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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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Introduzione al secondo volume XLVII<br />

concreta e operativa, della sospensione di tutti gli assegnamenti già concessi<br />

per il saldo dei debiti- Ferd<strong>in</strong>ando II dispiega al massimo delle possibilità<br />

gli sperimentati strumenti della diplomazia, <strong>in</strong> direzione di Madrid,<br />

ma anche di Milano e Napoli 109 .<br />

L’istruzione per il nuovo ambasciatore residente di <strong>Spagna</strong>, Giovan<br />

Battista Gori Pannil<strong>in</strong>i, coi documenti che vi sono annessi, costituisce alla<br />

f<strong>in</strong>e del 1647 una vera e propria summa delle questioni vecchie e nuove sul<br />

tappeto nei rapporti tra <strong>Spagna</strong> e granducato: gli obblighi di aiuto per la<br />

difesa dello stato milanese, la restituzione dei crediti, le recrim<strong>in</strong>azioni del<br />

granduca <strong>in</strong> risposta alle accuse per la politica di neutralità e per la vendita<br />

al nemico delle navi da guerra toscane 110 .<br />

Su quest’ultimo episodio viene fornita all’ambasciatore una dett<strong>agli</strong>ata<br />

relazione <strong>in</strong>formativa, tutta volta a dimostrare la correttezza dell’operato<br />

da parte del granduca, che alla f<strong>in</strong>e sarebbe stato quasi costretto a vendere<br />

109 Si vedano le <strong>Istruzioni</strong> n. 73 (a Ferd<strong>in</strong>ando Cospi <strong>in</strong>viato straord<strong>in</strong>ario al governatore<br />

di Milano, 18 giugno 1646, <strong>in</strong>fra, pp. 511-516) e n. 74 (a padre Arsenio dell’Ascensione,<br />

<strong>in</strong>viato straord<strong>in</strong>ario al viceré di Napoli, 23 giugno 1646, <strong>in</strong>fra, pp. 519-521). Se nella<br />

prima ci si limita a suggerire all’<strong>in</strong>viato una considerazione di carattere generale, basata<br />

sulla realistica impossibilità per la Toscana di «sostenere il peso contro sì gran potenza»<br />

(«et giaché il tentarlo sarebbe stato <strong>in</strong>fruttuoso – si prosegue – habbiamo creduto di rendere<br />

maggior servizio al re conservando a sua maestà questa sua casa et sottraendo i signori<br />

m<strong>in</strong>istri di Italia della maestà sua dal carico di prestarci le assistenze che ci si sarebbero<br />

dovute <strong>in</strong> caso di rottura con Francia; il che conceduto sarebbe stato di gran divertimento<br />

negli altri gravi impegni della monarchia, et non conceduto, di uno irreparabile disastro<br />

alla casa nostra») (Istruzione n. 73, cit., p. 514); nella seconda l’autodifesa del granduca<br />

per quella che def<strong>in</strong>isce «forzosa neutralità» assume la forma di una dett<strong>agli</strong>ata e puntigliosa<br />

elencazione di motivi, fra i quali assume un rilievo non secondario anche la constatazione<br />

– per non dire l’accusa – rivolta all’alleato spagnolo di averlo lasciato da solo a<br />

fronteggiare la m<strong>in</strong>acciosa potenza francese, senza l’aiuto pure <strong>in</strong>vocato almeno della flotta<br />

napoletana; per concludere <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e con una magnanima autoassoluzione: «sopraggiunto,<br />

mentre non era a bastanza proveduto né assistito, da proteste di guerra di una grande<br />

potenza et tentato con offerte di grandi avvantaggi <strong>in</strong> più maniere, ha cercato di sottrarsi<br />

dall’effetto delle une et di resistere alle altre: che sono riprove, <strong>in</strong>somma, di prudenza et di<br />

fede, dalle quali confida di haver a esser più presto confermato <strong>in</strong> grazia maggiore di<br />

<strong>Spagna</strong> che portato <strong>in</strong> dim<strong>in</strong>uzione» (Istruzione n. 74, cit., pp. 520-521).<br />

110 Tra le recrim<strong>in</strong>azioni, si dà rilievo al mancato sostegno degli spagnoli <strong>in</strong> occasione<br />

della guerra di Castro e dell’attacco francese ad Orbetello, nelle quali a giudizio del granduca<br />

si sarebbero dovute applicare, una volta tanto a favore della Toscana, le clausole di<br />

aiuto militare previste dai trattati per la capitolazione di Siena; <strong>in</strong>oltre, come «segno freschissimo<br />

di poca amorevolezza», la scelta spagnola, che <strong>in</strong> quel momento pareva ormai<br />

def<strong>in</strong>ita, di cedere Pontremoli alla repubblica di Genova anziché alla Toscana (Istruzione<br />

n. 75, a Giovan Battista Gori Pannil<strong>in</strong>i, 23 dicembre 1647, <strong>in</strong>fra, p. 531).

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