Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

43
Ad Averardo Medici inviato in Spagna
Firenze, 1621 ottobre 12
Le due granduchesse reggenti inviano Averardo Medici in Spagna come ambasciatore residente
in corte cattolica, a sostituire nella carica il fratello Giuliano, arcivescovo di Pisa. Lo
si istruisce riguardo alle visite che dovrà effettuare ai sovrani e ai ministri e sulla questione
della riscossione dei crediti di cui il granduca è titolare in quello stato.
Copia, ASF, Mediceo del principato, f. 2639, P. II, cc. 809r-811v.
Cfr. lettere credenziali, ivi, cc. 796r-813r e f. 2633 II, c. 400r.
c. 809r / Instruzzione a voi signor Averardo Medici 1 per la corte di Spagna,
dei 12 d’ottobre 1621.
Voi havete dato hormai tanti saggi della vostra habilità et di una giudiziosa
prudenza, che dovendo madama la granduchessa et noi, come tutrici
del granduca nostro fi gliuolo, mandare alla corte cattolica un ambasciatore
residente al posto di monsignor arcivescovo di Pisa vostro fratello, habbiamo
fatto elezzione della persona vostra et ci promettiamo che eserciterete quella
carica degnamente et con intera nostra satisfazzione. Et perché il detto monsignore
è pratichissimo di quella corte et conosce molto bene la condizione
et natura di tutti quei ministri con i quali havrete giornalmente da trattare,
sì come ancora vi potrà con fedele et amorevole confi denza instruire non solamente
de’ nostri negozii, ma del modo di governarvi et con la maestà del re
et con ogn’altro, giudichiamo superfl uo darvi instruzzione particolare.
Quanto al viaggio, rimettiamo in voi che lo facciate o per mare o per
terra, secondo le occasioni che si presenteranno et che a voi tornerà più commodo,
purché il nostro principal pensiero sia di andar sicuramente.
Et non vedendo noi che di qui a Madrid / c. 809v / dobbiate far complimento
con principe alcuno, non vi diamo lettere se non per la corte, dove
arrivato che sarete, et preparatovi insieme con la vostra famiglia da poter
comparire a palazzo, farete chiedere l’audienza alla quale dovrà accompagnarvi
monsignore arcivescovo.
Introdotto davanti alla maestà del re, gli bacerete humilmente le mani
per parte di tutti noi con presentargli la nostra letter credenziale, conformandovi
al tenore di essa come potrete vedere dalla copia et soggiugnendo
quelle parole di ossequio, di reverenza et di devozione che vi sovverranno et
che giudicherete convenienti.