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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

Nel 1617 ritornò <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong>, accompagnando il corpo di Francisco de Borja. Nel 1618 divenne<br />

membro del consiglio di stato. Nel 1620, mentre si trovava a Roma, fu nom<strong>in</strong>ato<br />

luogotenente del regno di Napoli. Nel 1621 partecipò al conclave che elesse Gregorio XV.<br />

Nel 1622, dopo l’arrivo del nuovo vicerè Antonio Alvárez de Toledo duca di Alba, tornò<br />

<strong>in</strong> <strong>Spagna</strong>. Nel 1625 divenne amm<strong>in</strong>istratore dell’arcidiocesi di Toledo per conto del<br />

card<strong>in</strong>ale don Fernando d’Austria. Nel 1627 fu nom<strong>in</strong>ato <strong>in</strong>quisitore generale. Nel 1632<br />

pubblicò un nuovo <strong>in</strong>dice di libri proibiti e diede le dimissioni da <strong>in</strong>quisitore generale,<br />

HC, vol. III, pp. 200, 268, vol. IV, pp. 7, 123, 171; Barrios, El consejo, p. 348; Diccionario,<br />

vol. II, p. 1479.<br />

8 Raffaello da Romena fu segretario di legazione <strong>in</strong> Francia dal 1594 al 1599 con i residenti<br />

Bonciani e Giovann<strong>in</strong>i. Dal 1605 al 1618 fu agente del monte a Madrid, dove si trattenne<br />

con Giulio Inghirami <strong>in</strong> qualità di segretario di legazione del residente Giuliano de Medici,<br />

Del Piazzo, Gli <strong>ambasciatori</strong>, pp. 112, 161.<br />

9 Vicerè di Napoli dal 1615 al 1620 fu Pedro Telléz Girón III duca di Osuna.<br />

10 Francisco Ruiz de Castro, ottavo conte di Lemos.<br />

11 Francesco Cenn<strong>in</strong>i (1566-1645), di orig<strong>in</strong>i senesi, si addottorò nello studio di Siena e<br />

qu<strong>in</strong>di prese gli ord<strong>in</strong>i nel 1591. Dopo essere divenuto arciprete della cattedrale di Chiusi<br />

e vicario generale della diocesi si trasferì a Roma ed entrò al servizio del card<strong>in</strong>ale Girolamo<br />

Bernieri, grazie al quale potè compiere un lungo e proficuo tiroc<strong>in</strong>io negli affari di<br />

curia. Nel 1612 divenne vescovo di Amelia e qu<strong>in</strong>di pr<strong>in</strong>cipale collaboratore del card<strong>in</strong>ale<br />

Scipione Borghese. Nel 1618 fu <strong>in</strong>viato come nunzio apostolico presso la corte spagnola<br />

<strong>in</strong> sostituzione del card<strong>in</strong>ale Caetani e quello stesso anno fu nom<strong>in</strong>ato patriarca di Gerusalemme.<br />

Egli già a Roma aveva sostenuto l’elevazione a card<strong>in</strong>ale del duca di Lerma, favorito<br />

di Filippo III e appoggiò anche quella del figlio del re, l’<strong>in</strong>fante Ferd<strong>in</strong>ando, che ricevette la<br />

porpora nel 1619 nonostante le contrarietà della Francia. Tornato a Roma nel 1621, i suoi<br />

successi di nunzio vennero premiati da Paolo V con la nom<strong>in</strong>a a card<strong>in</strong>ale. Urbano VIII lo<br />

trasferì al vescovato di Faenza e lo nom<strong>in</strong>ò legato a Ferrara, dove rimase f<strong>in</strong>o al 1627, e gli<br />

affidò le trattative con il duca di Urb<strong>in</strong>o per il riconoscimento dei diritti dello stato pontificio<br />

sul ducato nel caso il duca fosse morto senza eredi. Innocenzo X lo nom<strong>in</strong>ò prefetto<br />

della congregazione del concilio, G. De Caro, <strong>in</strong> DBI, vol. 23, Roma 1979, pp. 569-571;<br />

Pérez Bustamante, La España, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

12 Franz Christoph Khevenhüller (1588-1650) conte di Franquenburg (Frankenburg), figlio<br />

di Bartolomeo. Fu ambasciatore dell’imperatore a Madrid dal 1617 al 1621, raccogliendo<br />

l’eredità dello zio, Hans Khevenhüller, che fu ambasciatore imperiale a Madrid dal<br />

1574 al 1606 (anno della morte). Tornato <strong>in</strong> patria, fu nom<strong>in</strong>ato m<strong>in</strong>istro dell’imperatore<br />

Ferd<strong>in</strong>ando II. Nell’ambasciata di Madrid lo sostituì Wratislaw I conte di Furstenberg<br />

(1584-1631). Quest’ultimo, appartenente ad una nobile famiglia di orig<strong>in</strong>i austriache, fu<br />

anche presidente del reichshofrats a Vienna, Veronelli, Labrador Arroyo, Diario, pp.<br />

10, 41; IBNH, vol. 78, p. 553; ADB, vol. 15, p. 706.<br />

13 Michele Antonio I Ors<strong>in</strong>i ottavo duca di Grav<strong>in</strong>a e Solofra, figlio di Ferd<strong>in</strong>ando II Ors<strong>in</strong>i<br />

e di Virg<strong>in</strong>ia di Guidobaldo Della Rovere duca di Urb<strong>in</strong>o, vedova del conte Federico Borromeo.<br />

Nel 1585 succedette al padre. Alla morte della zia Giulia avviò un lungo conflitto<br />

con il re di <strong>Spagna</strong> Filippo III, che la zia aveva nom<strong>in</strong>ato erede dei suoi feudi. Nel 1614<br />

ottenne il feudo di S. Marco <strong>in</strong> Calabria e di Castrovillari col titolo di duca ed <strong>in</strong> cambio<br />

r<strong>in</strong>unciò ad ogni pretesa sui beni della zia. Sposò Giovanna di Pietro Borgia pr<strong>in</strong>cipe di<br />

Squillace e, <strong>in</strong> seconde nozze, la cug<strong>in</strong>a Beatrice Ors<strong>in</strong>i di Muro, già vedova di Giovanni

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