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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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63. A Desiderio Montemagni 445<br />

Francesco de Melo 1 , con occasione di corrieri fanno <strong>in</strong>stanza, con le lettere al<br />

conte Orso, che si supplisca il numero de’ soldati, che dicono essere ridotti a<br />

1200 fanti di servizio, o vero si compla al resto con denari; noi saremmo pronti<br />

a mandare nuova gente, ma non possiamo prometterci che si mantenga nell’istesso<br />

numero, perché se ne fuggono, se ne ammalano et muoiono, et così dim<strong>in</strong>uiscono, et<br />

sono anche tanto ristrette le cose che il metterle <strong>in</strong>sieme et mandarle richiede qualche<br />

lunghezza di tempo, e che sia poi ricevuta da’ m<strong>in</strong>istri del re <strong>in</strong> quel modo et numero<br />

che si possa havere.<br />

Quando però <strong>in</strong> riguardo di questo il marchese di Leganes et don Francesco<br />

de Melo applich<strong>in</strong>o l’animo / c. 590v / da vero a pigliare, <strong>in</strong> luogo di<br />

gente, denari, noi vi consentiremo con presuposto che si deva ridurre questo<br />

negotio al conveniente et al giusto, et che si habbiano sopra di ciò le considerazioni<br />

opportune.<br />

Vogliamo però che vi trasferiate quanto prima all’armata e dove presentemente<br />

si trov<strong>in</strong>o i suddetti signori, et che a nome nostro rappresentiate<br />

loro che havendo noi sentito quel che hanno scritto al conte Orso, ci siamo<br />

ben maravigliati del poco numero a che asseriscono essere ridotto il nostro<br />

terzo, vedendo noi dalle paghe datesi ultimamente e dalle note dei m<strong>in</strong>istri<br />

nostri che sieno molti più di quel ch’è stato detto a lor eccellenze, et che<br />

noi saremmo pronti a supplire con nuova gente, ma esser necessario che si consideri<br />

che le nostre compagnie non possono essere esenti da quelli accidenti<br />

che hanno quelle de’ re grandi, e che però non resta da noi che il terzo non<br />

sia pieno, accennando loro che la dim<strong>in</strong>uzione del numero deriva anche da’<br />

medesimi capitani di sua maestà, che hanno raccettato nelle lor compagnie<br />

nostri soldati, et soggiugnerete quel più che vi sovverrà per mostrare che dal<br />

canto nostro non si sia mancato.<br />

Passerete poi a mostrare a lor eccellenze che per le suddette diffi cultà di<br />

mantenere la gente noi non ci discosteremo dal convertirla <strong>in</strong> denari, mentre però sia<br />

riformata la fanteria, della quale <strong>in</strong>tendiamo di ritirare almeno i nostri vassalli, et<br />

la cavalleria ancora, per valercene per sicurezza della mar<strong>in</strong>a di Toscana e de’ porti<br />

di sua maestà. Et per determ<strong>in</strong>are la quantità del denaro, oltre <strong>agli</strong> essempi<br />

che sapete metterete <strong>in</strong> considerazione il disfacimento della medesima gente,<br />

dove il danaro non riceve dim<strong>in</strong>uzione, et che però non si deve pensare al numero<br />

effettivo di 4000, ma sarebbe assai che stessero fermi 2mila et 500, come la<br />

cavalleria s<strong>in</strong>o al numero di 250, et questi importerebbono meno di 15 mila<br />

scudi il mese, et ricorderete vivamente che i soldati si fuggono, si ammalano,<br />

muoiono, et sono anche ammazzati nelle / c. 591r / fazzione, dove, come s’è detto,<br />

il danaro sta sempre all’istesso segno e può rendere tanto maggiore servizio alli affari<br />

di sua maestà quanto da’ signori m<strong>in</strong>istri della maestà sua potrà essere impiegato

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