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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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306<br />

<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

senza ferraiolo e con la spada a canto senza farlo sedere, e la seconda, che pur<br />

li / c. 329v / portava lettere del granduca, lo ricevé nella istessa maniera,<br />

ma di più, venendo ambasciata che veniva il cavaliere Melza 36 , licenziandosi<br />

monsignore il conte Carlo l’accompagnò fi no a tanto trovarsi il Melza, e<br />

quivi lo lasciò senza dirli altro. Mi consiglia monsignore a non lo visitare<br />

altrimenti; mi dice che ha un suo fratello, cognato del pr<strong>in</strong>cipe Peretti 37 ,<br />

che è garbatissimo.<br />

Al signor Curzio Picchena monsignore usava dare dell’illustrissimo così<br />

dentro nella lettera, et al Cioli 38 scriveva sempre <strong>in</strong> vario piego da per sé.<br />

Usava monsignore scriver e ricever risposte con li altri m<strong>in</strong>istri del granduca,<br />

come Venetia, Modena, Imperatore et altri che volentieri corrispondevono,<br />

et questo lo trovava molto utile.<br />

La segreteria ha usato sempre dare a monsignore Altovito del molto illustre<br />

e reverendissimo; quando il signor cavaliere Sacchetti 39 andò a Venezia,<br />

operò che i segretari lo trattassero di illustrissimo e la sbarbò: <strong>in</strong> questa<br />

occasione il signor Curzio scrisse a monsignore che l’harebbe dato ancora<br />

a lui, ma egli, che voleva tornarsene, rispose che dovendovi stare ancora sì<br />

poco tempo non occorreva mutare.<br />

Il granduca scriveva a monsignore “Al molto reverendo monsignore Giovanni<br />

Altoviti gentilhuomo residente nostro dilettissimo”.<br />

Al cavaliere Sacchetti usa scrivere sua altezza “al molto magnifi co etc.<br />

Il duca di Mantova 40 e di Parma trattavono monsignore di molto illustre,<br />

et / c. 330r / quando monsignore passò per Parma il duca lo trattò <strong>in</strong> voce<br />

d’illustrissimo.<br />

Il signor Giulio Medici 41 , ambasciatore a Modena, riceveva da monsignore<br />

titolo d’illustrissimo nelle lettere che ogni settimana gli scriveva,<br />

ma rispondeva di molto illustre, cosa che non piacque, et io non la farei;<br />

fra Venezia e Milano si trattavono d’illustrissimo parimente. L’ambasciatore<br />

Guicciard<strong>in</strong>i a monsignor Altoviti ha dato sempre d’illustrissimo.<br />

Il signor conte Carlo Ras<strong>in</strong>o e non altrimenti si domanda.<br />

Usano i cocchieri cavalcare, e facendosi loro una giubba rossa bella non è<br />

necessario di uscir con la livrea, e passa benissimo.<br />

Il marchese dell’Inoisa sempre quasi parlava italiano con monsignore, don<br />

Petro di Toledo lo faceva quando sì e quando no, ma mi dice monsignore<br />

che s’<strong>in</strong>tendono facilmente.<br />

Quando monsignore uscì fuori di Milano con il campo, oltre alli xi scudi il<br />

giorno che haveva gli donorno scudi secento per comprare arnesi per campagna,<br />

e quando tornò a Milano, che era fi nito il campeggiare, si contentorno che<br />

per un mese tirassi li scudi xi il giorno, benché fussi <strong>in</strong> Milano <strong>in</strong> casa sua.

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