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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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6. A Giovanni de Medici 69<br />

congiura ordita dal figlio Cristobàl, duca di Uceda, e dal marchese di Belmonte. Temendo<br />

di perdere def<strong>in</strong>itivamente potere e protezione, negoziò e ottenne la nom<strong>in</strong>a a card<strong>in</strong>ale<br />

nel marzo del 1618. Si ritirò qu<strong>in</strong>di nella sua residenza di Lerma e poi a Valladolid<br />

dove morì. Fu aio e maggiordomo maggiore del pr<strong>in</strong>cipe Filippo, futuro Filippo IV re<br />

di <strong>Spagna</strong>, Diccionario, vol. II, pp. 222-228; Barrios, El consejo, p. 336; Feros, K<strong>in</strong>gship,<br />

pp. 32-39; Allen, Philip III, ad <strong>in</strong>dicem; Pérez Bustamante, La España, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

6 Camillo (Gaetano) Caetani.<br />

7 Dal 7 marzo 1598 al 7 ottobre 1602 fu ambasciatore veneziano a Madrid Francesco Soranzo<br />

(1557-1607). Nel 1603 venne eletto ambasciatore presso l’imperatore Rodolfo II dove<br />

rimase f<strong>in</strong>o al 1607, ossia durante il periodo <strong>in</strong> cui le controversie tra la Serenissima e<br />

la Santa Sede si aggravarono a tal punto da arrivare alla cosiddetta rottura dell’<strong>in</strong>terdetto.<br />

Soranzo era un “papalista”, uomo che credeva nel ruolo politico-religioso che stava svolgendo<br />

l’Impero come braccio della Chiesa e difensore del cattolicesimo. Appartenente ad<br />

un famiglia veneziana tra le maggiori nel campo conservatore, nel biennio 1605-1607 fu<br />

uno dei savi del consiglio e di terraferma, Dispacci. Indice, pp. 103-104, 290-291; Cozzi,<br />

Knapton, Scarabello, La repubblica, pp. 84-86; Cozzi, Venezia, pp. 80, 84; Andretta,<br />

Note, pp. 70-78.<br />

8 Francesco Grimaldi, membro dell’antica e nobile famiglia genovese, fu generale delle galee<br />

della repubblica di Genova negli Ottanta e Novanta del C<strong>in</strong>quecento e sostenitore della<br />

fazione dei Doria, Costant<strong>in</strong>i, La repubblica, p. 146.<br />

9 Lorenzo Suárez de Figueroa y Córdoba (1559-1607) secondo duca di Feria. Nel 1591,<br />

<strong>in</strong> nome della corona di <strong>Spagna</strong>, fu mandato a prestare obbedienza a Gregorio XIV e a<br />

Innocenzo IX e nel 1592 a Clemente VIII. Fu vicerè della Catalogna dal novembre 1596<br />

all’aprile 1602 e qu<strong>in</strong>di vicerè di Sicilia f<strong>in</strong>o al 1606. Nel 1606 fu <strong>in</strong>viato presso Rodolfo<br />

II per sollecitare la scelta di un successore all’Impero. Filippo III lo designò qu<strong>in</strong>di ambasciatore<br />

per prestare obbedienza a papa Paolo V ma di lì a poco morì, così il re <strong>in</strong>viò al suo<br />

posto il figlio, Gomez Suárez de Figueroa (1587-1634), Diccionario, vol. II, p. 1211; Tellechea<br />

Idìgoras, El Papado, pp. 187-188.<br />

10 Giulio Batt<strong>agli</strong>no, orig<strong>in</strong>ario del regno di Napoli, che dovette abbandonare con il fratello<br />

nel 1567 perché co<strong>in</strong>volto <strong>in</strong> un fatto di sangue. In un primo tempo si stabilì a Pisa e poi,<br />

<strong>in</strong> seguito al matrimonio di suo fratello con una damigella tedesca venuta al seguito della<br />

granduchessa Giovanna d’Austria, ottenne la protezione di quest’ultima che lo collocò nel<br />

1573 a Roma al servizio del card<strong>in</strong>ale Ferd<strong>in</strong>ando de Medici. Nel 1582 fu <strong>in</strong>viato <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong><br />

<strong>in</strong> veste di agente dal granduca Francesco, ma <strong>in</strong> realtà svolse il ruolo di agente segreto di<br />

Ferd<strong>in</strong>ando che si servì di lui per sventare eventuali manovre del granduca presso la corte di<br />

<strong>Spagna</strong> allo scopo di far riconoscere come pr<strong>in</strong>cipe ereditario di Toscana il figlio legittimato<br />

Antonio. A Madrid seguì anche le trattative riguardanti il matrimonio di don Pietro de<br />

Medici con Beatrice Meneses. Quando Ferd<strong>in</strong>ando divenne granduca lo <strong>in</strong>viò come agente<br />

a Napoli (1591-1600) e poi nuovamente <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong> nel 1598 <strong>in</strong> veste di agente segreto, con<br />

il compito di disporre favorevolmente il nuovo re Filippo III e controllare l’operato di don<br />

Pietro che da tempo operava ai danni di Ferd<strong>in</strong>ando presso la corte spagnola, Del Piazzo,<br />

<strong>ambasciatori</strong>, p. 131; R. Cantagalli, <strong>in</strong> DBI, vol. 7, Roma 1965, pp. 232-234.<br />

11 Marc’Antonio Calafati (1546-1601), nobile pisano, figlio di Giovan Girolamo e Lisabetta<br />

Buzz<strong>agli</strong>a, vestì l’abito di cavaliere dell’ord<strong>in</strong>e di Santo Stefano nel 1568, ma ancor<br />

prima di divenire cavaliere aveva già preso parte a due imprese militari: l’assedio di Malta<br />

del 1565 e la campagna contro le armate ottomane <strong>in</strong> Ungheria nel 1566. Partecipò alla

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