Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

46. A Pietro Medici 361
servanza che si porta alla sua bontà et al suo valore, allargandovi in questo
complimento con la maggiore et più cordiale espressione che potrete.
Vogliamo ancora che visitiate in nome nostro il principe di Montenero 4 ,
cavaliere et soldato di quella qualità che al mondo è noto, et perché siccome
teniamo conto della sua amicitia, così habbiamo in gran pregio il suo sapere,
confi dando però grandemente nel suo amore et nella sua prudenza, voi non
vi fermerete seco nel solo complimento, ma dandogli occasione d’entrare in
discorso delle presenti occorrenze v’ingegnerete a serbar memoria di quanto
gli piacerà di dirvi per farcene puntual relazione b .
Sodisfatto che haverete a questo complimento, come vi sarà facile entrare
in discorso delle presenti occorrenze et di quel che possa succedere, così potrà
forse agevolmente riuscirvi il cavar destramente da lui quel che possiamo
credere c della pace o della guerra, ingegnandovi di penetrare per quanto vi
sarà possibile il suo senso et le commessioni che possa havere.
Et perché verrà forse da lui il cominciare a parlar de’ soccorsi che dobbiamo
a sua maestà per la difesa dello stato di Milano, voi distinguerete il nostro
ragionamento sopra questa materia ne’ tre susseguenti capi, per farlo restare /
interamente capace della forma del nostro obligo secondo la capitolazione di
Siena, et perché egli sappia di non poter pretender più oltre, come non è stato
lecito farlo a nessuno de’ suoi antecessori in quel governo. Et questa dichiarazione
voi l’havete a far seco anche quando non fusse egli il primo a muoverne
proposito, acciò non restasse nell’openione, che ha mostrato di havere in Spagna,
che noi habbiamo a mandargli detti soccorsi ogni volta che gli chiegga.
Nei primi moti della Lombardia, quando il signor duca di Savoia assaltò
Trino et altri luoghi del Monferrato, il marchese dell’Inoiosa, governatore
allora di Milano, venuto in necessità di pigliare la difesa del signor duca
di Mantova 5 contro Savoia, si provò più d’una volta a chiedere al granduca
nostro padre, di gloriosa memoria, i detti soccorsi, ma rimasto fi nalmente
chiaro che non era sua altezza tenuto a dargli prima che non fusse attaccato
et invaso lo stato di Milano, ne aspettò il tempo, et ne fu servito. Et il
medesimo di poi avvenne al signor don Pietro di Toledo, suo successore,
et anche al duca di Feria, et dalla banda nostra il granduca non solamente
mandò gli aiuti in tempo di ciascuno di essi tutte le volte che ne nacque il
bisogno, come sopra, ma cercò anche di prevenirne le preparazioni mentre
sentiva poterne avvenire il caso d .
b Da «in continuazione» a «relazione» aggiunto con segno di richiamo alla fine del testo.
c «credere» corretto nell’interlineo al posto di «e sperare e temere» a testo cancellato.
d Segue, cancellato: «Et perché il primo capo del nostro ragionamento».