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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

6 Pedro Alvárez de Toledo marchese di Villafranca, figlio di don García de Toledo e Vittoria<br />

Colonna. Ottenne da Filippo III il titolo di grande di <strong>Spagna</strong> quando, nella sua ambasciata<br />

straord<strong>in</strong>aria del 1608 presso la corte di Enrico IV di Francia, riuscì a procurarsi l’aiuto<br />

francese nelle negoziazioni che avrebbero portato alla tregua cosiddetta dei “dodici anni”.<br />

Divenne qu<strong>in</strong>di generale delle galere di <strong>Spagna</strong> e nel 1615 fu nom<strong>in</strong>ato governatore di Milano,<br />

al posto del marchese de H<strong>in</strong>ojosa che aveva firmato con il governo piemontese la pace<br />

di Asti considerata umiliante e disonorevole per la corona spagnola. Così Pedro de Toledo<br />

riaprì subito le ostilità con il ducato di Savoia e, dopo essere riuscito a prendere Vercelli e<br />

altre piazze, costr<strong>in</strong>se Carlo Emanuele a firmare la pace di Pavia nel 1617. Durante il suo<br />

governatorato egli sostenne la politica del duca di Osuna e del marchese di Bedmar, che<br />

tendeva a rafforzare ed estendere l’egemonia della <strong>Spagna</strong> sulla penisola italiana. Nel 1618<br />

prese parte anche alla cosiddetta “cospirazione di Venezia”. Morì nel 1627, Diccionario, vol.<br />

II, pp. 1280-1281; Pérez Bustamante, Felipe III, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

7 Isabella Caracciolo dei marchesi di Mesuraca, dal 1526 moglie di Ferrante Sp<strong>in</strong>elli duca di<br />

Castrovillari, gran protonoriato del regno nel 1525 e grande di <strong>Spagna</strong> nel 1535. Isabella sposò<br />

Ferrante, già vedovo della prima moglie, dopo essere cresciuta nella sua casa con la sorella<br />

Porzia, perchè orfane dei genitori uccisi dalle truppe francesi. Diede alla luce due figli maschi,<br />

Troiano e Giovan V<strong>in</strong>cenzo, mentre Ferrante dal primo matrimonio ebbe un solo figlio,<br />

Giovanni Battista, che fu pr<strong>in</strong>cipe di Cariati e duca di Castrovillari, titolo che confluì poi<br />

negli Sp<strong>in</strong>elli duchi di Sem<strong>in</strong>ara, Candida Gonzaga, Famiglie, vol. V, pp. 191-199; ESNI,<br />

vol. VI, pp. 416-418.<br />

8 Scipione Sp<strong>in</strong>elli duca di Sem<strong>in</strong>ara, titolo che fu conferito a Carlo Sp<strong>in</strong>elli da Filippo II come<br />

premio per i suoi servigi. Nel ramo dei Sem<strong>in</strong>ara confluì anche quello dei duchi di Castrovillari,<br />

Candida Gonzaga, Famiglie, vol. V, pp. 191-199; ESNI, vol. VI, pp. 416-418.<br />

9 Girolama Colonna, figlia di Ascanio, gran conestabile del regno di Napoli e di Giovanna<br />

d’Aragona, di Ferd<strong>in</strong>ando duca di Montalto. Dedita all’astrologia, fu amica di Paolo<br />

Manuzio che le dedicò una raccolta di rime stampate a Padova nel 1568. Sposò Camillo<br />

Pignatelli duca di Monteleone ed ebbe due figli: Ettore, duca di Monteleone dest<strong>in</strong>ato ad<br />

una brillante carriera nell’amm<strong>in</strong>istrazione spagnola e al grandato di <strong>Spagna</strong>, e Giovanna<br />

che sposò Carlo T<strong>agli</strong>avia d’Aragona pr<strong>in</strong>cipe di Castelvetrano, Litta, Famiglie, vol. II, tav.<br />

VII; Gottardi, Corrispondenze, vol. VIII, p. 46.<br />

10 Felice Ors<strong>in</strong>i, figlia di Girolamo signore di Bracciano. Sposò Marcantonio Colonna,<br />

figlio di Ascanio, gran contestabile del regno di Napoli e fratello di Girolama Colonna.<br />

Nel 1580 il marito fece erigere a Palermo <strong>in</strong> via Toledo una porta marmorea che fu detta<br />

Felice <strong>in</strong> onore della moglie. Ebbe sette figli. Morì nel luglio del 1596, Litta, Famiglie,<br />

vol. II, tav. IX.<br />

11 Ugo Loubens de Verdalle, di orig<strong>in</strong>i provenzali, fu gran maestro dell’ord<strong>in</strong>e di Malta dal<br />

1582 al 1595, anno della sua morte. Nel 1587 fu accusato di malgoverno e molti all’<strong>in</strong>terno<br />

dell’ord<strong>in</strong>e ne chiesero la sostituzione. Il papa lo chiamò qu<strong>in</strong>di a Roma per ascoltare le sue<br />

ragioni. Il vicerè di Sicilia, Diego Enriquez de Guzman, temendo che <strong>in</strong> assenza del gran<br />

maestro potesse avvenire una rivolta e un cambiamento nel governo dell’ord<strong>in</strong>e pregiudizievole<br />

alla corona di <strong>Spagna</strong>, <strong>in</strong>viò a La Valletta sette galere con a bordo seicento fanti spagnoli<br />

che avevano l’ord<strong>in</strong>e di presidiare l’isola. Il papa accolse le ragioni del Verdalle e non<br />

solo lo confermò nella carica magistrale, ma lo creò anche card<strong>in</strong>ale col titolo di S. Maria<br />

Chiesa <strong>in</strong> Portico. L’elevazione al card<strong>in</strong>alato rafforzò l’autorità di Verdalle, che tornato a<br />

Malta riuscì a sedare ogni ostilità contro la <strong>Spagna</strong>. Negli anni che fu gran maestro, riformò

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