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Revista Haemus nr. 30-32 - Libraria pentru toti

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sull’Islam di un imperatore di Bisanzio del XIV° sec., Manuel II Paleologo,<br />

come tipica di una posizione che non dà ragione dei rapporti dell’uomo con<br />

Dio secondo la tradizione cristiana. Tutto l’esposto del Papa mostra che egli<br />

non condivide tale riflessione, come lo provano anche tante altre sue<br />

dichiarazioni di rispetto dell’Islam e della fede islamica, come pure i<br />

documenti della Chiesa su questo tema. Si trattava proprio dei rapporti tra<br />

fede e ragione, non tra fede e violenza.<br />

La polemica sorta subito dopo questo discorso è prova del pericolo della<br />

“globalizzazione mediatica”, poiché è stato sufficiente che un’Agenzia<br />

internazionale di stampa – con lettura distorta del testo – abbia diffuso che il<br />

Papa condannava l’Islam come propagatore della fede mediante la forza<br />

perché sia in subbuglio tutto il mondo musulmano. Questo succede un po’<br />

dappertutto, certo su temi di minore importanza; ma questo fatto ci invita a<br />

ricercare sempre informazioni esatte e complete su fatti e detti prima di<br />

prendere posizione.<br />

<strong>Revista</strong> <strong>Haemus</strong>: Vostra Eccellenza ha conosciuto numerosi uomini dotati<br />

di dono divino, celebri, ma anche anonimi. Di quali tra loro ne avreste<br />

voluto parlarci in questi momenti?<br />

Monsignor Jean-Claude Périsset: Come “donna di Dio” celebre, parlerei<br />

di Madre Teresa di Calcutta, che incontrai personalmente due volte, la<br />

prima nella nunziatura di Tokyo durante una sua visita in Giappone, nel<br />

1984. Ma ritengo un’altra donna, anonima, dalla quale ho appreso molto per<br />

la preghiera. Era una vicina di casa, già anziana e non sposata, che passava<br />

tutte le sere in chiesa dopo le sue giornate di lavoro nelle case degli altri per<br />

pulire, fare il bucato, o altro. Anch’io andavo in chiesa, ma non così a<br />

lungo. Con il tempo, ho capito che si passa ben meglio la serata in preghiera<br />

davanti al Santissimo presente nel tabernacolo (nella tradizione della Chiesa<br />

latina) che davanti al televisore. Penso anche ai miei genitori e nonni, ai<br />

quali devo la mia educazione nella fede in Cristo e nel rispetto del<br />

prossimo, nella difesa della verità, costi quel che costi per se stesso. Così<br />

pure il parroco che mi battezzò e mi condusse all’altare dopo la mia<br />

Ordinazione sacerdotale.<br />

Ho avuto anche la grazia, a motivo del mio lavoro in Vaticano durante gli<br />

anni 1991-1998, di avere più volte sessioni di lavoro con Papa Giovanni<br />

Paolo II, e posso dire che ne uscivo ogni volta rinvigorito nel mio servizio<br />

alla Chiesa. La corale o “globale” presenza del mondo intero ai suoi funerali<br />

si spiega dall’irradiamento che egli faceva della presenza di Dio Amore in<br />

mezzo all’umanità con la sua fedeltà alla sua missione.<br />

<strong>Revista</strong> <strong>Haemus</strong>: Può svelare l’andamento di una giornata normale della<br />

vita Sua?<br />

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