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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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35<br />

A Roberto Pepi <strong>in</strong> Sicilia e a Napoli<br />

1616 luglio 1<br />

Cosimo II <strong>in</strong>via Roberto Pepi <strong>in</strong> Sicilia e a Napoli per chiedere la liberazione di due vascelli<br />

mercantili livornesi provenienti da Tunisi fatti mettere sotto sequestro a Trapani dal viceré<br />

di Sicilia, duca di Osuna, con l’accusa - resp<strong>in</strong>ta dal granduca come falsa - di essere navi<br />

corsare che avevano compiuto scorrerie ai danni di imbarcazioni cristiane.<br />

Copia, ASF, Mediceo del pr<strong>in</strong>cipato, f. 2639 p. I, cc. 267r-272v. Con alcune<br />

aggiunte a marg<strong>in</strong>e. Sulla coperta del fascicolo (c. 266r): «1616 primo luglio.<br />

Spedizione di Ruberto Pepi a Sicilia».<br />

/ c. 267r / Instruzione a voi Ruberto Pepi 1 , nostro gentiluomo fi orent<strong>in</strong>o,<br />

di quello che dovete fare <strong>in</strong> Sicilia.<br />

Essendo più mesi sono arrivati <strong>in</strong> Sicilia due vasselli i quali havevano<br />

caricate mercanzie <strong>in</strong> Tunisi per Livorno, scalo franco, appartenenti a Rocco<br />

Manfred<strong>in</strong>i 2 , Giorgio Viega P<strong>in</strong>to 3 , Carlo di Lorenzo, mercanti et antichi<br />

habitatori di Livorno, et al dottor Cordovero 4 et altri ebrei pure livorn<strong>in</strong>i,<br />

comprate da loro <strong>in</strong> Tunis da mercanti loro corrispondenti, furono fatti ritenere<br />

dal signor duca d’Ossuna 5 viceré di Sicilia, sotto pretesto che fussero<br />

corsari et perché li detti vasselli havevano trascurato di chiedere il passaporto,<br />

et solamente portavano la nostra bandiera. Il detto signor duca ce ne<br />

diede conto con sua lettera per saper da noi se effettivamente erano partiti<br />

da Livorno et appartenenti a mercanti nostri sudditi, et sopra l’attestazione<br />

nostra gli fece liberare; ma mentre aspettavano il tempo opportuno di far<br />

vela per Livorno et per provedersi di mar<strong>in</strong>ai, de’ quali / c. 267v / havevano<br />

mancamento, consumarono molti giorni di tempo et arrivati a Trapani vi<br />

era appunto venuto il signor duca d’Ossuna et nell’istesso tempo vi capitò il<br />

V<strong>in</strong>ciguerra 6 , capo de’ vasselli provenzali, il quale diede a <strong>in</strong>tendere al duca<br />

che li detti vasselli livorn<strong>in</strong>i havevano dato caccia a’cristiani e tolte loro delle<br />

robe, il che non era altro che una calumniosa <strong>in</strong>venzione, dicendo ancora<br />

che portavano altre bandiere che le nostre, et particolarmente di Francia et<br />

di Genova, onde il duca, prestando fede al V<strong>in</strong>ciguerra, gli fece di nuovo<br />

sequestrare e mettere <strong>in</strong> carcere i padroni de’ vasselli, et <strong>in</strong> particolare Santi<br />

Semedeo, corso, et per molte diligenze che si siano fatte fi no a hora con havergliene<br />

noi scritto et fatto parlare, non ha voluti liberarli.<br />

Et perché questo negozio ci preme grandemente sì per il danno de’ no-

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