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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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essere uomo tutto evangelico, deve essere il testimone della possibilitÖ di<br />

vivere il Vangelo, perchÇ lui lo vive tutto, giorno per giorno, anzi ogni giorno in<br />

lui vi Å la crescita in vita evangelica. Del resto sarebbe veramente strano<br />

pensare di poter dare la veritÖ del Vangelo agli altri, se lo stesso Vangelo non<br />

diventa la nostra veritÖ. Se in noi il Vangelo diviene falsitÖ, diverrÖ falsitÖ anche<br />

il suo dono agli altri. Chi vuole dare la veritÖ del Vangelo agli altri, deve far sâ<br />

che esso diventi veritÖ per lui, diventi ogni giorno veritÖ piá grande, che<br />

coinvolge tutta la sua vita e i singoli momenti di essa. Solo il missionario che si<br />

trasforma in uomo evangelico, che si libera da tutte le falsitÖ che albergano nel<br />

suo cuore, sarÖ capace di dare la veritÖ del Vangelo agli altri. Solo colui che<br />

cammina verso il premio eterno, che ogni giorno lotta con tutta la sua vita,<br />

esponendola anche alla morte per Cristo Gesá, potrÖ dare con veritÖ il Vangelo<br />

ai fratelli ed esso diventerÖ per loro via di vita eterna, di speranza e di nuova<br />

caritÖ.<br />

Le regole della corsa. Temperanza. Tra tutte le regole che consentono di<br />

iniziare e finire la corsa verso la vita eterna, una non dovrÖ mai essere<br />

trascurata, tralasciata. Questa regola Å la virtá della temperanza. Con essa si<br />

tiene a freno il nostro corpo e lo si rende strumento perfetto dell’anima. La<br />

temperanza libera l’uomo da ogni vizio, da ogni eccesso, da ogni peccato, lo<br />

immette in un cammino di austeritÖ, di serietÖ, di equilibrio, di perfetto dominio.<br />

Chi vuole progredire con costanza e perseveranza verso il regno dei cieli, dovrÖ<br />

fare di questa virtá il suo abito piá bello, l’abito che indossa sempre nella lotta.<br />

Per esso l’uomo diviene invincibile, irresistibile al male, mai potrÖ subire una<br />

sconfitta. Il corpo, attraverso la virtá della temperanza, diviene obbedientissimo<br />

all’anima e questa lo potrÖ governare a suo piacimento, sempre nella corsa per<br />

la conquista del regno eterno di Dio. La temperanza libera il corpo dalla terra e<br />

lo orienta costantemente verso il cielo, dove troverÖ il suo vero godimento, la<br />

sua piá perfetta gioia e armonia.<br />

Girovaghi, o atleti? Il missionario del Vangelo non Å un girovago, uno che va<br />

da una parte all’altra per dire solo parole, per poi lasciare uomini e comunitÖ e<br />

dirigersi altrove, per ridire le stesse cose, le stesse indicazioni, per indicare le<br />

esperienze che altri hanno fatto e che lui ha assunte perchÇ gli sembrano<br />

buone, anzi ottime. Chi dovesse fare cosâ, sappia che perde il suo tempo. Il<br />

missionario del Vangelo non Å un dicitore di parole, un raccontatore di<br />

esperienze, un inventore di nuove formule. Egli Å prima di ogni altra cosa un<br />

atleta, un corridore, uno che combatte duramente per portare la sua anima alla<br />

conquista del cielo, del premio eterno di Dio. Nella misura in cui Å atleta egli<br />

potrÖ anche essere missionario di Cristo Gesá, ma se non Å lui per primo un<br />

atleta serio, impegnato, che mette a dura prova il suo corpo, non potrÖ in<br />

nessun modo essere di giovamento agli altri. Se lui non cammina verso il cielo,<br />

come potrÖ far sâ che altri vi camminino? Al cielo si chiama dal cielo, non dalla<br />

terra e solo chi Å sulla via verso il cielo, potrÖ chiamare altri a seguirlo. Cosâ<br />

come solo colui che Å sulla croce puà chiamare altri a salirvi perchÇ Å lassá che<br />

si riceve il premio della vita eterna.<br />

Mediocrità cristiana e perdita del fine. Oggi il cristianesimo vive un momento<br />

di grave crisi spirituale. La crisi Å questa: si Å perso di vista il cielo, si Å perso il<br />

fine stesso per cui viene predicato e annunziato il Vangelo. C’Å un cristianesimo<br />

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