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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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63<br />

A Desiderio Montemagni <strong>in</strong>viato a Milano<br />

1636 giugno 3<br />

Ferd<strong>in</strong>ando II <strong>in</strong>carica Desiderio Montemagni di contrattare riguardo alla nuova richiesta<br />

di aiuti militari per la difesa dello stato di Milano, avanzata <strong>in</strong> base ai trattati esistenti dal<br />

governo spagnolo. Dalla Toscana si preferirebbe <strong>in</strong>viare denaro anziché truppe, facendo<br />

rimpatriare i soldati toscani già dislocati <strong>in</strong> Lombardia; si punta però ad una riduzione rispetto<br />

alla cifra richiesta di 20.000 scudi al mese.<br />

Orig<strong>in</strong>ale, ASF, Mediceo del pr<strong>in</strong>cipato, f. 2633, P. II, cc. 590r-591verso.<br />

Con molte parti del testo <strong>in</strong> cifra. In fi ne la sottoscrizione autografa del<br />

granduca Ferd<strong>in</strong>ando II, quella del segretario Andrea Cioli e il sigillo impresso<br />

su carta con la scritta: Ferd<strong>in</strong>andus II magnus dux Etruriae”.<br />

Cfr. m<strong>in</strong>uta, ivi, c. 592rv. (“Diciferato della aggiunta <strong>in</strong>struzione al signor<br />

Montemagni del 3 giugno 1636); copia, f. 2640 (numerata per <strong>in</strong>serti), <strong>in</strong>s.<br />

306 (cc. 2) legato erroneamente all’<strong>in</strong>terno di un’istruzione a Ugol<strong>in</strong>o Grifoni<br />

<strong>in</strong> Germania. In questa copia il testo appare decifrato.<br />

Nella trascrizione che segue si sono <strong>in</strong>dicate col corsivo le parti riportare<br />

<strong>in</strong> cifra nell’orig<strong>in</strong>ale, utilizzando per la loro trascrizione il testo decifrato<br />

della copia, confrontato con quello della m<strong>in</strong>uta.<br />

Instruzzione al segretario Montemagni de’ 3 di giugno 1636.<br />

Voi potete ricordarvi de’ trattati passati con Albornoz quando era a cotesto<br />

governo, et poi col signor marchese di Leganès, sopra le nostre obligazioni<br />

di assistere alla difesa dello stato di Milano, et che da essi et d<strong>agli</strong><br />

altri m<strong>in</strong>istri di sua maestà è sempre stata tenuta viva la pratica di ricevere<br />

i nostri soccorsi più tosto <strong>in</strong> denari che <strong>in</strong> gente effettiva; il che noi non<br />

haviamo potuto consentire, per non esser mai condescesi a contentarsi di<br />

quella quantità che pareva essere bastante, con l’essempio ancora di don Pietro<br />

di Toledo et d’altri, <strong>in</strong> considerazione delle gravi spese che haviamo fatte<br />

nelle leve della fanteria et cavalleria, come v’è noto. Onde s’<strong>in</strong>viò la gente,<br />

et ultimamente si mandarono altri soldati per riempimento delle compagnie. Et se<br />

bene essi pochi se ne condussero al campo, non è però che da noi non si sia cont<strong>in</strong>uato<br />

un gran dispendio e fatto tutte quelle diligenze che erano possibili per il mantenimento<br />

del nostro terzo. Et se non sia di presente così numeroso come vorrebbero i m<strong>in</strong>istri<br />

del re, è da considerarsi quel che avviene nelle leve che si fanno per il re, le<br />

quali con tanta diffi cultà si mettono <strong>in</strong>sieme et così facilemente si disfanno,<br />

come ogni giorno succede. Il signor marchese di Leganès et il signor don

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