Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

46. A Pietro Medici 363
tratta dell’obligo nostro, acciò fusse informato della forma di esso et che i
nostri soccorsi hanno da servire per difesa di quello stato, et che conforme a
quello il governatore si haveva da governare, senza eccedere in cose nessune.
Di questa lettera, che anche nel resto è piena di amore et di benignità verso
questa casa, dovrà essere in Milano l’originale fra le scritture del governo,
acciò sia di mano in mano veduta et osservata da tutti i governatori, et noi
ne teniamo una copia autentica che fu recata dal conte Orso nel suo ritorno
dalla corte cattolica.
Quando con tutti questi tre capi voi havrete pienamente informato il
marchese delle nostre ragioni in materia di tali soccorsi et de’ tempi et de’
casi ne’ quali dobbiamo contribuirli, gli direte che, quando don Gonzalo
con lettera sua de’ 22 di maggio ci avvisò della risoluzione fatta da sua
maestà sopra il capitolato di Susa con mandarcene copia et mostrarci sicurezza
dell’aggiustamento delle / cose di Mantova, noi alli 27 del medesimo
gli rispondemmo, doppo haverlo ringraziato di tanta cortesia et rallegratoci
seco di così buona et prudente risoluzione di sua maestà cattolica in haver
posposto ogn’altro rispetto al fi ne del conseguimento della pace, che, vedendosi
non esser più esposti a pericolo di offesa li stati di sua maestà, noi
fi niremmo di licenziare la gente che teniamo pronta per questo effetto, et
ordinammo al nostro ambasciatore in Spagna che ne desse anche conto alla
maestà sua, come ne facemmo dar parte in Roma al conte di Monterey 7
ancora. Et nondimeno, per qualche dubbio che ci rimase nell’animo di
nuove diffi cultà che potessero nascere dalla parte dell’imperatore, nell’atto
del licenziarla in quei buoni avvisi ci risolvemmo di ritenere dieci capitani
con le compagnie riformate, per poter poi sollecitamente riempierle in ogni
caso di bisogno che fusse sopravenuto, come vediamo che hora soprasta, et
ne anderemo però affrettando l’effettuazione con fare altri dieci capitani et
tornare a radunare più gente forestiera che sarà possibile, per haverla pronta
a nuovo bisogno. Et mancandoci nel suddetto caso gente forestiera, suppliremo
con soldati de’ nostri proprii stati. Et tanto habbiamo risposto alla
lettera che sua maestà si è compiaciuta di scriverci doppo la deliberazione
della partenza del marchese dalla corte, et anche a don Gonzalo, che ce la
inviò con lettera sua de’ 13 di questo; et ne habbiamo anche fatto dar parte
in Roma al conte di Monterey.
Et in fi ne assicurerete il signor marchese che del nostro procedere et del
nostro zelo / verso il servizio del re et del publico, egli havrà cagione di
restar sempre più contento, per la buona corrispondenza che con l’aiuto di
Dio passerà fra noi, concorrendovi il nostro affetto verso la persona sua. Et
il Signore vi accompagni. Data in Fiorenza, 24 agosto 1629.