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Revista Haemus nr. 30-32 - Libraria pentru toti

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proprio l’esistenza di Dio e il suo amore per il mondo. Cito qui ciò che disse<br />

un giornalista-fotografo che ha percorso tutto il mondo per una agenzia<br />

internazionale: “non so se Dio esiste; ma ho visto Dio presente in tante<br />

opere di beneficenza, ospedali, dispensari, dove lavorano religiose e<br />

religiosi in nome di Dio”. Dunque capite perché Papa Giovanni Paolo II ha<br />

voluto proclamare presto “beata”, cioè proporla come modello di fedeltà a<br />

Cristo, questa Suor Gonxhe Bojaxhiu, che tanto impatto ha avuto nel<br />

mondo, per essersi occupata con amore preferenziale di questi moribondi di<br />

Calcutta, ai quali dare un luogo e un tempo decenti per morire. Questa è<br />

vera fede cristiana, manifestata dall’amore per il prossimo. Non senza<br />

motivo, Papa Benedetto XVI ha richiamato a tutta la Chiesa questo valore<br />

umano della solidarietà, dell’amore al prossimo, che ha la sua radice in Dio,<br />

citando per ben tre volte la beata Madre Teresa di Calcutta come modello di<br />

fede cristiana nella sua prima Enciclica Deus caritas est.<br />

Mi piace ricordare anche quanto fatto qui a Bucarest dall’Ambasciata<br />

albanese al momento della sua beatificazione con una mostra sull’opera di<br />

Madre Teresa. Chi avrebbe mai immaginato una cosa simile venti anni fa?<br />

<strong>Revista</strong> <strong>Haemus</strong>: Come pare a Vostra Eccellenza, l’era digitale: benefica o<br />

fatale per la religione?<br />

Monsignor Jean-Claude Périsset: L’era digitale non ha in se stessa nessun<br />

indirizzo buono o cattivo per la religione. Come per tutti i mezzi materiali,<br />

il loro uso dipende dall’intenzione di chi li usa. Anche la penna può servire<br />

a scrivere lettere d’amore o lettere d’ingiurie. Così il computer. Di pari<br />

modo, la TV presenta programmi che elevano la mente, ed altri che sono<br />

distruttivi dei valori, e così via... Pertanto, importante è di essere educati al<br />

buon uso dei mezzi digitali, i quali, per se stessi sono molto utili e facilitano<br />

la vita. Per esempio Internet permette di aver accesso a tante informazioni<br />

di ogni genere. Ma cosa cerco quando mi metto a “zappare” sullo schermo<br />

del televisore o sui temi attraverso Internet? programmi buoni o cose<br />

sporche? Pertanto, per i genitori diventa più difficile, ma anche più<br />

necessario, educare i figli al buon uso di tali mezzi. Esiste certo una<br />

pressione dell’ambiente, soprattutto in Occidente, della “globalizzazione”<br />

materiale, per esempio che ogni bambino deve avere il suo telefonino per<br />

essere sempre in contatto con gli amici attraverso gli SMS. Ma, perché<br />

questo, allorché l’incontro tra le persone stesse sarebbe ben più ricco di<br />

contenuto. Ma, poi, sono i genitori a dover pagare la bolletta del telefonino.<br />

In tutto questo, conviene non lasciarsi dominare dai mezzi di<br />

comunicazione – ma la pubblicità appare a volte dominatrice - per non<br />

diventarne schiavi. Poi vi sono tanti programmi diffusi da parrocchie,<br />

movimenti ed altri, per diffondere i valori cristiani. Dunque, l’uso, non<br />

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