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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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12. A Lodovico Covo 109<br />

il marchese Ambrogio senza romore, et con l’uno et con l’altro per via di<br />

privata visita et communicatione, perché vi daranno molti avvertimenti et<br />

consulteranno ancora per il suo tempo il modo dello havere l’udienza et<br />

dell’accompagnatura con la quale habbiate a andarvi.<br />

Con il signor conte di Fuentes passa <strong>in</strong> Italia il signor conte Francesco de<br />

Vera 3 , che ha riseduto già ambasciatore del re di <strong>Spagna</strong> appresso i signori<br />

venetiani et ritorna ancora di nuovo, per quanto hanno scritto di corte cattolica,<br />

a risedervi, et perché è solito scriverci con l’honoranza di serenità et<br />

ci si è mostro <strong>in</strong> altri tempi molto amorevole, vi diamo una lettera per lui<br />

con l’eccellenza, et doppo che haverete complito con il signor conte di Fuentes<br />

vogliamo che lo visitiate et che gli diciate che per servitio del re et per<br />

contento nostro non possiamo se non rallegrarci del suo ritorno alle fatiche<br />

di quella ambasceria, se bene forse per suo proprio gusto gli potesse esser<br />

stato più caro il servire al suo re <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong>, et che ricordandoci noi oltre all’osservanza<br />

et servitù nostra verso il re della nostra vecchia amicitia seco, vi<br />

habbiamo commesso che essendo voi stato mandato da noi a complire con il<br />

signor conte di Fuentes per dover voi di nostro ord<strong>in</strong>e risedere come nostro<br />

gentilhuomo appresso l’eccellenza sua <strong>in</strong> Milano, visitiate anche la persona<br />

sua <strong>in</strong> nostro nome et l’assicuriate che per servitio del re et suo ci troverà<br />

sempre prontissimamente disposti; et che trovando <strong>in</strong> lei la corrispondenza<br />

dell’altre volte, che procederemo et tratteremo seco molto confi dentemente,<br />

et che occorrendole fi n da hora alcuna cosa, che haveremo carissimo che<br />

dicendolo a voi com<strong>in</strong>ci a pigliar sicurtà di noi.<br />

Se si troverà <strong>in</strong> Genova al vostro arrivo un canonico Giulio Cesare Alberighi<br />

4 , / c. 310r / che ricapita per l’ord<strong>in</strong>ario le lettere nostre et il cavalier<br />

V<strong>in</strong>ta gli scrive una lettera, sarà con esso voi et vi accompagnerà per Genova<br />

dandovi notitie di molte persone et di molte cose, et se non vi fosse lui vi<br />

sarà un suo fratello che vi farà la medesima servitù.<br />

Essequito con il signor conte di Fuentes et con il signor Francesco de<br />

Vera presenterete al signor pr<strong>in</strong>cipe Doria la lettera che vi diamo per l’eccellenza<br />

sua et le direte che noi non vogliamo tralasciare mai occasione che<br />

ci si porga d’<strong>in</strong>viare nostri gentilhom<strong>in</strong>i a Genova, che anche <strong>in</strong> uno istesso<br />

tempo non visitiamo l’eccellenza sua, et che tenendole replicata la stima<br />

che facciamo della sua prudenza et del suo valore noi ce le offeriamo ancora,<br />

come certo ce le offeriamo, con molto affetto.<br />

Et complito con li sopranom<strong>in</strong>ati visiterete ancora per nostra commissione<br />

il signor conte di B<strong>in</strong>asco, ambasciatore per sua maestà cattolica <strong>in</strong><br />

Genova, et dandogli la nostra lettera gli soggiugnerete che l’antica amicitia<br />

<strong>in</strong>fra di noi et il grado che sostiene per sua maestà cattolica ricercano che

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