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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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4. A Alessandro Beccheria 51<br />

1 Alessandro Beccheria fu residente granducale a Milano dal 1593 al 1600, dove sostituì<br />

Giovanni V<strong>in</strong>cenzo Modesti morto improvvisamente nel 1593. Il Beccheria fu nuovamente<br />

residente alla corte milanese dal 1603 al 1614. Con le sue relazioni egli mantenne il granduca<br />

costantemente <strong>in</strong>formato su quanto accadeva non solo nello stato milanese ma anche<br />

nei cantoni svizzeri, <strong>in</strong> Savoia e Francia. Figlio di Pietro, capitano al servizio di Carlo V,<br />

appartenne ad una nobile famiglia orig<strong>in</strong>aria di Pavia. La sua carriera politica <strong>in</strong>iziò al servizio<br />

del granduca Cosimo I e proseguì con Ferd<strong>in</strong>ando I e Cosimo II. Il fratello Giulio fu<br />

membro dell’ord<strong>in</strong>e dei cavalieri di Gerusalemme e morì nel 1591 combattendo i turchi,<br />

mentre il fratello Lodovico fu cavaliere dell’ord<strong>in</strong>e di S. Stefano e morì nel 1579. Anche il<br />

figlio di Alessandro, Carlo Antonio, vestì l’abito di S. Stefano nel 1595 a 11 anni e fu segretario<br />

di legazione del padre a Milano dal 1606 al 1614 (cfr. istruzione n. 31 a A<strong>in</strong>olfo<br />

Bardi <strong>in</strong>viato a Milano, 25 marzo 1611, <strong>in</strong>fra, p. 260), Del Piazzo, Gli <strong>ambasciatori</strong>, p.<br />

131; Giddey, Agents, pp. 261-263; Cas<strong>in</strong>i, I cavalieri degli Stati italiani, pp. 89, 91.<br />

2 Juan Fernandez de Velasco duca di Frias, conte di Haro e di Castilnovo, connestabile di<br />

Castiglia e cameriere maggiore del re. Genero del vicerè di Napoli don Pedro Giròn duca di<br />

Osuna. Nom<strong>in</strong>ato capitano generale di Milano, fu poi governatore di Milano (1592-1600<br />

e 1610-12). Filippo III lo nom<strong>in</strong>ò presidente del consiglio d’Italia e membro del consiglio<br />

di stato e di guerra. Nel 1603 fu <strong>in</strong>viato a Londra per esprimere le congratulazioni al nuovo<br />

re Giacomo I, ma soprattutto per def<strong>in</strong>ire l’accordo di pace tra <strong>Spagna</strong> e Inghilterra poi<br />

firmato nell’agosto del 1604 e condurre le trattative per il matrimonio tra il pr<strong>in</strong>cipe di<br />

Galles, Enrico Federico, e la figlia di Filippo III, Anna Maurizia. Morì nel 1616, Diccionario,<br />

vol. I, p. 729; Pérez Bustamante, La España, pp. 359-361.<br />

3 Belisario di Francesco V<strong>in</strong>ta (1542-1613). Orig<strong>in</strong>ario di Volterra, si laureò nello Studio<br />

pisano ed entrò qu<strong>in</strong>di nella segreteria granducale con Cosimo I. Nel 1576 fu nom<strong>in</strong>ato<br />

cavaliere dell’ord<strong>in</strong>e di Santo Stefano e poi priore di Modena. Ricoprì molti <strong>in</strong>carichi diplomatici<br />

presso corti italiane ed europee. Percorse per <strong>in</strong>tero il cursus honorum dei più ragguardevoli<br />

cittad<strong>in</strong>i fiorent<strong>in</strong>i. Nel 1587 fu nom<strong>in</strong>ato segretario, nel 1596 gran cancelliere<br />

dell’ord<strong>in</strong>e di Santo Stefano. Nel 1603 fu membro del consiglio dei 200 e nel 1610 del<br />

senato dei 48, Pans<strong>in</strong>i, Le segreterie, p. XXIX; Fusai, Belisario V<strong>in</strong>ta.<br />

4 Curzio di Lorenzo Picchena nacque nel 1554. Conseguito il dottorato <strong>in</strong> diritto nello Studio<br />

di Pisa ed entrato da giovane nella segreteria del granduca Francesco I, ricoprì vari <strong>in</strong>carichi<br />

come segretario di legazione <strong>in</strong> Francia (1576), <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong> (1579), alla corte imperiale<br />

(1584-1590, 1595), come <strong>in</strong>viato e agente granducale <strong>in</strong> Svizzera nel 1593 (sull’attività<br />

diplomatica <strong>in</strong> Svizzera, vedi Giddey, Agents, pp. 125-155). Nel 1596 fu agente presso il<br />

duca di Guisa, nel 1598-99 <strong>in</strong>viato e agente a Ferrara, nel 1607 <strong>in</strong>viato a Roma. In quello<br />

stesso anno fu nom<strong>in</strong>ato segretario di Ferd<strong>in</strong>ando I. Fu uno dei Dodici buoni uom<strong>in</strong>i nel<br />

1610, degli Otto di guardia e balia nel 1611, dei Nove conservatori della giurisdizione e<br />

del dom<strong>in</strong>io fiorent<strong>in</strong>o nel 1612. Fu nom<strong>in</strong>ato membro del Consiglio dei duecento e del<br />

Senato dei quarantotto nel 1621, del Magistrato del luogotenente e consiglieri nel 1621 e<br />

nel 1624. Fu cultore di studi classici, curò un’edizione di Tacito e scrisse due trattati non<br />

pubblicati, uno sulla vita di Ferd<strong>in</strong>ando I ed uno sulla corte di Roma. Morì nel 1626, Pans<strong>in</strong>i,<br />

Le Segreterie, p. XXXV.<br />

5 Giovanni V<strong>in</strong>cenzo Modesti fu segretario di legazione <strong>in</strong> corte imperiale, coi residenti<br />

Giovan Battista Conc<strong>in</strong>i, Giovanni Alberti e Orazio Urbani, dal 1571 al 1584 e poi residente<br />

a Milano dal 1585 al 1593, dove svolse un ruolo più di agente <strong>in</strong>formatore che<br />

di diplomatico. Orig<strong>in</strong>ario di Prato, fu legato a Belisario V<strong>in</strong>ta da una profonda amicizia,

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