />

Questa norma a favore di un bue rafforza dunque la pietÖ di Dio a favore degli<br />

uomini, manifesta con maggiore intensitÖ la sua misericordia verso di noi.<br />

Chi lavora non puà essere escluso dai frutti che il suo lavoro produce. Questa Å<br />

regola di giustizia, oltre che di pietÖ e di misericordia.<br />

C’Å una speranza nel lavoro che bisogna coltivare ed Å quella di avere un utile<br />

per il proprio sostentamento. Questa speranza deve essere a fondamento di<br />

ogni lavoro che viene svolto.<br />

C’Å in quest’argomentazione di Paolo qualcosa che va ben oltre lo stesso<br />

dettato scritturistico, cosâ come esso suona.<br />

C’Å una parte che spetta a colui che opera, animale o uomo, sulla quale<br />

bisogna fondare la giustizia retributiva. La sperequazione tra il lavoro svolto e la<br />

parte che si riceve in cambio bisogna dichiararla una ingiustizia. Chi dovesse<br />

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