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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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74<br />

A padre Arsenio dell’Ascensione <strong>in</strong>viato a Napoli<br />

1646 giugno 23<br />

Padre Arsenio dell’Ascensione viene <strong>in</strong>caricato di giustifi care di fronte al viceré di Napoli il<br />

granduca per aver fi rmato la neutralità con i francesi, spiegandone le ragioni dell’ operato.<br />

La missione si svolge con l’occasione dell’<strong>in</strong>vio di padre Arsenio a Napoli per conto del card<strong>in</strong>ale<br />

Giovan Carlo dei Medici, con lo scopo di richiedere il pagamento dei compensi dovuti<br />

a quest’ultimo per l’esercizio della carica di difensore della <strong>Spagna</strong> alla corte papale.<br />

M<strong>in</strong>uta, ASF, Mediceo del Pr<strong>in</strong>cipato, f. 2658, cc. 327r-329r. Sulla coperta<br />

del fascicolo, a c. 325r: “1646. padre Arsenio a Napoli”.<br />

Cfr. lettera credenziale, ivi, c. 326r; corrispondenza dell’<strong>in</strong>viato con la<br />

segreteria di stato granducale (segretario Giovan Battista Gondi) relativa<br />

alla missione (1646 lug. 3 – 1647 feb. 2), ivi, cc. 330r-483v.<br />

c. 327r / Punti da farsi notare dal padre Arsenio 1 di sua mano per servire<br />

d’<strong>in</strong>struzzione di quanto dovrà dire al signor viceré di Napoli <strong>in</strong> giustifi -<br />

cazione del granduca, con l’occasione di essere sua paternità mandato colà<br />

dal signor card<strong>in</strong>ale pr<strong>in</strong>cipe Giovan Carlo a procurare la riscossione del suo<br />

soldo. 23 giugno 1646.<br />

La forzosa neutralità nella quale fu il granduca costretto a porsi con l’armata<br />

franzese nella sua venuta ai lidi di Toscana pare che richieda giustifi -<br />

cazione così del fatto come dell’<strong>in</strong>tenzione, giaché i signori Spagnoli, non<br />

lasciati discernere dall’<strong>in</strong>teresse et passione proprii, mostrano di credere che<br />

sia stata più presso elezione che necessità quella di sua altezza, dalla quale<br />

però si è pensato che con l’occasione dell’andata del padre Arsenio a Napoli<br />

egli cerchi di provare al signor viceré la limpidezza dell’azzione di sua altezza,<br />

con le seguenti ragioni.<br />

Primo: che non havendo sua eccellenza potuto far venir <strong>in</strong> tempo le galere<br />

di Napoli conforme alla proposizione del signor marchese S<strong>in</strong>ibaldi 2 , non<br />

poteva il granduca solo arrisicarsi di fare atto positivo o per mare o per terra<br />

contro i Franzesi, perché non potendo / c. 327v / la sua forza competere con<br />

quella di Francia, il suo arrisicarsi et il porre <strong>in</strong> disastro il suo stato sarebbe<br />

stato tutto uno; non dovendosi considerare quello fatto con la medesima<br />

proposizione con la quale si possono misurare le cose del re, poiché quando<br />

il granduca, perdendo o malamente imbarazzando quel che possiede <strong>in</strong> Toscana,<br />

verrebbe ad haver commesso alla fortuna tutto il suo essere, dove che

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