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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

1 Giovan Francesco Brignole (1582-1637), figlio del senatore Antonio e di Maddalena<br />

Sale. Nel 1602 fu <strong>in</strong>caricato delle onoranze al card<strong>in</strong>ale Aldobrand<strong>in</strong>i <strong>in</strong> visita a Genova.<br />

Nel 1604 gli fu affidato l’ufficio di provvisore del v<strong>in</strong>o. Nel 1603 aveva sposato la cug<strong>in</strong>a,<br />

Geronima Sale, unica figlia di Giulio Sale marchese di Groppoli, il quale, non avendo discendenti<br />

maschi, legò l’eredità del feudo e del nome al primogenito di Giovan Francesco<br />

e Geronima. Giovan Francesco si occupò qu<strong>in</strong>di della gestione del patrimonio per conto<br />

del figlio, allontanandosi dalla vita politica genovese f<strong>in</strong>o al 1612, quando venne nom<strong>in</strong>ato<br />

ambasciatore straord<strong>in</strong>ario a Mantova per portare le felicitazioni del governo genovese<br />

al nuovo duca. Entrò qu<strong>in</strong>di nell’ufficio dei cambi e nel magistratura dell’annona. Nel<br />

1613 fu eletto commissario di Savona, <strong>in</strong>carico dal quale fu poi esonerato col versamento<br />

di 1250 lire, così come fu esonerato dall’<strong>in</strong>carico di ambasciatore presso la corte imperiale.<br />

Nel 1617 fu eletto senatore e chiamato a far parte dei procuratori camerali. Nel 1621 fu<br />

<strong>in</strong>viato <strong>in</strong> ambasceria a Roma <strong>in</strong> occasione dell’elezione di papa Gregorio XV. Nel 1625<br />

fu <strong>in</strong>viato a capo di una commissione <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong> per difendere gli <strong>in</strong>teressi economici genovesi<br />

lesi dal conte Olivares. Dopo aver coperto altre importanti cariche nel governo di<br />

Genova fu eletto doge (luglio 1635-luglio 1637), M. Ciapp<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> DBI, vol. 14, Roma<br />

1972, pp. 291-293.<br />

2 Anton Giulio Brignole Sale (1605-1665), figlio di Giovan Francesco, che fu doge di Genova<br />

nel 1635, e di Geronima di Giulio Sale. Per testamento del nonno materno, morto<br />

senza discendenza diretta maschile, ereditò il feudo di Groppoli con annesso titolo marchionale,<br />

di cui ricevette l’<strong>in</strong>vestitura nel giugno 1610, poi confermata da Ferd<strong>in</strong>ando II<br />

nel novembre 1626. Intorno al 1625 andò <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong>, viaggio che coronò la sua educazione<br />

e <strong>in</strong> quello stesso anno sposò Paola di Giovanni Battista Adorno. Incl<strong>in</strong>e all’attività letteraria,<br />

nel 1634 compose l’orazione per l’<strong>in</strong>coronazione dogale di Stefano Doria. Nel 1635<br />

compose l’Instabilità dell’<strong>in</strong>gegno e nel 1636 fu eletto pr<strong>in</strong>cipe dell’Accademia degli addormentati.<br />

Tra il 1640-42 scrisse una Istoria spagnola e nel 1643 pubblicò il Tacito abburattato.<br />

Dopo aver ricoperto alcuni <strong>in</strong>carichi pubblici, fu <strong>in</strong>viato nel 1643 ambasciatore straord<strong>in</strong>ario<br />

<strong>in</strong> <strong>Spagna</strong> con il compito di risolvere alcune questioni <strong>in</strong> sospeso con il governo<br />

spagnolo, tra cui quella del riconoscimento del titolo e grado regio che la repubblica si era<br />

attribuita nel 1637, riconoscimento già ottenuto dal papa e dall’imperatore. Tornato nel<br />

1646 a Genova, pubblicò due tra le sue opere maggiori e fu nom<strong>in</strong>ato senatore nel 1648.<br />

In quello stesso anno rimase vedovo e nonostante fosse padre di 7 figli decise di darsi alla<br />

vita religiosa, così nel 1649 si fece sacerdote e nel 1652 entrò nella compagnia di Gesù, G.<br />

De Caro, <strong>in</strong> DBI, vol. 14, Roma 1972, pp. 277-282.<br />

3 Juan Vivas marchese di Villena fu residente della corte di <strong>Spagna</strong> a Genova dal 1603 al<br />

1622. Nel 1616 accompagnò don Pedro di Toledo, governatore di Milano, nelle operazioni<br />

della guerra del Monferrato. Nell’estate del 1621 si recò a Roma, <strong>in</strong>caricato dal duca di Feria,<br />

per trattare la questione della Valtell<strong>in</strong>a. Dal 1622 al 1626 fu governatore di Sardegna,<br />

Allen, Philip III, p. 177; Giordano, La Santa Sede, pp. 84, 87.<br />

4 Domenico P<strong>in</strong>elli (1541-1611), appartenente ad una famiglia di banchieri genovesi vic<strong>in</strong>i<br />

a papa Sisto V che, <strong>in</strong>sieme al banchiere Giuseppe Giust<strong>in</strong>iani e al portoghese J. Lopez,<br />

riuscirono ad acquistare la metà dei “luoghi” di monte pontifici. Intrapresa la carriera<br />

ecclesiastica, fu referendario dell’una e dell’altra segnatura e nel 1577 divenne vescovo di<br />

Fermo. Nel 1585 Sisto V lo creò card<strong>in</strong>ale. Nel 1586 fu nom<strong>in</strong>ato legato apostolico delle<br />

prov<strong>in</strong>ce di Romagna e nel 1591 delle prov<strong>in</strong>ce di Perugia e dell’Umbria. Scrisse il Tractatus<br />

de auctoritate Papae, Cappell<strong>in</strong>i, Dizionario, p. 117; HC, vol. III, pp. 56, 213; S. Feci,

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