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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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75. A Giovan Battista Gori Pannil<strong>in</strong>i 549<br />

Ferd<strong>in</strong>ando II per premiarlo dei suoi servigi conferì a lui e alla sua discendenza una commenda<br />

dell’ord<strong>in</strong>e di S. Stefano senza l’obbligo di vestirne l’abito. Sposò nel 1636 G<strong>in</strong>evra<br />

di Federico Gondi dalla quale ebbe due figli, Federico Piero, cavaliere di S. Stefano, e Francesco<br />

Maria, prelato e letterato, Litta, Famiglie, vol. VII, tav. III.<br />

13 Francisco Antonio Borgia y Velasco (1587-1645) duca di Gandia, figlio di Francisco e di<br />

Juana de Velasco y Aragón, cameriera maggiore della reg<strong>in</strong>a Margherita. Fu cavaliere dell’ord<strong>in</strong>e<br />

gerosolomitano, capitano generale delle galere di <strong>Spagna</strong>, gentiluomo di camera<br />

del re, consigliere di guerra e consigliere di stato, Barrios, El consejo, p. 376; Pérez Bustamante,<br />

Felipe IV, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

14 Gerolamo Talenti Fiorenza (1595-1649), milanese, marchese di Conturbia. Servì la <strong>Spagna</strong><br />

come soldato e diplomatico. Nel 1634 <strong>in</strong>gaggiò a sue spese c<strong>in</strong>que compagnie militari<br />

colle quali combatté <strong>in</strong> Germania e <strong>in</strong> Fiandra, ottenendo la nom<strong>in</strong>a di generale di artiglieria.<br />

Combatté qu<strong>in</strong>di a Vigevano e <strong>in</strong> altre località del piacent<strong>in</strong>o e del tortonese. Nel<br />

1643 entrò nel consiglio segreto di Milano. Morì a Madrid, Valori, Condottieri, p. 395;<br />

Arese, Le supreme, p. 150.<br />

15 Pietro di Lorenzo Isimbardi (1603-1670) marchese della Pieve di Cairo, patrizio di Pavia,<br />

detto Isimbardo di Mendoza. Servì come ventueriero il duca di Feria (1624) e poi don<br />

Gonzalo di Cordova nel 1628-29. Nel 1635 fu nom<strong>in</strong>ato capitano di moschettieri e maestro<br />

di campo della milizia nel contado di Pavia. Nel 1638 ebbe il comando generale delle<br />

milizie dello stato milanese. Nel 1639 divenne qu<strong>in</strong>di comandante del presidio di Mortara<br />

e nel 1640 delle milizie urbane di Pavia. Fu ambasciatore per lo stato di Milano a Firenze<br />

nel 1642, a Napoli nel 1644 e 1645, a Parma nel 1642 e 1646. Entrò nel consiglio segreto<br />

di Milano nel 1643 e nel 1648 fu nom<strong>in</strong>ato questore di cappa corta. Sposò Anna Francesca<br />

Beccaria, figlia di Francesco e di Ottavia Serbelloni, Arese, Le supreme, p. 135; Calvi, Famiglie,<br />

vol. III, tav. VII; Arcegni, Condottieri, vol. II, p. 74.<br />

16 Giovanni Battista di Stefano Lomell<strong>in</strong>i (1584-1674), doge di Genova dal luglio 1646 al<br />

luglio 1648. Gli ultimi giorni del suo governo furono segnati dalla congiura di Gian Paolo<br />

Balbi, che voleva sovvertire la repubblica e consegnarla <strong>in</strong> mano ai Francesi. Nel 1640<br />

fu <strong>in</strong>viato ambasciatore straord<strong>in</strong>ario presso il marchese di Léganes governatore di Milano.<br />

Nel 1643 venne eletto ambasciatore di Genova presso la corte cattolica, ma rifiutò l’<strong>in</strong>carico,<br />

Ciasca, <strong>Istruzioni</strong>, vol. III, p. 112; Cappell<strong>in</strong>i, Dizionario, p. 91; Grendi, Balbi, ad<br />

<strong>in</strong>dicem; Schiaff<strong>in</strong>o, Memorie, ad <strong>in</strong>dicem.<br />

17 Luca Giust<strong>in</strong>iani (1586-1651), figlio di Alessandro che fu doge di Genova dal 1611 al<br />

1613. Fu commissario straord<strong>in</strong>ario <strong>in</strong> Corsica nel 1626 e più volte impiegato <strong>in</strong> missioni diplomatiche.<br />

Nel 1626 fu <strong>in</strong>viato straord<strong>in</strong>ario a Milano, nel 1627 a Mantova per l’assunzione<br />

del nuovo duca V<strong>in</strong>cenzo II, agente <strong>in</strong> Roma nel 1636 e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, ambasciatore straord<strong>in</strong>ario <strong>in</strong><br />

<strong>Spagna</strong> nel 1637. Nel 1633 fu eletto generale delle galere genovesi. Dal luglio 1644 al luglio<br />

1646 fu doge, Ciasca, <strong>Istruzioni</strong>, vol. III, p. 47; Cappell<strong>in</strong>i, Dizionario, p. 78.<br />

18 Iñigo Melchor Fernández de Velasco y Tovar (1629-1696) conte di Haro, conestabile<br />

di Castiglia, duca di Frias, quarto marchese di Berlanga, cavaliere dell’ord<strong>in</strong>e di Santiago.<br />

Figlio di Bernard<strong>in</strong>o contestabile di Castiglia e di Isabel de Guzmán. Fu governatore di<br />

Milano ad <strong>in</strong>terim dal settembre 1647 al febbraio 1648 al posto del padre ammalatosi, <strong>in</strong><br />

attesa dell’arrivo del marchese di Caracena. Nel 1651 fu nom<strong>in</strong>ato generale della cavalleria<br />

di <strong>Spagna</strong>. Fu governatore della Galizia e dal 1668 al 1670 delle Fiandre. Entrò nel consiglio<br />

di stato nel 1669 e <strong>in</strong> quello stesso anno entrò anche nella giunta di governo durante la<br />

m<strong>in</strong>orità di Carlo II. Dal 1671 al 1675 fu presidente del consiglio degli ord<strong>in</strong>i e nel 1675

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