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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

1 Questa istruzione, come si desume <strong>in</strong> maniera più esplicita dalle sottoscrizioni delle lettere<br />

credenziali allegate, è emanata <strong>in</strong> nome del giovanissimo granduca Ferd<strong>in</strong>ando II, anche<br />

se all’epoca egli –nato nel 1610- non aveva ancora raggiunto la maggiore età e si trovava<br />

ancora sotto la tutela delle due reggenti, la madre Maria Maddalena d’Austria e la nonna<br />

Crist<strong>in</strong>a di Lorena.<br />

2 Domenico di Santi Pandolf<strong>in</strong>i (1594-1655), nobile di Prato. La sua carriera politica al servizio<br />

dei granduchi di Toscana ebbe <strong>in</strong>izio con <strong>in</strong>carichi diplomatici: fu <strong>in</strong>viato a Parma nel<br />

1621 e nello stesso anno fu segretario di legazione <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong>. Dal 1626 al 1634 fu residente<br />

a Milano e nel 1642 <strong>in</strong>viato a Modena e Venezia. Per premiarlo dei suoi servigi, Ferd<strong>in</strong>ando<br />

II gli concesse la carica di segretario di stato e nel 1637 la cittad<strong>in</strong>anza fiorent<strong>in</strong>a. Nel<br />

1640 gli fu affidata la segreteria degli affari di Siena e della sanità e nel 1644 quella degli<br />

affari militari, degli affari di Livorno, delle galere, dell’arsenale, di Portoferraio. Nel 1637<br />

prese l’abito dell’ord<strong>in</strong>e di S. Stefano, di cui fu segretario, Pans<strong>in</strong>i, Le segreterie, p. XLV,<br />

Del Piazzo, Gli <strong>ambasciatori</strong>, p. 155; Cas<strong>in</strong>i, I cavalieri di Pistoia, p. 362.<br />

3 Gonzalo Fernández de Cordoba y Cardona (1585-1635) pr<strong>in</strong>cipe di Maratea, cavaliere<br />

dell’ord<strong>in</strong>e di Santiago, membro del consiglio di stato e di guerra. Figlio del duca di Sesa,<br />

f<strong>in</strong> da giovane si dist<strong>in</strong>se nella carriera militare che com<strong>in</strong>ciò <strong>agli</strong> ord<strong>in</strong>i del marchese<br />

di Santa Cruz. Nel 1616 fu al servizio del marchese di Villafranca <strong>in</strong> Lombardia contro i<br />

Savoia. Nel 1620 dall’Italia passò nei Paesi Bassi con tremila fanti per unirsi al marchese<br />

Sp<strong>in</strong>ola nel Palat<strong>in</strong>ato. Filippo IV lo <strong>in</strong>viò ancora <strong>in</strong> Italia perché aiutasse il duca di Feria,<br />

governatore di Milano, impegnato nella guerra del Monferrato. Nel 1625 il duca di Feria<br />

fece ritorno <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong> e la carica di governatore di Milano fu occupata con un mandato ad<br />

<strong>in</strong>terim dal Cordoba che, per porre f<strong>in</strong>e alla guerra del Monferrato, firmò con la Francia il<br />

trattato di Susa. Il trattato, però, non fu approvato da Ambrogio Sp<strong>in</strong>ola, suo successore<br />

al governo di Milano, né ratificato dalla <strong>Spagna</strong>. La firma di quel trattato senza l’autorizzazione<br />

di Madrid mise a serio rischio la sua carriera, tanto che fu aperto contro di lui un<br />

processo segreto, poi annullato per ord<strong>in</strong>e del re. Nel 1629 il Cordoba lasciò Milano per<br />

tornare nelle Fiandre, dove fu maestro di campo. Nel 1634 si ritirò <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong> e qui morì,<br />

Diccionario, p. 1110; Barrios, El consejo, pp. 364-365.<br />

4 Odoardo I Farnese (1612-1646) duca di Parma e Piacenza, figlio di Ranuccio I e di Margherita<br />

Aldobrand<strong>in</strong>i. Dalla morte del padre (1622) e f<strong>in</strong>o a che Odoardo non raggiunse la<br />

maggiore età, il ducato fu retto dallo zio card<strong>in</strong>ale Odoardo (1577-1626). Quando anche<br />

quest’ultimo morì il ducato fu retto dalla madre Margherita. Nel 1628 Odoardo assunse il<br />

governo del ducato e sposò Margherita de Medici (1612-1679), secondogenita di Cosimo<br />

II, dopo lunghe trattative <strong>in</strong>iziate nel 1615. Nel 1635 si assentò per impegni di guerra e<br />

allora lo stato farnesiano fu retto dalla moglie Margherita, che fu ancora una volta reggente,<br />

<strong>in</strong>sieme al cognato card<strong>in</strong>ale Francesco, dopo la morte di Odoardo durante la m<strong>in</strong>ore età<br />

del figlio Ranuccio, Nasalli Rocca, I Farnese, pp. 157-182; R. Zapperi, <strong>in</strong> DBI, vol. 45,<br />

Roma 1995, pp. 112-116; Litta, Famiglie, vol. III, tav. XV.<br />

5 Jean-Conrad de Berold<strong>in</strong>gen (1558-1636), secondogenito di Jean-Pérégr<strong>in</strong> e di Ursule<br />

de Liebensfels. Suo padre servì col grado di capitano il papa e i re di <strong>Spagna</strong> e Francia. Nel<br />

1576 Jean-Conrad divenne secrétaire du bailliage di Lugano, carica che occupò per trent’anni<br />

e che, divenuta ereditaria, la famiglia Berold<strong>in</strong>gen mantenne f<strong>in</strong>o al 1798. Dal 1609 al<br />

1610 e dal 1625 al 1626 fu landammann. Dal 1610 con il grado di colonnello servì a più riprese<br />

il re di <strong>Spagna</strong>, soprattutto <strong>in</strong> Italia. Egli fu, come lo zio Sébastien, <strong>in</strong>formatore della<br />

cancelleria fiorent<strong>in</strong>a. Sposò Reg<strong>in</strong>a Schmid d’Altdorf, Giddey, Agents, pp. 195-199.

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