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Revista Haemus nr. 30-32 - Libraria pentru toti

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la mia cittadina fisicamente, vi rimango presente spiritualmente o con il<br />

pensiero.<br />

<strong>Revista</strong> <strong>Haemus</strong>: Sicuramente la santificazione sottintende la comunione,<br />

oppure, almeno alcuni elementi comuni per tutte le tradizioni religiose. Ma<br />

quali sono le differenze tra loro, che hanno impressionato Vostra<br />

Eccellenza? Cosa potrebbe cambiare, secondo Vostra Eccellenza, nelle<br />

tradizioni cristiana, giudaica, islamica, indiana, tra di loro?<br />

Monsignor Jean-Claude Périsset: Come si vede dal mio “curriculum<br />

vitae” ho servito la Chiesa in condizioni assai diverse: Sud Africa, Perù,<br />

Francia, Pakistan, Giappone, e ho avuto così un contatto più diretto con<br />

l’animismo, l’islam, il buddismo e il shintoismo, allorché in Paesi<br />

maggiormente cristiani ero pure in contatto con le varie confessioni come il<br />

protestantesimo e l’ortodossia. Aggiungo che già nel mio paese si viveva a<br />

contatto con i protestanti, e quanto più a Ginevra durante i miei primi anni<br />

di ministero sacerdotale.<br />

I rapporti sono ben diversi se si tratta di soli cristiani – poiché la fede<br />

fondamentale in Cristo Salvatore è comune a tutti (ciò che chiamiamo<br />

“ecumenismo”) – o con rappresentanti di altre religioni (detto “dialogo<br />

inter-religioso”). Prima di parlare di differenza, credo che conviene<br />

sottolineare ciò che è comune a tutte le religioni: cioè l’atteggiamento della<br />

persona verso qualcuno o qualcosa che la ispira, che l’aiuta, che gli vuole<br />

bene. A volte appare maggiormente il timore verso questo essere – o esseri<br />

nel caso dell’animismo -, a volte maggiormente l’affetto e la fiducia. Nel<br />

cristianesimo dovrebbe dominare sempre la fiducia, poiché, come scrive<br />

l’Apostolo S. Giovanni, “Dio è Amore”, ciò che Papa Benedetto XVI ha<br />

voluto sottolineare nella sua prima Enciclica “Deus caritas est”.<br />

Per quanto riguarda le differenze, mi piace ricordare l’impressione forte che<br />

mi fece la manifestazione di fede dei cristiani in Perù, in particolare nella<br />

devozione a Cristo morente sulla Croce, come quella dei musulmani in<br />

Pakistan all’appello del muezzin. Gli uni come gli altri non avevano<br />

nessuna paura di manifestare pubblicamente la loro fede religiosa.<br />

Giacché vogliamo parlare anche di differenza – poiché il sincretismo<br />

distrugge i valori religiosi – ritengo che il dialogo inter-religioso deve<br />

considerare la base dell’atteggiamento religioso delle varie religioni: il<br />

cristiano risponde alla rivelazione di Dio, pienamente manifestatasi in<br />

Cristo, riconosciuto come “Dio in mezzo a noi”; così l’ebreo che conosce<br />

Dio attraverso la Legge e i Profeti; il musulmano che adora l’Unico<br />

onnipotente come insegnato da Muhammad. Per le altre religioni, vi sono sì<br />

dei libri che istruiscono delle questioni religiose, ma non come una<br />

rivelazione personale. Da giovane sacerdote ho avuto interesse per<br />

conoscere – almeno dal di fuori – le grandi religioni del mondo attraverso i<br />

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