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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

39 Niccolò di Raffaello Sacchetti nacque a Firenze <strong>in</strong>torno al 1585. Conseguito il dottorato<br />

<strong>in</strong> utroque iure, entrò nel 1603 nell’ord<strong>in</strong>e di S. Stefano e dal 1605 al 1608 fece parte del<br />

consiglio dell’ord<strong>in</strong>e. Dal 1618 al 1627 fu residente a Venezia e dal 1627 al 1634 <strong>in</strong> corte<br />

imperiale. Al suo ritorno a Firenze fu nom<strong>in</strong>ato vescovo di Volterra (settembre 1634).<br />

Morì nel 1650, Barsanti, Organi, p. 122; Guarnieri, L’Ord<strong>in</strong>e, p. 191; Del Piazzo, Gli<br />

<strong>ambasciatori</strong>, p. 161; HC, vol. IV, p. 372.<br />

40 Ferd<strong>in</strong>ando Gonzaga (1587-1626), secondogenito del duca V<strong>in</strong>cenzo I. Dal 1599 al 1602<br />

studiò a Ingolstadt e successivamente a Pisa. Nel 1610 fu creato card<strong>in</strong>ale. Alla morte del fratello<br />

Francesco nel 1612 gli succedette nel governo del ducato di Mantova. Nel 1615 r<strong>in</strong>unciò<br />

al card<strong>in</strong>alato e fu <strong>in</strong>coronato nel gennaio 1616. Nel 1617 sposò Cater<strong>in</strong>a de Medici, sorella di<br />

Cosimo II granduca di Toscana, G. Benzoni, <strong>in</strong> DBI, vol. 46, Roma 1996, pp. 242-252.<br />

41 Giulio de Medici, figlio di Raffaele, marchese di Castell<strong>in</strong>a e cavaliere di S. Stefano, e di<br />

Costanza di Pietro Alamanni. Alla morte del padre (1628) il marchesato fu ereditato dal<br />

fratello Lorenzo. Giulio divenne cavaliere di S. Stefano nel 1600. Fu <strong>in</strong>viato granducale a<br />

Roma nel 1612 e nel 1613, qu<strong>in</strong>di residente a Modena dal 1614 al 1620. Nel 1621 fu <strong>in</strong>viato<br />

<strong>in</strong> vari luoghi tra cui Milano, Svizzera, Colonia, Inghilterra e nel 1624 <strong>in</strong> Polonia. Fu<br />

commissario delle bande ducali, Del Piazzo, Gli <strong>ambasciatori</strong>, p. 150; Caci<strong>agli</strong>, I feudi,<br />

pp. 125-126; Litta, Famiglie, vol. III, tav. XVII.<br />

42 I Grifoni erano una nobile famiglia orig<strong>in</strong>aria di S. M<strong>in</strong>iato al Tedesco (Pisa), fedele ai<br />

Medici. Uno dei rappresentanti più importanti della famiglia fu Ugol<strong>in</strong>o (1504-1576), segretario<br />

del duca Cosimo I e gran maestro dell’ospedale di S. Jacopo di Altopascio, il quale<br />

nel 1563 fondò una commenda nell’ord<strong>in</strong>e di S. Stefano. Un Andrea Grifoni fu nel 1519<br />

arciprete di Collevaldelsa e poi cameriere segreto ed elemos<strong>in</strong>iere di papa Leone X e Clemente<br />

VII. Suo nipote Ugol<strong>in</strong>o di Iacopo (1504-1576) fu segretario del duca Cosimo I. Un<br />

Pietro Grifoni negli anni Trenta e Quaranta del Seicento militò nell’esercito imperiale e al<br />

servizio del governo toscano (cfr. istruzione a Pietro Grifoni a Milano, 25 ottobre 1635), S.<br />

Calonaci, Grifoni Ugol<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> DBI, vol. 59, Roma 2002, pp. 410-415; Boldr<strong>in</strong>i, Dizionario<br />

biografico, pp. 144-145; Angiol<strong>in</strong>i, I cavalieri, p. 72.<br />

43 Cesare Malasp<strong>in</strong>a (ramo dello Sp<strong>in</strong>o Fiorito) marchese di Oramala e Malgrate e consignore<br />

di Godiasco. Figlio di Giambattista e di Lucrezia Adriana di Guido Guidoboni. Nel 1530 per<br />

<strong>in</strong>vestitura imperiale ebbe i feudi di Soliano e Camigliano e nel 1533 il r<strong>in</strong>novo dei privilegi<br />

e delle immunità su queste terre. Fu <strong>in</strong>vestito dal vescovo di Pavia delle terre di Cecima e San<br />

Ponzio e nel 1546 ottenne Fortunago. Sposò Lucrezia, figlia di Girolamo Castiglioni, presidente<br />

del senato di Milano. Morì nel 1549, Litta, Famiglie, vol. IX, tav. XVI.<br />

44 Ercole di Filippo Malasp<strong>in</strong>a, nipote di Cesare Malasp<strong>in</strong>a, dottore il legge presso l’università<br />

di Tor<strong>in</strong>o. Nel 1613 fu nom<strong>in</strong>ato dal duca di Savoia governatore di Vercelli. Sposò<br />

Sperandia di Giordano Arnuzzi. Il feudo di Malgrate fu ceduto nel 1615, per dissesti f<strong>in</strong>anziari,<br />

alla camera ducale di Milano, rappresentante del re di <strong>Spagna</strong>. Nel 1641 il feudo fu<br />

acquistato al prezzo di 70.000 scudi dai marchesi Ariberti di Cremona che lo conservarono<br />

s<strong>in</strong>o alla soppressione dei feudi nel 1797, Litta, Famiglie, vol. IX, tav. XXIII; Branchi,<br />

Storia, vol. I, pp. 570-571.<br />

45 Nel 1618 l’ambasciatore veneziano a Milano era Antonio Maria V<strong>in</strong>centi. Nel 1619 venne<br />

sostituito da Giacomo Vendram<strong>in</strong>, che fu ambasciatore della repubblica veneta f<strong>in</strong>o al<br />

settembre 1622, Dispacci, pp. 165-166.<br />

46 Gli Arcimboldi, nobile famiglia milanese, detenevano il titolo di conti di Gandia e Valeggio.<br />

Un Guidoantonio, figlio di Francesco e di Filantera da Seregno, fu paggio e poi

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