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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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15. A Antonio de Medici 157<br />

1 Dario Tamagni apparteneva ad una delle famiglie mercantili più importanti di Livorno.<br />

Un Pier Francesco Tamagni fu nel 1611 e nel 1618 gonfaloniere della città di Livorno, Vivoli,<br />

Annali, vol. 3, p. 228, 512.<br />

2 Silvio di Enea Piccolom<strong>in</strong>i, senese, successe al padre nella signoria di Sticciano nel 1555.<br />

Passato <strong>in</strong> Francia, fu impiegato da Enrico III nelle milizie. Combattè poi nelle guerre di<br />

Fiandra sotto il duca Alessandro Farnese. Tornato <strong>in</strong> Toscana, fu <strong>in</strong>signito nel 1592 dell’abito<br />

di cavaliere dell’ord<strong>in</strong>e di Santo Stefano e nella stessa cerimonia anche suo figlio<br />

Enea, di soli 7 anni, entrò a far parte dell’ord<strong>in</strong>e. Fu gran contestabile dell’ord<strong>in</strong>e dal 1596<br />

al 1599 e dal 1602 al 1607. Dal 1602 al 1605 fu cavaliere del consiglio. Prese parte a<br />

numerose imprese militari per mare e per terra: nel 1594 accompagnò e guidò Antonio<br />

de Medici e Virg<strong>in</strong>io Ors<strong>in</strong>i <strong>in</strong> Ungheria nella loro prima campagna militare e fu ancora<br />

al fianco di don Antonio nel 1607 nella spedizione di Cipro. In quello stesso anno, con<br />

il grado di generale, partecipò con Iacopo Inghirami alla spedizione di Bona, <strong>in</strong> territorio<br />

alger<strong>in</strong>o. Tornato <strong>in</strong> Toscana fu eletto prefetto delle armate granducali e aio del pr<strong>in</strong>cipe<br />

Cosimo il quale, una volta divenuto granduca, lo volle con sé come segretario e consigliere.<br />

Nel 1611, <strong>in</strong> premio dei suoi servigi, ricevette da Cosimo II una commenda di 200 scudi<br />

l’anno. Alla morte di Scipione Piccolom<strong>in</strong>i d’Aragona che lo aveva nom<strong>in</strong>ato suo erede,<br />

conseguì il priorato di Pisa e aggiunse al proprio cognome quello d’Aragona. Morì nel<br />

1612; Barsanti, Organi, pp. 120, 122, Gemignani, Il cavaliere, pp. 43, 157-167, 215,<br />

368; SSFCT, Piccolom<strong>in</strong>i, vol. II, p. 9.<br />

3 Ettore Pignatelli Colonna quarto duca di Monteleone, conte di Burrelo y de Caronia,<br />

grande di <strong>Spagna</strong>. Nacque nel 1572 da Girolama Colonna dei duchi di Palliano e Camillo<br />

Pignatelli, a sua volta figlio di Ettore Pignatelli, nobile napoletano nom<strong>in</strong>ato vicerè di Sicilia<br />

nel 1517. Fu vicerè di Catalogna dal 1603 al 1610, qu<strong>in</strong>di aio e maggiordomo della<br />

<strong>in</strong>fanta Ana Mauricia e poi ambasciatore <strong>in</strong> Francia. Nel 1621 divenne membro del consiglio<br />

di stato. Sposò Cater<strong>in</strong>a Caracciolo dei conti di S. Angelo. Morì a Madrid nel 1622,<br />

Elliott, Il miraggio, vol. I, pp. 91, 94; Diccionario, vol. II, pp. 846-847; Barrios, El consejo,<br />

pp. 350-351.<br />

4 Cesare de Avalos figlio di Francisco Fernando de Avalos, marchese di Pescara e Vasto (morto<br />

nel 1571), che nel 1568 fu nom<strong>in</strong>ato vicerè di Sicilia al posto di Carlo di Aragona duca<br />

di Terranova. Don Cesare nel 1603 ricevette dal re di <strong>Spagna</strong> un beneficio di tremila ducati<br />

e una rendita mensile di 500 ducati, mentre al figlio fu conferito il Toson d’Oro. Morì nel<br />

1614, Diccionario, vol. I, p. 333; Veronelli, Labrador Arroyo, Diario, p. 555.<br />

5 Francisco Ruíz de Castro VIII conte di Lemos, figlio di don Fernando e di Catal<strong>in</strong>a de<br />

Sandoval y Rojas Zúñiga, sorella del duca di Lerma. Nel 1601, anno di morte di don Fernando,<br />

Francisco sostituì il padre nella carica di vicerè di Napoli. Ottenne il titolo di conte<br />

di Castro e fu dal 1610 al 1616 ambasciatore di <strong>Spagna</strong> a Roma. Nel 1606-1607, <strong>in</strong> qualità<br />

di ambasciatore straord<strong>in</strong>ario, svolse un’importante mediazione nel conflitto tra papa<br />

Paolo V e la repubblica di Venezia. Dal 1616 al 1622 fu vicerè di Sicilia. Nel 1622 succedette<br />

a suo fratello Pedro nel titolo di conte di Lemos. Nel 1624 fu nom<strong>in</strong>ato membro del<br />

consiglio di stato e del consiglio di guerra. Nel 1629 r<strong>in</strong>unciò a tutti i titoli, cedendoli al<br />

figlio Francisco Fernandez de Castro, e si fece monaco benedett<strong>in</strong>o, prendendo il nome di<br />

Agost<strong>in</strong>o de Castro. Morì nel 1637, Diccionario, vol. II, p. 202; Pérez Bustamante, La<br />

España, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

6 Andrea Albertani entrò nella segreteria di stato al tempo del granduca Cosimo I. Fu qu<strong>in</strong>di<br />

segretario anche sotto Francesco I con il titolo di segretario addetto alle corti estere. Fu

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