Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

75. A Giovan Battista Gori Pannilini 531
di detta neutralità, poiché quello d’essere contro i franzesi ci sarebbe stato
rovinoso et l’altro di essere con essi non haverebbe trovato proporzione con
l’animo nostro, et intanto più ancora ci confermammo in questa deliberazione
in quanto considerammo essere ella parimente consentanea al miglior
servizio di sua maestà, già che fra tanti suoi altri impegni et bisogni veniva
in questo modo sgravata del peso di prestarci le dovute assistenze, et scansavamo
insieme, in mancanza di esse, l’imminenza del pericolo / c. 322v /
che, succumbendo noi sotto la potenza di Francia, le forze di essa pigliassero
posto in questi stati, quali trovandosi in mezzo fra quelli di Napoli et di
Milano haverebbero tanto più comodamente potuto esserne infestati. Né
deve rifl ettersi sopra tante opinioni contro la sincerità della nostra intenzione
corse per il mondo, o di malevoli nostri o di ignoranti, benché a Madrid,
a Napoli et a Milano pur troppo si sia mostrato di mostrarli fede, perché se
havessimo proceduto con doppiezza haveremo, doppo tanti inviti fattici da’
franzesi con larghissime offerte et doppo il corso di tante altre cose atto a
persuaderlo, dovuto a quest’hora haver fatto il salto. Dalla copia che vi sarà
consegnata di quel che ordinammo che si ponesse in carta quando facemmo
la dichiarazione della neutralità potrete più particolarmente informarvi de’
motivi precisi che vi ci indussero.
Ma troppo lungo sarebbe il racconto se volessimo dirvi tutti gli atti di
soverchio gravame et di poca corrispondenza che ci sono occorsi con li ministri
di Spagna anche in tempo di più rilevanti servizii nostri, resi alla corona
non che allo stato, del nostro più caldo et puro affetto, che mai ha patito né
patirà diminuzione verso le cose di Spagna.
Non vogliamo tuttavolta lasciar di accennarvi un segno freschissimo di
poca amorevolezza stato usato con noi. Si è voluto vendere Pontremoli. Sapevasi
quanto sarebbe stato comodo l’unirlo con i nostri stati et il desiderio
però che ne potevamo havere quando se ne havesse havuto a contrattare,
già che se ne era pochi anni sono havuta la pratica per le mani mediante
gli ordini venutine di Spagna a don Giovanni d’Eraso, et nulladimeno si è
havuto per bene / c. 323r / di darlo a altro principe per un pezzo di pane,
quando con noi si era nel tempo mentovato di sopra ragionato di molto et
molto maggior prezzo, et anche senza anche dircene cosa alcuna in ordine
ad amicizia et cortesia. Né può addossarsi questo tratto a noi o per rispetti
politici o per inferiorità di meriti, perché quelli non devono militar meno
con la republica di Genova di quel che haverebbero fatto con noi, et questi
con ingiustizia sarebbero considerati di quella qualità in noi, perché se
si pondereranno i servizii resi alla corona di Spagna dall’uno et dall’altro
principato, crediamo di certo che si troveranno i nostri avanzare gli altri,