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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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XLII <strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

aff<strong>in</strong>ate dalla diplomazia medicea, e cercando di mantenersi aperti spazi di<br />

proposta e di mediazione nella situazione italiana, f<strong>in</strong>o ad <strong>in</strong>carnare un riconosciuto<br />

ruolo di difensore dei più piccoli pr<strong>in</strong>cipati, che rischiavano ogni<br />

sopraffazione nella furia degli eserciti belligeranti 94 .<br />

Così, se f<strong>in</strong> dal 1629 la ribalta diplomatica è conquistata dalla questione<br />

degli aiuti dovuti dalla Toscana allo stato di Milano – un obbligo che il<br />

granduca non poteva certo disconoscere, ma solo cercare di <strong>in</strong>quadrare <strong>in</strong><br />

term<strong>in</strong>i il più possibile restrittivi 95 , e ponendo a contraltare, dalla sua<br />

parte, le annose e tuttora aperte questioni del rimborso da parte spagnola<br />

delle <strong>in</strong>gentissime somme avute <strong>in</strong> passato <strong>in</strong> prestito dai granduchi – non<br />

mancano neanche di partire da Firenze proposte di mediazione per far tacere<br />

i cannoni nel nord Italia e contribuire i risolvere le sp<strong>in</strong>ose questioni di<br />

Mantova e del Monferrato 96 .<br />

Malgrado i propositi di Ferd<strong>in</strong>ando II di resistenza alle richieste di aiuti<br />

militari dalla <strong>Spagna</strong>, le emergenze belliche <strong>in</strong> nord Italia e la m<strong>in</strong>accia<br />

ricorrente di <strong>in</strong>vasione francese del territorio milanese lo costr<strong>in</strong>sero più<br />

volte, dopo il 1630, ad onerosi <strong>in</strong>vii di truppe e denaro alla volta della<br />

Lombardia 97 . Ciò preoccupandosi costantemente, anche nelle regole d’<strong>in</strong>gaggio<br />

dettate alla partenza dei cont<strong>in</strong>genti ai comandanti militari, di<br />

ribadire il rigido mandato per un’impiego puramente difensivo delle truppe<br />

toscane:<br />

«Dovendo questa nostra gente servire … per diffesa dello stato di Milano voi non comporterete<br />

di uscir con essa fuor di detto stato per andare alla offesa d’altri … Et se altri casi<br />

avvenissero, et che voi foste ricercato di quel che non vi sia stato ord<strong>in</strong>ato nelle vostre<br />

<strong>in</strong>struzzioni, avvisatene per m<strong>in</strong>or vostra briga Domenico Pandolf<strong>in</strong>i, nostro segretario,<br />

mentre voi proprio non possiate scrivercene, acciò con speditioni espresse ce lo faccia <strong>in</strong>ten-<br />

94 Ivi, pp.42-43.<br />

95 Si veda fra le altre l’Istruzione n. 46, a Pietro Medici <strong>in</strong>viato a Milano, del 24 agosto<br />

1629, nella quale si forniscono all’ambasciatore tutta una serie di ragionate argomentazioni,<br />

che si basano sui precedenti e sulla stessa <strong>in</strong>terpretazione data <strong>in</strong> proposito dal re di<br />

<strong>Spagna</strong>, tese a dimostrare che l’obbligo toscano di aiuti militari a Milano riguarda esclusivamente<br />

la «difesa di quello stato» <strong>in</strong> caso di attacchi esterni, «et che conforme a quello il<br />

governatore si haveva da governare, senza eccedere <strong>in</strong> cose nessune» (ivi, p.363).<br />

96 Cfr. Istruzione n. 47, a Giulio Inghirami <strong>in</strong>viato a Milano e Mantova, del 18 settembre<br />

1629 (<strong>in</strong>fra, pp. 366-368); Istruzione n. 51, a Domenico Pandolf<strong>in</strong>i <strong>in</strong>viato a Milano e<br />

Parma, del 4 maggio 1631 (<strong>in</strong>fra, pp. 383-386).<br />

97 Si veda il quadro degli <strong>in</strong>vii <strong>in</strong> C. SODINI, L’Ercole tirreno … cit., pp. 43-46, secondo cui<br />

gli anni 1630-1638 costituirono il periodo di più gravoso impegno del granducato a<br />

sostegno della <strong>Spagna</strong>.

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