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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

bito, perché così è la verità, che nel movimento di quell’armi non habbiamo<br />

havuto parte veruna né con l’artiglio né con l’opera, perché così il signor<br />

duca come la republica di Lucca ci detteno conto del lor disparere a resolutione<br />

fatta et doppo l’haver com<strong>in</strong>ciato ad armarsi et muoversi; che noi<br />

dicemmo che il signor duca ci era cognato et i Lucchesi amici, et che per<br />

ciò ogni controversia <strong>in</strong> fra di loro non solo ci sarebbe dispiaciuta, ma che<br />

ci haverebbe apportato fastidio et noia ; che avvertiss<strong>in</strong>o che queste mosse<br />

di armi non servono fi nalmente ad altro che a distruggere i populi che sono<br />

assai poveri per l’ord<strong>in</strong>ario; che avertiss<strong>in</strong>o amendue le parti anchora molto<br />

bene a non vi s’<strong>in</strong>teressare tanto con la reputatione che non potess<strong>in</strong>o a un<br />

tratto riconciliarsi et ritirarsene, et che havendo noi permesso ai lucchesi<br />

di poter far transitare sul nostro i presidii et soldati che mandavano a di<br />

/ c. 402r / versi lor luoghi et di poter havere con i lor denari molte commodità<br />

de nostri stati, che il medesimo havevamo permesso al signor duca<br />

di Modona, se bene forse anche un po’ più largamente, sì come era giusto<br />

per la strettezza del sangue, ma a fi ne tuttavia non di formentare <strong>in</strong>fra di<br />

loro la guerra ma perché ne potesse nascere un’ honorata pace, et che non ci<br />

conviene raccontare molte cose che habbiamo fatto con questa mira et che<br />

hanno giovato all’effetto del quietarsi poi con l’autorità dell’eccellenza sua;<br />

et che se de’ nostri sudditi, alla spicciolata et trasportati dal desiderio di<br />

ritrovarsi et d’imparare dovunque si facc<strong>in</strong>o fattioni militari, andorno alcuni<br />

dalla parte del signor duca di Modona, vi andorno spontaneamente, et <strong>in</strong><br />

un medesimo tempo non facemmo mai noi prohibitione che non andass<strong>in</strong>o<br />

ancora a servire i Lucchesi et contra quei che vi fuss<strong>in</strong>o andati non habbiamo<br />

data pur una m<strong>in</strong>ima commessione di gastigo; et che <strong>in</strong> somma noi siamo<br />

amatori della pace, et tanto più <strong>in</strong> vic<strong>in</strong>ato et <strong>in</strong> Italia, et che non habbiamo<br />

né voglia né bisogno della guerra. Et il signore Dio vi conduca et riconduca<br />

sano et salvo. Data <strong>in</strong> Firenze, a’ 26 di giugno 1603 s .<br />

Il granduca di Toscana<br />

(SCI)<br />

Belisario V<strong>in</strong>ta secretario<br />

s Sottol<strong>in</strong>eato nel testo.

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