Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei (1587-1648)
stati dati assegnamenti / c. 321v / o è convenuto comprarli in certo modo
con aggiugner nuove prestanze alle vecchie, talmente che vi si è messo di
più che non se ne è cavato, o sono stati ripresi i medesimi assegnamenti.
D’una parte di ciò potrete havere la riprova in Spagna da Niccolò Buonoventuri
10 , ministro nella hazienda nostro et del monte, et quanto all’altra vi
affermiamo noi che a Napoli, prima pure de’ presenti tumulti di quel regno,
ci sono stati levati non solo gli assegnamenti sopra diverse rendite regie,
ma eziandio i casali i Cosenza, vendutici con solenne contratto dal viceré
non per disconto interamente di nostri crediti, ma con havervi anche fatta
arrogere grossa somma di danari: et quel che ci rende più sensibile il caso è
che mentre ai cosentini, gente vassalla et non da compararsi a noi, è parso
in Spagna al Consiglio d’Italia che sia stato di giustizia il restituir detti
casali per essersene precedentemente affrancati in denari con il re, noi non
siamo stati sentiti nella richiesta d’esser prima redintegrati in altri effetti
che spogliati di quelli, benché ne fosse la condizione espressa nella vendita,
havendo in Spagna avuto per bene di decretar solamente che noi dovessimo
essere sodisfatti in altro dal viceré senza dilazione intanto della restituzione
de’ casali ai prefati cosentini: che è stato far un fascio di tutti i nostri
crediti senza cautela, benché in questa parte noi l’havessimo conseguita col
mezzo di nuovi danari. Tralasciamo di parlare di quel che vanno creditori
per ragione di loro stipendi di protettor di Spagna et di generalissimo del
mare gli signori cardinali nostro zio et fratello, bastando che vi accenniamo
che nelli riguardi correlativi alle fazioni de’ loro carichi non hanno ricevuto
quelle / c. 322r / dimostrazioni di puntualità et di confi denza con le quali va
manifestata ordinariamente la stima; punto che a loro et a noi non può non
essere di mortifi cazione. Circa di che intenderete da essi più precisamente
i loro sensi, mentre sono per incaricarvi quel che s’aspetta a’ loro interessi
favor de’ quali ci contentiamo che impieghiate ogni opera vostra.
Et quanto al terzo, è più che certo che noi fummo astretti in maggio 1646,
quando l’armata navale di Francia comparve alle spiagge di Livorno, di porci
in neutralità, allora che l’abate Bentivogli 11 , mandatoci espressamente dal
re cristianissimo, ci premeva a far dichiarazione dell’animo nostro, poiché
vedendoci da ogni parte denudati di assistenze, di quelle eziandio che ci si
dovevano da Spagna in virtù della capitolazione di Siena, benché da noi procurate
et domandate in tempo et anche di una sola minima parte dell’intero,
et non proveduti ancora con la proprietà nostra, indebolita già per tanti pesi
et così gravi sofferti per le cose di Spagna et per altri accidenti del mondo,
di forze bastanti a resistere a così gran potenza che ci vedevamo alle porte
di questi stati, havevamo per bene di non prendere altro partito che quello