Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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A Ippolito Buondelmonti inviato a Milano
1620 settembre 14
Con l’occasione del ritorno di Ippolito Buondelmonti a Milano, il segretario Curzio Picchena
gli fornisce istruzioni per conto del granduca Cosimo II sulle risposte da dare ad alcune
richieste fatte dal principe di Valditaro, e particolarmente a quella di un prestito in denaro
per maritare la fi glia.
Copia, ASF, Mediceo del principato, f. 2633 p. II, cc. 371r-372v.
/ c. 371r / Instruzione al signor Ippolito Buondelmonti per Milano.
Vostra signoria sa che il signor principe di Valditaro fi n del mese di maggio
passato mi scrisse per conto di certo favore et commodo che desiderava
dal granduca nostro signore, et che vostra signoria fu richiesta da lui di
rappresentarlo a sua altezza in scritta, sì come ella ha fatto poi il medesimo
in voce. Hora, dovendo vostra signoria tornare a Milano, vuole l’altezza sua
ch’ella risponda al detto principe a bocca nel tenore seguente.
Prima assicurarlo dell’affezione che il granduca gli conserva et della protezzione
che terrà sempre di lui et delle cose sue, non punto meno di quello
che habbino fatto li suoi antecessori.
Circa il negozio che egli dice trattarsi in nome del marchese Spinola nella
corte cesarea, può essere che ci sia questo pensiero ma che fi no a hora non sia
stato mosso, perché l’ambasciatore di sua altezza, il quale sa quanto siano a
cuore all’altezza sua gli interessi del signor principe, n’havrebbe penetrato
qualche cosa e scrittone qua. Con tutto ciò non si mancherà di commettergli
che ci stia avvertito et che destramente si governi in quel negozio nel modo
che il signor principe desidera.
Quanto all’imprestito che egli vorrebbe, vostra signoria gli potrà dire
/ c. 371v / che questo non si potrebbe fare se non al Monte di pietà, i
denari del quale sono per la maggior parte di vedove et di pupilli che
ne tirano il lor frutto, et perciò è necessario che quei ministri habbino
molto ben l’occhio alla sicurezza delli imprestiti che vi si fanno; che
per esser somma considerabile quella che il signor principe chiede, non
pare che le cauzioni da lui offerte siano tali che il monte ne possa star
con l’animo quieto. Però egli potrà pensare a qualche altra assicurazione
che sodisfaccia, perché allora il granduca procurerà che gli sia fatto il
commodo che egli desidera.