Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei (1587-1648)
tanta sospensione et incertezza che solamente ci furono esibiti, et non anche
se non da Milano, quando già erano i franzesi comparsi alle frontiere di Toscana,
onde, vedendoci noi già astretti alla neutralità, non potemmo poi se
non far offi zio che non ci fossero più mandati.
In questo proposito habbiamo stimato opportuno che dalla scrittura che
vi facciamo / c. 325r / consegnare dal senator Vettori 12 nostro auditore possiate
rimaner capace del sentimento in iure circa l’obligo di Spagna verso di
noi, quando non pure fossimo attaccati ma in pericolo, et dedurne quelle
conseguenze del torto statoci fatto mediante gli aiuti denegati nella guerra
de’ Barberini et quelli non effettuati nell’altra d’Orbatello. Ma di tutto vi
valerete a fi ne di rispondere in occasioni opportune, et non per farvi attore
di alcuna doglienza. Et nel fatto della guerra di Orbatello vi sarà forse detto
che ancora a noi furono chiesti i soccorsi che haveremmo dovuti per quella
occasione, se proporzionatamente et in tempo ne fossimo stati ricercati. Ma
don Carlo della Gatta ne fece la domanda sotto li 9 di maggio, quando già
l’armata di Francia era alle rive di questi stati, onde alli 11 ci convenne
l’entrare in neutralità. Anche non domandava il medesimo don Carlo gente
per metter nella piazza, ma per servire (argomento di molta diffi denza)
fuori di essa; in che non poteva trovarsi la proposizione di somministrar la
terza parte, che si sarebbe dovuta da noi conforme al capitolato, perché le
altre due terze che haverebbero dovuto fornire gli spagnoli non vi erano, sì
che saremmo noi restati soli contro i franzesi et sempre però incorsi in quel
caso che dovevamo sfuggire di dichiararci loro nemici senza forze di poter
contendere con essi; da che non sarebbe resultata la difesa di Orbatello, ma
ben la rovina de nostri stati, et conseguentemente, come in altra parte si è
accennato, nuovo imbarazzo alla corona di Spagna.
Il già cardinal Borgia sborsò al senator Mazzei, proveditore del Monte,
mentre era in Spagna ducati centosessanta mila per depositargli nell’istesso
monte, come seguì, restando quest’effetto impiegato nella casa del Monte
in Madrid. Et doppo acquistò ancora qua altri di simili crediti, che poi cedette
al re, et non havendo havuto effetto la cessione egli per testamento ne
fece erede il duca de Gandia 13 suo nipote. Et havendo la camera apostolica
/ c. 325v / preteso sopra di essi in ragione dello spoglio per la morte di sua
eminenza, si è inteso essersi fatta certa concordia tra l’istessa camera et il
prefato duca, et per la parte del Monte fu dato ordine al Bonaventuri di sodisfar
tal credito con gli assegnamenti della sopramentovata casa di Madrid; in
conseguenza di che egli ha risposto essere in procinto di farlo mediante certo
aggiustamento. Non crediamo che a voi habbia a esser parlato di questo
interesse, ma per ogni caso habbiamo voluto informarvene: sebene la più si-