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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

1 Paolo Odoni, appartenente ad una nobile famiglia genovese, fu agente del granduca a<br />

Genova f<strong>in</strong> dal 1623. Anche Baldassare, altro membro della famiglia Odoni, fu agente<br />

granducale a Genova (cfr. <strong>in</strong>fra, istruzione n. 61, a Costanzo Bell<strong>in</strong>c<strong>in</strong>i <strong>in</strong>viato a Milano,<br />

22 novembre 1635), Del Piazzo, Gli <strong>ambasciatori</strong>, p. 154.<br />

2 Giovanni Andrea II Doria (1607-1640), figlio di Andrea II e Giovanna Colonna dei pr<strong>in</strong>cipi<br />

di Paliano. Patrizio genovese, fu pr<strong>in</strong>cipe di Melfi, marchese di Carrega e Torriglia,<br />

conte di Loano. Come il padre, fu cavaliere dell’ord<strong>in</strong>e di Santiago e gran protonotario del<br />

regno di Napoli. Dal 1638 al 1640 fu vicerè di Sardegna. Sposò nel 1626 Polissena Maria<br />

Landi, figlia di Federico II Landi pr<strong>in</strong>cipe di Valditaro, ESNI, vol. II, p. 625; Ciasca,<br />

<strong>Istruzioni</strong>, vol. II, pp. 271, 272, 274.<br />

3 Alvaro de Bazán (1571-1646) secondo marchese di Santa Cruz, grande di <strong>Spagna</strong>, cavaliere<br />

dell’ord<strong>in</strong>e di Santiago. Figlio dell’ammir<strong>agli</strong>o Alvaro de Bazán primo marchese di<br />

Santa Cruz. Nato a Napoli, fu nom<strong>in</strong>ato nel 1603 capitano generale della squadra di galere<br />

di Napoli. Combattè qu<strong>in</strong>di contro i Turchi e nel 1609 partecipò all’espulsione dei<br />

moriscos da Valencia. Nel 1615 divenne capitano generale delle galere di <strong>Spagna</strong>. Nel 1621<br />

ricevette il titolo di teniente generale de la mar e divenne luogotenente del pr<strong>in</strong>cipe Filiberto<br />

di Savoia e comandante delle galere di Sicilia. Nel 1625, <strong>in</strong>sieme a Carlo Doria duca di<br />

Tursi, liberò la città di Genova dalle truppe di Carlo Emanuele I di Savoia e procedette a<br />

riconquistare le piazze del litorale ligure. Nel 1629 fu consigliere di stato. Nel 1630 fu<br />

nom<strong>in</strong>ato governatore dello stato di Milano al posto di Ambrogio Sp<strong>in</strong>ola, carica che lasciò<br />

nall’aprile 1631. Tornato <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong> fu nom<strong>in</strong>ato maggiordomo maggiore della reg<strong>in</strong>a di<br />

<strong>Spagna</strong> (1632). Nel 1635 conquistò per conto della corona spagnola alcune isole dell’arcipelago<br />

di Lèvr<strong>in</strong>s e si ritirò qu<strong>in</strong>di a vita privata, Diccionario, vol. I, pp. 390-391; Barrios,<br />

El consejo, pp. 363-364.<br />

4 Franz Fürst von Dietrichste<strong>in</strong> (1570-1636) pr<strong>in</strong>cipe di Dietrichste<strong>in</strong>, figlio di Adam diplomatico<br />

imperiale. Studiò a Vienna, Praga e al collegium germanicum a Roma. Nel 1591<br />

divenne canonico a Olmütz <strong>in</strong> Boemia, nel 1593 a Passau e Breslavia, nel 1594 proposto<br />

a Leitmeritz. Dopo l’ord<strong>in</strong>azione sacerdotale nel 1597 fu chiamato a Roma da Clemente<br />

VIII. Nel 1599 entrò nel collegio card<strong>in</strong>alizio. Nello stesso anno fu creato vescovo di Olmütz,<br />

dove sostenne il partito di governo e si adoperò per promuovere la Controriforma.<br />

Nel 1607 fu nom<strong>in</strong>ato presidente del consiglio segreto e nel 1611 <strong>in</strong>coronò Mattia re di<br />

Boemia. Nel 1619 fuggì a Vienna, <strong>in</strong> seguito alla rivolta boema. Dal 1620, <strong>in</strong> veste di<br />

commissario generale, statthalter e capitano (landeshauptmann) della Moravia, promosse il<br />

cattolicesimo <strong>in</strong> quei territori. Nel 1626 gli fu conferito il titolo pr<strong>in</strong>cipesco e nel 1636,<br />

poco prima di morire, fu nom<strong>in</strong>ato luogotenente <strong>in</strong> Austria, HC, vol. IV, pp. 6, 260; DBE,<br />

vol. 2, p. 538; ADB, vol. 5, pp. 199-203.

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