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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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33. A Giovanni Altoviti 281<br />

1 Giovanni di Alberto Altoviti, membro di una grande famiglia di banchieri legati <strong>agli</strong><br />

Strozzi che dopo Cateau-Cambrésis lasciano Roma per rientrare a Firenze, dove grazie alla<br />

politica persuasiva di Cosimo I si riconciliano con i Medici. Giovanni fu residente granducale<br />

alla corte di Milano dal 1614 al 1618, qu<strong>in</strong>di fu <strong>in</strong>viato <strong>in</strong> Ungheria nel 1618 e poi<br />

fu residente <strong>in</strong> corte imperiale dal 1618 al 1627. Nel 1623 fu <strong>in</strong>viato <strong>in</strong> Baviera per complimentare<br />

l’arciduca Massimiliano nom<strong>in</strong>ato elettore e nel 1631 a Mantova per condolersi<br />

della morte di Carlo duca di Rhetel. Nel 1622 abbracciò lo stato ecclesiastico. Morì a Roma<br />

nel 1640, mentre era <strong>in</strong> proc<strong>in</strong>to di divenire card<strong>in</strong>ale, SSFCT, Altoviti, vol. I, p. 6; Del<br />

Piazzo, Gli <strong>ambasciatori</strong>, p. 127; Cont<strong>in</strong>i, D<strong>in</strong>astia, pp. 108-109.<br />

2 Juán Hurtado de Mendoza, marchese di San Germán e di H<strong>in</strong>ojosa, figlio di Juán de<br />

Mendoza generale delle galere di <strong>Spagna</strong> sotto Filippo II. Fu cavaliere dell’ord<strong>in</strong>e di Santiago.<br />

Nel 1599 divenne governatore della Galizia. In quello stesso anno fu anche nom<strong>in</strong>ato<br />

gentiluomo di camera di Filippo III. Nel 1607 ricevette il titolo di capitano generale<br />

dell’artiglieria navale. Nel 1609 partecipò ai preparativi militari per l’espulsione dei moriscos<br />

andalusi. Nel 1610 fu nom<strong>in</strong>ato generale del mare e premiato dei suoi servigi con il<br />

titolo di marchese di H<strong>in</strong>ojosa. Nel 1612 fu nom<strong>in</strong>ato governatore di Milano, ma nel 1615<br />

venne rimosso dall’<strong>in</strong>carico per aver mal condotto la guerra del Monferrato contro Carlo<br />

Emanuele di Savoia, guerra che si concluse con la pace di Asti considerata dalla <strong>Spagna</strong><br />

un’umiliazione. Tornato a Madrid, fu nom<strong>in</strong>ato consigliere di stato. Nel 1623 fu <strong>in</strong>viato<br />

come ambasciatore straord<strong>in</strong>ario alla corte di Giacomo I e, nel passare dalla Francia, <strong>in</strong>contrò<br />

Luigi XIII. Fu qu<strong>in</strong>di governatore di Navarra e presidente del consiglio delle Indie dal<br />

1626 al 1628, anno della sua morte, Barrios, El consejo, p. 346; Diccionario, vol. I, 1384-<br />

1385; Pérez Bustamante, La España, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

3 Jean-Ambroise Fornerod (o Forner, Fornaro, Fornero), figlio di Ambroise Fornerod, risulta<br />

però esser morto giovanissimo nel 1612, Giddey, Agents, p. 266.<br />

4 Gédéon Stricker (1549-1616) <strong>in</strong>iziò la sua carriera nel 1578, quando fu <strong>in</strong>viato a Tor<strong>in</strong>o<br />

per conto della Confederazione Svizzera con lo scopo di concludere l’alleanza con il ducato<br />

di Savoia. Dal 1582 al 1586 fu balì di Altdorf. Nutriva profonde simpatie per la Francia:<br />

fu uomo di fiducia di Henri Clausse, ambasciatore <strong>in</strong> Svizzera di Enrico III dal 1582 al<br />

1586. Dal 1593 fu uno dei corrispondenti svizzeri <strong>in</strong>gaggiati da Curzio Picchena durante<br />

la sua missione nei cantoni. Nel 1606, alla morte di Sébastien Berold<strong>in</strong>gen, divenne corrispondente<br />

ufficiale del governo toscano. In occasione della sua nom<strong>in</strong>a chiese al granduca<br />

di essere sostituito, <strong>in</strong> caso di assenza, dal figlio Jean-Jacques. Nel 1602 fu <strong>in</strong>viato a nome<br />

della Confederazione presso Enrico IV. Dal 1607 al 1608 fu landammann del cantone di Uri,<br />

Del Piazzo, Gli <strong>ambasciatori</strong>, p. 165; Giddey, Agents, pp. 202-205.<br />

5 Giovanni Maria Castoreo, membro di un’antica e nobile famiglia di Lugano che nel XIV secolo<br />

venne <strong>in</strong>vestita di beni ecclesiastici. Fra questi vi erano alcuni feudi <strong>in</strong> Valsolda e il feudo<br />

di M<strong>agli</strong>aso, che nel 1667 un suo discendente vendette alla famiglia Berold<strong>in</strong>gen. Della vita<br />

di Giovanni Maria non si quasi nulla, se non che uno dei suoi figli, Francesco, dopo aver studiato<br />

a Dill<strong>in</strong>gen presso un collegio di gesuiti, ottenne dal granduca di Toscana il permesso di<br />

studiare all’università di Siena dove nel 1607 fu raggiunto dal fratello Giovanni Antonio. Dal<br />

1595 al 1609 fu segretario di Rodolphe Red<strong>in</strong>g e corrispondente dalla Svizzera per conto del<br />

governo toscano. La sua <strong>in</strong>fluenza e posizione decl<strong>in</strong>arono con la morte di Red<strong>in</strong>g nel 1609,<br />

Del Piazzo, Gli <strong>ambasciatori</strong>, p. 117; Giddey, Agents, pp. 186-188, 235-236.<br />

6 Maffeo Barber<strong>in</strong>i (1568-1644), futuro papa Urbano VIII, figlio di Antonio e Camilla Barbadori,<br />

appartenente ad una famiglia di mercanti fiorent<strong>in</strong>i. Maffeo svolse i suoi studi pres-

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