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Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell'“Italia ...

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<strong>Istruzioni</strong> <strong>agli</strong> <strong>ambasciatori</strong> e <strong><strong>in</strong>viati</strong> <strong>medicei</strong> (1587-1648)<br />

1 Padre Arsenio dell’Ascensione (1599 o 1600-1649), ovvero Giovanni Dias, frate agost<strong>in</strong>iano<br />

scalzo. Nato a Leira, <strong>in</strong> Portogallo, figlio di Pietro Dias, avvocato della corona, e di<br />

Beatrice Mendes. A Roma f<strong>in</strong> dal 1619, l’anno successivo entrò nell’ord<strong>in</strong>e degli agost<strong>in</strong>iani<br />

scalzi riformati. Venne f<strong>in</strong> da quest’epoca <strong>in</strong> contatto con la corte granducale toscana,<br />

e particolarmente con la granduchessa madre, Crist<strong>in</strong>a di Lorena. Ricevette la nom<strong>in</strong>a a<br />

maestro di l<strong>in</strong>gua spagnola della giovanissima pr<strong>in</strong>cipessa Vittoria della Rovere. Nel 1630-<br />

1632 venne <strong>in</strong>caricato da Firenze di seguire e patroc<strong>in</strong>are la causa per la beatificazione di<br />

suor Domenica del Paradiso. Eletto nel 1634 prov<strong>in</strong>ciale di Toscana dell’ord<strong>in</strong>e, si trasferì<br />

stabilmente a Firenze e, grazie alla protezione della corte e soprattutto di Crist<strong>in</strong>a di Lorena<br />

(la quale lo nom<strong>in</strong>ò suo predicatore), poté dedicarsi a raccogliere fondi per l’edificazione<br />

di un convento fiorent<strong>in</strong>o degli agost<strong>in</strong>iani scalzi. Oltre che per le sue doti di religioso, fu<br />

apprezzato grandemente dai granduchi per le sue spiccate capacità di mediatore diplomatico.<br />

Nel 1638-1640 condusse la difficile trattativa con Roma sul pagamento delle imposte<br />

da parte degli ecclesiastici toscani e nel 1644 quella relativa all’applicazione del trattato<br />

che aveva posto f<strong>in</strong>e alla guerra di Castro. Seguì anche il conclave successivo alla morte<br />

di papa Urbano VIII, trattando la concessione da parte del nuovo pontefice Innocenzo X<br />

di un card<strong>in</strong>alato al pr<strong>in</strong>cipe Giovan Carlo de Medici. Morì a Firenze, Galluzzi, Istoria,<br />

t. IV; Richa, Notizie, vol. XIII, pp. 249-257; Martelli, Crist<strong>in</strong>a di Lorena, pp. 71-81;<br />

Calvi, Storie, passim.<br />

2 Probabilmente si tratta di Prospero S<strong>in</strong>ibaldi, di illustre famiglia di Osimo. Nel 1647 fu capitano<br />

e governatore di Bassano per il pr<strong>in</strong>cipe Camillo Panfili, Valori, Condottieri, p. 376.<br />

3 Innocenzo X (1574-1655), ovvero Giovanni Battista Pamphili, figlio di Camillo e di Flam<strong>in</strong>ia<br />

del Bufalo. Appartenente ad una famiglia orig<strong>in</strong>aria di Gubbio dedita alla medic<strong>in</strong>a<br />

e alla professione giuridica, trasferitasi a Roma nel XV secolo. Giovanni Battista divenne<br />

prete nel 1592 e grazie all’appoggio dello zio, il card<strong>in</strong>ale Girolamo Mattei, si avviò alla<br />

carriera ecclesiastica. Dottore <strong>in</strong> utroque iure, nel 1601 fu avvocato concistoriale, nel 1604<br />

vicario del papa a Roma, dove poco dopo subentrò al posto dello zio come auditore di rota.<br />

Nel 1621 fu nunzio a Napoli e nel 1625 fu assegnato al seguito del card<strong>in</strong>ale Francesco<br />

Barber<strong>in</strong>i, nipote di papa Urbano VIII, che si recava <strong>in</strong> Francia come legato de latere.<br />

Nel 1626 venne nom<strong>in</strong>ato nunzio <strong>in</strong> <strong>Spagna</strong>, carica prestigiosa che gli assicurò nel 1630<br />

la nom<strong>in</strong>a a card<strong>in</strong>ale. Nel 1642 Urbano VIII lo designò uno dei card<strong>in</strong>ali <strong>in</strong>quisitori del<br />

sant’uffizio. Nel 1644, all’età di 70 anni, salì al soglio pontificio. Il suo pontificato fu caratterizzato<br />

da una politica di neutralità e di mantenimento degli equilibri simile a quella<br />

seguita dal suo predecessore Urbano VIII, O. Poncet, <strong>in</strong> Enciclopedia dei Papi, vol. III, pp.<br />

321-335.<br />

4 Carlo della Gatta, napoletano, fu duca di Popoli e pr<strong>in</strong>cipe di Monasterace. Nel 1635-36<br />

con le truppe del governatore di Milano partecipò alle operazioni contro i francesi. Prese<br />

qu<strong>in</strong>di parte alla guerra <strong>in</strong> Piemonte come generale della cavalleria napoletana e nel 1640<br />

fu <strong>in</strong>viato a Casale stretta nell’assedio. Nel 1646, ormai rientrato <strong>in</strong> patria e arruolatosi<br />

nelle truppe del vicerè d’Arcos, fu <strong>in</strong>viato come vicario generale alla difesa di Orbetello <strong>in</strong><br />

previsione di un attacco franco-piemontese. Nel 1647, come membro del consiglio vicereale,<br />

sottoscrisse i capitoli delle concessioni al popolo imposti da Masaniello. Poco dopo, alla<br />

ripresa dei tumulti, gli venne chiesto dai ribelli di assumere la carica di capitano generale<br />

del popolo che egli rifiutò. Morì a Napoli nel 1656 durante l’epidemia di peste, Valori,<br />

Condottieri, p. 120.

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