Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei (1587-1648)
et quando si volesse dire pregiudizio avvenuto in noi per havere eletto di
vivere in neutralità nelle differenze fra le corone, quest’istessa ragione di
governo pur si pratica anco da’ genovesi, dei quali anco più si può dire che
siano stati i primi a darne l’esempio agli altri nel comparir dell’armata di
Francia nei mari d’Italia seguito l’anno passato.
Non per tanto con spirito portato a doglienze vi habbiamo voluto notifi -
care alcune delle cagioni de’ nostri molesti avvenimenti con Spagna, ma con
fi ne di darvi per tanto più giustifi cata et verace la nostra constante obbligata
osservanza verso quella corona, quanto meno (vogliamo credere da i ministri
di essa) siamo ben trattati. Non doverete però voi mai essere il primo a
muoverne parola di lamento, ma ben valervi di queste notizie et spiegarne
anche doglienze formate, ma sempre però discrete et reverenti, allora che
voi sentiste farsene alla persona vostra circa al nostro procedere, convenendo
che le ributtiate con dimostrare che più fondate ragioni ne sono dal canto
nostro. / c. 323v /
Le doglienze per la parte di Spagna, oltre quel che concerna ai soccorsi
pretesi da essa et alla nostra neutralità, si faranno per avventura a voi sentire
ancora circa la vendita delle galere fatta da noi ultimamente ai franzesi sotto
nome del principe di Monaco. Intorno a che conviene che anche in questo capo,
come negli altri, ne camminerebbe poca ragione, perché sin da principio
che ci dichiarammo di voler vendere le medesime galere se ne hebbe negoziazione
con il viceré di Napoli, et poi in ultimo stettero formatamente a sua
posta, ma non si venendo a conclusione per lo sborso prestammo le orecchie a
chi venne con denaro manesco, come potrete vedere per la copia del racconto
preciso che vi si dà di questo fatto; né sappiamo però scorgere che mentre
eramo risoluti di vendere dette galere per fare i fatti nostri, non ci havesse
a essere libero di contrattarne con chiunque si fosse, essendo massimamente
già spirati i termini della nostra parola et stati largamente usati quelli che
più havessero potuto dimostrare la nostra inclinazione et la nostra parzialità
verso Spagna, di modo che di loro medesimi et non di noi si hanno a dolere
gli spagnoli; et di questa sorte, necessitato voi a parlarne et non altrimenti,
ve ne lascerete intendere con ogni più discreta et modesta maniera.
È bene che sappiate ancora che con diversi tentativi hanno procurato
gli Spagnoli di persuaderci ad una lega d’Italia, nella quale oltre i più de’
potentati di essa che si fossero potuti confederare havesse havuto anche a
comprendersi il regno di Napoli et lo stato di Milano. Et se bene a noi non
sarebbe dispiaciuto l’applicare in qualche forma a quel che havesse potuto
conferire / c. 324r / alla quiete d’Italia, nulladimeno, non essendosi mai