Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

75. A Giovan Battista Gori Pannilini 533
trovata disposizione nel papa et nei genovesi, senza i quali non ci pareva di
potere entrare in simile cimento, et i veneziani essendo distratti dalla guerra
col Turco et gli altri principi di Lombardia mostrandosi di haver concetti
particolari et proprii loro, non vedemmo di poterci impegnare a cosa alcuna
senza il concorso almeno del pontefi ce et di Genova. Et con questa sorte di
sentimento mostrammo la nostra buona volontà nelle risposte date senza
lasciarci indurre a promessa più precisa per noi, benché interpellati di far
intanto a buon conto la dichiarazione per la parte nostra per poterne più
facilmente persuadere sua santità et i genovesi, poiché consideravamo per
diffi cile detta unione et che fra tanto noi soli haveremmo fatto l’offesa alla
Francia di mostrar la nostra disposizione contro di essi.
Et perché per avventura in Spagna potrebbero ripigliare simile ragionamento
con voi, perciò, instrutto dei motivi de’ nostri sentimenti, ben persuaso
rimarrete che non altro doverete rispondere, come di preciso ve lo ordiniamo,
se non che crediate che noi non saremo mai degli ultimi a mostrare
i nostri ossequii verso Spagna in tutto quello che potremo, et che se fossimo
capaci di dar tratto alle bilance o di far ritornar le cose di quella corona nel
loro pristino stato non haveremmo lasciato di certo che desiderar mai di noi,
et la conservazione nostra intanto non resultare in effetto se non anche in
mero servizio di sua maestà, per le ragioni già di sopra fattevi note.
Parci similmente di farvi consapevole che nella guerra che havemmo negli
ultimi anni per causa de’ Barberini con papa Urbano / c. 324v / loro zio, procurammo
più volte, ma inutilmente, che il viceré allora di Napoli, se non altro
col mezzo dell’ingelosire mediante l’accostare sue forze ai confi ni dello stato
della Chiesa, cercasse di divertire alquanto i papalini dall’arrovesciamento delle
armi loro che già intentavano sopra gli stati nostri, ma non fu mai possibile
il conseguirlo se non in più che lieve apparenza, doppo haverci anche denegato
qualche sorte di assistenza in ordine alla capitolazione di Siena, che pur anche
ci fu assolutamente rifi utata quando formalmente la domandammo allora che
i Barberini invasero il nostro stato con l’attacco di Pistoia, di Pitigliano et di
altri luoghi, cosa che fu contro la disposizione de’ patti giurati della sopramentovata
capitolazione, non ostante che da noi et dai nostri antenati si sia
sempre supplito largamente nelle richieste degli Spagnoli, et senza pur anche
riguardo del concetto che ci davano da far di loro, mentre per la prima volta
che era occorso a questa casa di chiedere i soccorsi dovuti a noi per la reciproca
sudetta capitolazione ce ne mandavano con una negativa.
Et poco meno che l’istesso ci è anche avvenuto nell’occasione più recente
della guerra di Orbatello, poiché havendo molti mesi prima chiestoseli
seicento cavalli fra Napoli et Milano, metà per luogo, ne fummo tenuti in