Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei (1587-1648)
Essendosi poi suscitate queste nuove turbulenze d’Italia, don Gonzalo
de Cordova si provò anch’egli a chiedere detti soccorsi fuor di tempo, ma
quando, per mezzo del Pandolfi ni nostro segretario, restò bene informato di
quel che potesse pretendere si quietò, mostrando di essere stato mosso a tale
richiesta dai ministri / di Milano, et si rimetteva a quel che fusse di ragione
et ne fusse giudicato in Spagna. Ma noi, sì come più d’una volta l’assicurammo
et con lettere nostre et con la viva voce del segretario Pandolfi ni,
che ci saremmo preparati a poter sodisfare alle nostre obligazioni sempre che
ne fusse venuto il caso, lo mettemmo anche in essecuzione di una maniera,
senza aspettare di esserne richiesti, che havendo già in Livorno pronta la
gente, non si haveva da fare altro che imbarcarla, essendosi già scritto a don
Gonzalo per conto del passo, de’ viv[eri] e et del quartiere. Et questo fu subito
che noi sentimmo che il duca di Nivers era entrato in Casal Maggiore et
haveva assaltato altri luoghi circonvicini. Se il marchese Spinola desiderasse
di sapere più precisamente quanto sia passato in questo negozio, il Pandolfi
ni potrà dargliene minuto ragguaglio f .
Sarà poi a proposito che il marchese habbia un’altra notizia, della quale
non si è mai parlato con don Gonzalo perché non è occorso: parve al granduca
nostro padre, doppo haver considerato non potere essere se non fastidiose
le instanze et pretensioni dei governatori di Milano sopra detti soccorsi, di
far supplicare il re per mezzo del conte Orso, nostro maestro di camera et
consigliere di stato, ambasciatore allora di sua altezza appresso sua maestà 6 ,
che volesse dichiarare quando havessero a essere da detti governatori giuridicamente
pretesi tali soccorsi, et così la maestà sua nel 1618 alli 14 di
giugno si degnò di scrivere una lettera al duca di Feria, governatore allora
di quello stato, del tenore che voi potrete / vedere et farlo anche vedere al
signor marchese, dalla copia che se ne manda al Pandolfi ni, dove sua maestà
comanda che ci sia osservato et complito puntualmente il tenore della investitura
di Siena in caso che siano mosse le armi contro lo stato di Milano,
senza alterarla né innovarla g , tanto nel chiedere i soccorsi, quanto nel modo
di usargli, avvertendo il governatore che fi nita l’occasione la quale lo havrà
obligato di chiederli, debba spedire et licentiar subito la gente nostra come
quella degli altri principi amici et feudatarii che concorreranno in aiuto di
sua maestà; et annessa a detta lettera soggiunse la maestà sua che si mandava
al medesimo governatore la copia del capitolo di detta investitura che
e Mancanza di supporto.
f Segue, a testo, cancellato: «et in questo consiste il secondo capo».
g «innovarla» corretto nell’interlineo al posto di «ig[...]» a testo cancellato.