Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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A Lorenzo Capponi inviato a Napoli
Artimino, 1648 settembre 25
Ferdinando II invia il marchese Lorenzo Capponi a rendere visita a don Giovanni d’Austria
e al viceré di Napoli, conte di Ognat. Nell’ istruzione aggiunta gli si indicano gli alti
personaggi ai quali render visita nel regno di Napoli. Segue, infi ne, un’istruzione speciale
dedicata ai crediti del granduca e ai modi da usare per richiederne il saldo.
ASF, Mediceo del Principato, f. 2658, cc. 630r-636r, 671r-676r.
a) Istruzione
Il marchese Lorenzo Capponi dovrà rendere visita ed omaggio a don Giovanni d’Austria,
raggiungendolo sia nel caso che si trovi a Napoli, sia che si trovi in Sicilia. Dovrà in primo
luogo congratularsi con lui per aver sedato le turbolenze che agitavano il regno di Napoli,
ma anche fargli presenti i torti subiti dal granduca, indebitamente espropriato dei casali di
Cosenza e non ancora risarcito in alcun modo. Qualora dovesse recarsi Sicilia renderà anche
visita al cardinale Trivulzio, mentre a Napoli incontrerà il viceré, conte di Ognat, riferendogli
quanto già esposto a don Giovanni d’Austria.
Originale, ASF, Mediceo del Principato, f. 2658, cc. 630r-633r. Reca in
calce le fi rme autografe del granduca Ferdinando II e del segretario di stato
Giovan Battista Gondi, ed il sigillo granducale impresso in carta su cera.
Cfr. corrispondenza relativa alla missione, ivi, cc. 638r –670r.
c. 630r / Instruzzione a voi, marchese Lorenzo Capponi 1 , nostro gentilhuomo
della camera, per la vostra gita a Napoli al signor don Giovanni di
Austria 2 . Da Artimino, 25 di settembre 1648.
Haveremmo dovuto, secondo gli stili consueti et l’abbondanza della
nostra obbligata devozione verso la corona di Spagna, mandar a baciare in
nostro nome le mani al signor don Giovanni di Austria sin quando l’anno
passato comparve con l’armata di sua maestà cattolica nel regno et nella
propria città di Napoli, se le turbolenze veglianti allora in quelle parti et
che hanno anche di poi continuato più mesi non ce lo havessero vietato.
Et doppo la riduzzione all’obbedienza di sua maestà della medesima città,
aspettando noi per momento commodità sicure et propizie di passaggi per
il soggetto da inviarsi da noi, ci è avvenuto insensibilmente il trascorrer
fi no a questo tempo, nel quale, havendo noi stabilito di valerci della perso-