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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

1599 si recò <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong> come ambasciatore straord<strong>in</strong>ario per la composizione dei contrasti<br />

sul possesso di F<strong>in</strong>ale e qu<strong>in</strong>di vi rimase per 6 anni come nunzio al posto di Camillo Caetani.<br />

Il successo della nunziatura gli fece guadagnare nel 1604 la promozione a card<strong>in</strong>ale.<br />

A Roma egli era uno dei card<strong>in</strong>ali più ascoltati e potenti. Tra il 1621 e il 1623 presiedette<br />

la congregazione concistoriale <strong>in</strong> qualità di prefetto. Morì nel 1639, G. Brunelli, <strong>in</strong> DBI,<br />

vol. 55, Roma 2000, pp. 23-26; Pérez Bustamante, La España, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

14 Hans Khevenhüller.<br />

15 Francesco Soranzo.<br />

16 Francesco Maria II Della Rovere, unico figlio maschio del duca Guidubaldo e di Vittoria,<br />

figlia del duca di Parma Pierluigi Farnese. Nato a Pesaro nel 1549, dimorò alla corte<br />

di <strong>Spagna</strong> dal dicembre 1565 al luglio 1568. Nel gennaio 1570 sposò Lucrezia d’Este e nel<br />

1571 partecipò alla batt<strong>agli</strong>a di Lepanto. Nel settembre del 1570 succedette al padre nel<br />

governo del ducato di Urb<strong>in</strong>o. Nel 1578 si separò dalla moglie, dopo la cui morte avvenuta<br />

nel 1598 sposò Livia della Rovere, primogenita di suo cug<strong>in</strong>o Ippolito. Livia diede qu<strong>in</strong>di<br />

alla luce nel 1605 Federico Ubaldo che andò <strong>in</strong> sposo a Claudia de Medici. Nel novembre<br />

del 1621 Francesco affidò al figlio il governo del ducato ma questi morì nel 1623. Francesco<br />

allora riconobbe i diritti feudali della Santa Sede sullo stato. Nel novembre 1624 chiese<br />

un governatorato e si ritirò a Casteldurante. Morì nell’aprile del 1631. Nel maggio successivo<br />

Urbano VIII proclamò l’annessione del ducato allo stato pontificio, G. Benzoni, <strong>in</strong><br />

DBI, vol. 50, Roma 1998, pp. 55-60.<br />

17 Vicerè della Catalogna dal novembre 1596 all’aprile 1602 fu Lorenzo Suárez de Figueroa<br />

y Córdoba, secondo duca di Feria. Alla guida del regno di Valenza vi era <strong>in</strong> realtà un capitano<br />

generale, talvolta chiamato vicerè, che tra il 1602 e il 1604 fu Juan de Ribera (vedi<br />

nota biografica più avanti).<br />

18 Cosimo di Giulio de Medici, cavaliere dell’ord<strong>in</strong>e di S. Stefano, di cui fu gran cancelliere<br />

dal 1605 al 1608. Nel 1606 partecipò <strong>in</strong>sieme al cavaliere Iacopo Inghirami alla spedizione<br />

navale di Avas, una fortezza ottomana nella costa meridionale dell’Anatolia, Barsanti,<br />

Organi, p. 122; Gemignani, Il cavaliere, p. 134.<br />

19 Averardo di Raffaele di Averardo de Medici (1518-1601) fu <strong>in</strong>viato granducale <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong><br />

nel 1560. In precedenza era stato <strong>in</strong>viato <strong>in</strong> corte imperiale e <strong>in</strong> Inghilterra nel 1555,<br />

a Roma nel 1557, a Ferrara nel 1558 e nel 1559, e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e a Napoli. Nel 1586 fu eletto<br />

senatore e commissario delle Bande e nel 1587 fu eletto magistrato degli Otto di guardia<br />

e balia, Del Piazzo, Gli <strong>ambasciatori</strong>, p. 149; Diaz, Il granducato, p. 248; De Ricci, Cronaca,<br />

pp. 89, 418.<br />

20 Probabilmente si tratta di Antonio Cavalcanti Albuquerque, figlio primogenito di Filippo<br />

Cavalcanti e di Catar<strong>in</strong>a de Albuquerque, nato <strong>in</strong>torno al 1560 a Pernambuco <strong>in</strong> Brasile.<br />

Qui era giunto il padre nel 1558-59, dopo aver lasciato Firenze perché co<strong>in</strong>volto, come altri<br />

membri della famiglia Cavalcanti, nella cospirazione contro Cosimo I de Medici. Filippo<br />

si recò <strong>in</strong> Portogallo, passò poi <strong>in</strong> Brasile e si stabilì a Pernambuco, dove morì <strong>in</strong>torno al<br />

1614. Dall’unione con Catar<strong>in</strong>a de Albuquerque ebbe orig<strong>in</strong>e la casata italo-brasiliana dei<br />

Cavalcanti Albuquerque. In pochi anni essa divenne una delle famiglie di spicco dell’élite<br />

coloniale di Pernambuco, come attesta anche il viaggiatore fiorent<strong>in</strong>o Filippo Sassetti <strong>in</strong><br />

una lettera del 1578. In Brasile l’attività economica dei Cavalcanti, <strong>in</strong>centrata soprattutto<br />

sul commercio dello zucchero, s’<strong>in</strong>seriva <strong>in</strong> quella rete mercantile che, f<strong>in</strong> da Cosimo I, i<br />

Medici avevano cercato di attivare con le Indie Occidentali e Orientali. Un altro Antonio<br />

Cavalcanti, nipote di Filippo, nel 1645 prese parte a Pernambuco all’<strong>in</strong>surrezione contro

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