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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Lo scandalo Å un’azione cattiva fatta dinanzi ad altri, in modo particolare dinanzi<br />

a quanti sono piccoli nella fede, nella speranza e nella caritÖ e quindi facilmente<br />

influenzabili dalla nostra azione, tanto da portarli a fare altrettanto. Lo scandalo<br />

Å in tal senso una esemplaritÖ al negativo. Uno vede e secondo quanto ha<br />

veduto agisce, opera. Se vede il male fa il male. ä questo lo scandalo. Se vede<br />

il bene, fa il bene e questo Å il buon esempio, che Å via necessaria per la<br />

testimonianza da rendere a Cristo Gesá.<br />

Il cristiano deve pensare che ogni sua azione Å pubblica, Å fatta dinanzi al<br />

mondo intero. Niente di cià che lui fa puà rimanere nel segreto, puà essere<br />

nascosto. Tutto cià che lui fa Å invece evidente, esposto al mondo intero, Å<br />

come se lo facesse sul tetto di una casa, dove ogni uomo puà vederlo,<br />

esaminarlo, osservarlo, giudicarlo.<br />

FinchÇ il cristiano non si considererÖ uomo pubblico dinanzi al mondo intero,<br />

egli sarÖ sempre tentato a non valutare le sue azioni; sarÖ portato a compierle<br />

con leggerezza.<br />

Il pensiero di Paolo in questo versetto Å chiaro, evidente. Il cristiano di Corinto<br />

vive in mezzo ai suoi connazionali che erano Greci per origine, lingua e cultura,<br />

ma vi erano anche molti Giudei, molti discendenti di Abramo. Questi erano a<br />

quei tempi sparsi dappertutto nell’Impero di Roma.<br />

Ebbene Paolo vuole che non si dia scandalo nÇ ai Greci e nÇ ai Giudei. Il<br />

cristiano deve essere perfetto dinanzi ad ogni uomo. Chiunque lo vede, deve<br />

rimanere edificato dalla sua condotta santa, pia, devota, giusta. Questo per<br />

quanto riguarda gli estranei.<br />

Ci sono poi gli amici con i quali si condivide la stessa fede e lo stesso Vangelo.<br />

Sono questi i convertiti a Cristo Gesá, Å la comunitÖ cristiana, o la Chiesa di<br />

Cristo e di Dio.<br />

Possiamo dare scandalo ai nostri fratelli nella fede? No di certo. Anche con loro<br />

dobbiamo agire con la piá grande attenzione, la somma prudenza, la totale<br />

libertÖ e povertÖ del nostro spirito.<br />

Anche per loro potremmo essere motivo di scandalo, in ragione della differente<br />

misura della fede che potrebbe caratterizzarci.<br />

Non c’Å allora veramente nessuno di cui possiamo fidarci e agire mettendo da<br />

parte le regole della prudenza, della caritÖ e della povertÖ in spirito? No, non c’Å<br />

veramente nessuno.<br />

Solo Cristo poteva dire: beati coloro che non si scandalizzeranno di me. Lui lo<br />

poteva dire perchÇ era mosso dalla saggezza e sapienza soprannaturali dello<br />

Spirito del Signore. Lui sapeva cià che c’era in ogni uomo e se agiva in un<br />

modo anzichÇ in un altro, aveva giÖ pesato la rispondenza morale dei cuori, la<br />

loro apertura alla fede, o la loro ottusitÖ e chiusura alla rivelazione della veritÖ<br />

che lui era venuto a portare sulla terra.<br />

Noi non siamo Cristo Gesá, non abbiamo la sua perfezione morale, la sua<br />

giustizia, l’esatta conoscenza di uomini e di cuori. Noi non vediamo cià che ci<br />

sta di fronte e per questo dobbiamo agire anche all’interno della comunitÖ, o<br />

della Chiesa di Dio con la piá grande prudenza e la piá alta discrezione,<br />

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