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Le parole rimaste - Edit

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Capitolo II | Gli anni postbellici (1945-1950)<br />

al potere. Questo modello negativo di politica culturale non è tanto caratterizzato<br />

dall’ideologia che lo ispira, quanto dal formalismo con il quale una maglia<br />

fittissima di divieti trasforma tale ideologia in una macchina amministrativa per<br />

la censura e la repressione della cultura, delle arti, delle idee. Non bisogna neppure<br />

trascurare il fatto che spesso è lo stesso esistere di un apparato censorio o<br />

repressivo che dà luogo involontariamente all’ideazione di nuove forme culturali,<br />

per esempio, quelle patetiche e umilianti, dell’autocensura: lo scrittore modifica<br />

il proprio testo, o, ancora peggio, la propria immaginazione, per eludere il<br />

divieto. <strong>Le</strong> destituzioni sopra menzionate non erano le prime e non saranno le<br />

ultime. Alla IV conferenza plenaria dell’UIIF svoltasi a Fiume il 6 e 7 novembre<br />

1949 erano stati “eliminati dalle nostre file alcuni traditori sciovinisti”: Sergio<br />

Segio di Pola, Andrea Casassa, Giorgio Sestan “e qualche altro” tutti finiti nel<br />

gulag di Isola Calva. I “traditori Casassa e Sestan” avrebbero tentato di sabotare<br />

l’attività editoriale dell’Unione degli italiani. Alla V Assemblea plenaria dell’UI-<br />

IF (Pola, 9-10 dicembre 1950) era stato Sequi ad attaccare duramente “i pochi<br />

residui cominformisti camuffati” e “i cominformisti falsamente spacciatisi per<br />

ravveduti” che avrebbero cercato di insinuare nel lavoro culturale degli italiani<br />

in Jugoslavia “il disinteresse ideale e addirittura le tendenze ideologiche reazionarie”.<br />

In quell’assemblea Sequi fu riconfermato alla carica di primo segretario,<br />

mentre Franchi fu chiamato per la prima volta ad affiancarlo come secondo segretario.<br />

Il 16 settembre 1951 fu convocata a Rovigno la VI Assemblea (straordinaria)<br />

dell’Unione che portò a importanti modifiche organizzative: venne<br />

eletto un nuovo organismo, il Consiglio dell’Unione, che elesse a sua volta il<br />

nuovo Comitato esecutivo (del quale entrarono a far parte anche Franchi e Sequi).<br />

Fu deciso che “pur rimanendo anche per il futuro l’attività culturale (…)<br />

compito quotidiano fondamentale”, era “necessario meglio definire l’aspetto e<br />

le funzioni politiche dell’Unione”. Poco più di un mese dopo quell’assemblea<br />

straordinaria, Sequi e Franchi, “colpevoli” degli errori denunciati da Massarotto<br />

nella prima riunione del Consiglio del 4 novembre 1951, vennero a loro volta<br />

defenestrati. Stando alla «Voce del Popolo» del 7 novembre, Massarotto denunciò<br />

il fatto che “negli ultimi mesi del 1950” e durante l’intero 1951, da una<br />

parte “l’attività politica di massa dell’UIIF era venuta meno o quasi”, mentre<br />

dall’altra era stata<br />

rafforzata l’attività artistico-culturale, perdendo di vista così la linea fondamentale<br />

e principale dell’Unione, imperniata sull’attività politico-ideologica delle<br />

masse. Queste gravi deficienze sono dovute al fatto che i compagni Eros Sequi<br />

e Erio Franchi, responsabili del lavoro dell’Unione quali segretario e vicesegretario<br />

hanno perso di vista i compiti politici per dedicare tutta la loro attività alla<br />

cultura.<br />

Molti anni dopo, Luciano Giuricin scriverà in proposito:

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