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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

1 Lorenzo Capponi secondo marchese di Montecchio, figlio di Tommaso, ambasciatore<br />

granducale, e di Ortensia di Lorenzo Nasi. Sposò Margherita di Cosimo Bargell<strong>in</strong>i dal quale<br />

ebbe un figlio morto precocemente. Nel 1646 fu ammesso alla corte granducale come<br />

gentiluomo di camera. Nel 1648 fu <strong>in</strong>viato a Napoli, come attesta questa istruzione, per<br />

complimentare Giovanni d’Austria, fratello del re di <strong>Spagna</strong>, che era stato eletto vicerè e<br />

dal quale ebbe <strong>in</strong> dono un prezioso anello. Fu dedito alla poesia, così come la moglie. Morì<br />

nel 1672, Litta, Famiglie, vol. VIII, tav. VI; Del Piazzo, Ambasciatori, p. 135.<br />

2 Giovanni (Juan Josè) d’Austria (1629-1679), figlio naturale di Filippo IV e María Calderón,<br />

nel 1647 fu <strong>in</strong>viato a Napoli per reprimere la rivolta popolare capeggiata da Masaniello.<br />

Passò qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong> Sicilia dove fu vicerè dal 1649 al 1650. A quattordici anni era stato<br />

nom<strong>in</strong>ato gran priore dell’ord<strong>in</strong>e di San Juan <strong>in</strong> Castiglia e Leon. Nel 1650 entrò nel consiglio<br />

di stato e nel 1651 fu nom<strong>in</strong>ato comandante dell’esercito <strong>in</strong> Catalogna, nel 1661 di<br />

quello <strong>in</strong> Portogallo e nel 1667 dei Paesi Bassi. Fu qu<strong>in</strong>di nom<strong>in</strong>ato vicario generale della<br />

corona di Aragona. La reg<strong>in</strong>a Marianna cercò di tenerlo sempre lontano dal governo temendo<br />

che egli volesse <strong>in</strong> qualche modo esercitare un controllo sulla corona di <strong>Spagna</strong>. Non si<br />

sposò mai, ma ebbe almeno tre figli, Diccionario, vol. II, pp. 23-128; Fuidoro, Successi, ad<br />

<strong>in</strong>dicem; Musi, La rivolta di Masaniello, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

3 Ascanio Filomar<strong>in</strong>o (1583-1666), figlio di Claudio duca della Torre. Fu amico f<strong>in</strong> d<strong>agli</strong><br />

studi <strong>in</strong> utroque iure di Maffeo Barber<strong>in</strong>i, che, una volta divenuto papa (Urbano VIII) lo<br />

elesse suo cameriere segreto. Nel 1625 e 1626 fu <strong>in</strong>caricato di seguire il card<strong>in</strong>ale Francesco<br />

Barber<strong>in</strong>i nelle legazioni di Francia e <strong>Spagna</strong> e ciò segnò l’<strong>in</strong>izio del forte rapporto che<br />

avrebbe legato il giovane ecclesiastico al card<strong>in</strong>ale. Nel dicembre 1641 fu creato card<strong>in</strong>ale<br />

e nom<strong>in</strong>ato arcivescovo di Napoli al posto del defunto card<strong>in</strong>ale Boncompagni. Durante la<br />

rivolta napoletana del 1647-48 svolse un importante ruolo di mediatore, divenendo uno<br />

degli <strong>in</strong>terlocutori privilegiati della popolazione e riuscendo a m<strong>in</strong>are l’autorità e la rappresentatività<br />

dei governanti spagnoli, M. Bray, <strong>in</strong> DBI, vol. 47, Roma 1997, pp. 799-802;<br />

Fuidoro, Successi, ad <strong>in</strong>dicem; Musi, La rivolta di Masaniello, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

4 Orazio Strozzi, figlio di Lorenzo e Dianora di Pierantonio Band<strong>in</strong>i, sorella del card<strong>in</strong>ale Ottavio<br />

Band<strong>in</strong>i. Andato alla corte di <strong>Spagna</strong>, fu prima paggio e poi gentiluomo di Filippo III.<br />

Nel 1617 passò <strong>in</strong> Sicilia dove fu ascritto alla milizia <strong>in</strong> qualità di capitano di cavalleria e nel<br />

1632 divenne commissario generale della compagnia di Sicilia. L’anno successivo fu eletto<br />

pretore di Palermo (carica che ricoprì anche nel 1638 e 1639) e nel 1636 castellano del Salvatore<br />

di Mess<strong>in</strong>a. Filippo IV nel 1637 lo <strong>in</strong>vestì del marchesato di Flores <strong>in</strong> Sicilia e nello<br />

stesso anno diventò conservatore del real patrimonio. Nel 1647 fu eletto “maestro razionale” e<br />

ricoprendo questa carica fu co<strong>in</strong>volto nei tumulti di popolo rischiando di essere ucciso da una<br />

folla di manifestanti che circondò e diede fuoco alla sua casa. Nel 1648 fu <strong>in</strong>viato a Mess<strong>in</strong>a<br />

dal card<strong>in</strong>ale Trivulzio, capitano generale del Regno, per ottenere delle milizie da impiegare<br />

nella repressione dei tumulti. Fu quattro volte deputato del regno di Sicilia, uditore generale<br />

della gente di guerra e cavaliere dell’ord<strong>in</strong>e di Alcantara. Sposò Costanza di Girolamo barone<br />

del Term<strong>in</strong>e. Morì a Palermo nel 1654, Litta, Famiglie, vol. V, tav. XXI.<br />

5 Un ramo della famiglia fiorent<strong>in</strong>a Velluti-Zati si trasferì <strong>agli</strong> <strong>in</strong>izi del XVII secolo a<br />

Palermo, dove s’imparentò con alcune tra le più nobili famiglie siciliane. Capostipite del<br />

ramo siciliano fu Simone, entrato nell’ord<strong>in</strong>e dei cavalieri di S. Stefano nel 1562. Egli fu<br />

padre di Camillo, detto Simone, che nel 1640 acquistò il marchesato di Panfesi <strong>in</strong> val di<br />

Mazzara. Monsignore Francesco Maria Zati, zio paterno di Simone, fu priore della chiesa<br />

conventuale dell’ord<strong>in</strong>e di S. Stefano, provveditore dello Studio di Pisa (1652-1654) e dal

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