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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

di quello delle Fiandre. Nel 1676 divenne maggiordomo maggiore del re. Sposò <strong>in</strong> prime<br />

nozze Josefa Fernández de Córdoba, figlia dei duchi di Feria e, <strong>in</strong> seconde nozze, María Teresa<br />

de Benavides, figlia dei conti di Santiesteban del Puerto, Arese, Le supreme, pp. 78-79;<br />

Barrios, El consejo, pp. 388-389.<br />

19 Antonio Briceño Ronquillo.<br />

20 Francesco Bonsi apparteneva ad una nobile famiglia fiorent<strong>in</strong>a che godeva di un certa<br />

<strong>in</strong>fluenza presso la corte francese. Fratello di Clemente Bonsi vescovo di Bèziers, sposò<br />

Crist<strong>in</strong>a Riari, dalla quale ebbe un figlio, Piero (1631-1703), che si trasferì <strong>in</strong> Francia e<br />

qui <strong>in</strong>traprese con successo la carriera ecclesiastica e diplomatica. Come altri membri della<br />

famiglia Bonsi, Francesco fu uomo politico e diplomatico: fu eletto senatore e <strong>in</strong>torno al<br />

1639, <strong>in</strong>sieme a Carlo Gonzaga, avviò una lunga trattativa perché il pr<strong>in</strong>cipe Mattias de<br />

Medici passasse al servizio della Francia. Quando il pr<strong>in</strong>cipe all’ultimo momento cambiò<br />

idea, facendo saltare tutti gli accordi f<strong>in</strong>o ad allora presi, il Bonsi rivolse queste parole al<br />

pr<strong>in</strong>cipe mediceo: «E quando vostra altezza con un matrimonio degno della persona potessi<br />

stabilir la sua fortuna <strong>in</strong> Francia, non lo stimerei se non a proposito non solo per vostra altezza<br />

medesima ma anche per l’<strong>in</strong>teresse del serenissimo granduca e di tutta cotesta casa».<br />

Già residente francese a Mantova, nel 1647 fu nom<strong>in</strong>ato ambasciatore di Francia a Genova,<br />

Sod<strong>in</strong>i, L’Ercole, p. 216; U. Coldagelli, Bonsi Piero, <strong>in</strong> DBI, vol. 12, Roma 1970, pp.<br />

388-395; Mar<strong>in</strong>elli, Un corrispondente, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

21 Rodrigo Ponce de León (1602-1658) quarto duca di Arcos, marchese di Zahara, figlio di<br />

Luis Ponce de León e di Vittoria Colonna de Toledo marchesa di Villafranca. Fu f<strong>in</strong>o al 1645<br />

vicerè di Valenza, qu<strong>in</strong>di vicerè di Napoli dal 1646 al 1648, durante la rivolta di Masaniello,<br />

per sedare la quale Filippo IV <strong>in</strong>viò nel 1648 il figlio naturale don Giovanni (Juan) d’Austria,<br />

che sostituì il duca di Arcos alla guida del regno. Era stato, <strong>in</strong>fatti, proprio un provvedimento<br />

preso dal duca ad accendere la rivolta. Sul f<strong>in</strong>ire del 1646 egli aveva voluto <strong>in</strong>trodurre a<br />

Napoli una nuova tassa (o meglio, un’antica tassa, quella sulla frutta, già abolita nel 1620),<br />

per f<strong>in</strong>anziare le spese militari e di fortificazioni necessarie alla difesa dello stato dei Presidi,<br />

sottoposto alla cont<strong>in</strong>ua m<strong>in</strong>accia della flotta francese. Morì nel suo feudo <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong> nel 1672,<br />

Gottardi, Corrispondenze, vol. VII, pp. 48, 131; G. De Caro, <strong>in</strong> DBI, vol. 4, Roma 1962,<br />

pp. 8-11; Fuidoro, Successi; Musi, La rivolta di Masaniello, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

22 Lodovico da Verazzano (1575 ca.-1647), figlio di Francesco, della famiglia patrizia fiorent<strong>in</strong>a<br />

a cui appartenne il famoso navigatore Giovanni. Nel 1602 prese l’abito stefaniano.<br />

Nel 1632 venne nom<strong>in</strong>ato ammir<strong>agli</strong>o dell’ord<strong>in</strong>e di S. Stefano come successore di Giulio<br />

Barbolani di Montauto. Nel 1634 ricevette il titolo di generale delle galere toscane. Durante<br />

la guerra di Castro, nel 1641 fu posto a disposizione del Borgia, generalissimo della<br />

flotta spagnola, ma cercò di non trasc<strong>in</strong>are la flotta toscana <strong>in</strong> azioni a fondo contro la<br />

Francia, seguendo le istruzioni segrete del granduca. Nel 1642 venne eletto governatore di<br />

Livorno, carica che mantenne f<strong>in</strong>o alla morte, e priore di Montepulciano. Nel 1644 fondò<br />

a Livorno l’accademia letteraria dei Dubbiosi, il cui emblema era una nave con una stella<br />

come lo stemma dei Da Verazzano. Nel 1645 partecipò alla guerra di Candia, Valori,<br />

Condottieri, pp. 423-424; Bald<strong>in</strong>i, La famiglia, vol. II, pp. 580-599; Vivoli, Annali, vol.<br />

3, pp. 356-357; vol. 4, pp. 274, 282-283, 291.<br />

23 Dal novembre 1646 all’ottobre 1648 fu residente veneto a Firenze Giovanni Zon, Dispacci.<br />

Indice, p. 47.<br />

24 Iñigo Veléz de Guevara y Tassis (1597-1658) ottavo conte di Oñate e terzo conte di Villamediana,<br />

signore della casa di Guevara. Il padre, suo omonimo, fu ambasciatore di <strong>Spagna</strong> a

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