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PRIMA LETTERA AI CORINZI - Parrocchia GOTTOLENGO

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Deve raggiungere al piá presto Paolo e gli altri fratelli che sono in missione,<br />

diretti verso Efeso.<br />

Anche in questo secondo desiderio di Paolo troviamo il retto agire che deve<br />

governare una comunitÖ. Nessun uomo Å proprietario di una comunitÖ. Ogni<br />

missionario del Vangelo, ogni apostolo di Gesá Cristo, deve essere considerato<br />

un uomo solo a servizio di Cristo, solo un servo del Vangelo e non degli uomini.<br />

C’Å sopra di lui una volontÖ sovrana che Å quella di Dio. Lui deve recarsi dove<br />

Dio lo manda, dove Å necessaria la sua presenza; dove il Vangelo lo richiede e<br />

non dove gli uomini vogliono che egli resti o vi dimori, si rechi o vada.<br />

Chi deve governare la vita del missionario Å il Signore. Se il Signore vuole che<br />

Timoteo resti a Corinto, Timoteo deve restare a Corinto. PoichÇ, invece,<br />

attraverso la voce di Paolo, il Signore vuole che Timoteo raggiunga Paolo,<br />

Timoteo deve raggiungere Paolo.<br />

Lasciarlo libero, non insistere perchÇ resti, non obbligarlo a dimorare ancora per<br />

un poco di tempo, questo significa accomiatarlo in pace. Significa rispettare in<br />

lui la volontÖ di Dio. D’altronde solo nella volontÖ di Dio Å la nostra pace, la<br />

nostra gioia, ma anche il nostro frutto.<br />

[12]Quanto poi al fratello Apollo, l'ho pregato vivamente di venire da voi<br />

con i fratelli, ma non ha voluto assolutamente saperne di partire ora; verrà<br />

tuttavia quando gli si presenterà l'occasione.<br />

In questo versetto viene stabilito un altro rapporto che deve sempre regnare tra<br />

gli uomini. Quando uno vuole qualcosa dall’altro, deve rivolgersi a lui con tono<br />

umile, sottomesso, di preghiera.<br />

L’altro si prega perchÇ ci faccia, o non faccia una determinata cosa. La<br />

preghiera Å segno di rispetto della sua volontÖ, nella quale deve risplendere la<br />

volontÖ di Dio.<br />

Noi non sappiamo qual Å la volontÖ di Dio che governa una persona; non<br />

sappiamo cosa il Signore gli abbia comandato di fare e cosa non gli abbia<br />

comandato.<br />

Noi perà avvertiamo l’esigenza della sua presenza, o della sua opera, in un<br />

luogo, anzichÇ in un altro. Colui al quale manifestiamo la nostra particolare<br />

urgenza deve essere libero per rapporto a noi, perchÇ lui deve obbedire solo a<br />

Dio.<br />

La preghiera ci consente di mantenere per rapporto all’altro un costante<br />

atteggiamento di umiltÖ e quindi di rispetto della sua decisione.<br />

Paolo prega Apollo. Lo vorrebbe a Corinto. Sente che in quella cittÖ la sua<br />

presenza sarebbe piá che utile.<br />

Apollo perà non ne vuole sentire parlare. Deve fare altro. Quando avrÖ finito di<br />

svolgere l’opera che sta compiendo e l’occasione sarÖ propizia, si recherÖ a<br />

Corinto.<br />

Noi non sappiamo il motivo per cui uno fa o non fa una cosa. Non dobbiamo<br />

saperlo. Paolo non ce lo rivela. Sappiamo perà che la sua volontÖ Å<br />

determinata per altre cose.<br />

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