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Le parole rimaste - Edit

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334<br />

Capitolo IV | Dall’era del socialismo reale<br />

terra della prima parte del libro, dedicata soprattutto al variegato universo marino<br />

e ai suoi abitanti, alle loro forme, abitudini e ai loro talvolta crudeli istinti di<br />

sopravvivenza. Ma si intravede anche un invito alla pace, al reciproco rispetto,<br />

alla convivenza tra i popoli e alla lotta all’inquinamento: convinzioni e messaggi<br />

etici che troviamo un po’ dovunque nell’opera scottiana. In Favole sì e no ricompaiono,<br />

invece, i ricordi d’infanzia legati ai vari animali cari al Giacomo fanciullo-ragazzo.<br />

Racconti di questo e dell’altro mondo è un’opera che offre l’occasione per<br />

un piccolo esame di coscienza per adulti e bambini, in linea con quel desiderio<br />

di comunicare con gli altri – scrive Melita Sciucca nell’Introduzione alla stessa – e<br />

di cercare se stesso.<br />

L’Istria, scabra e gentile penisola, continua a essere amata da molti che non<br />

sono istriani d’origine, e diventa per essi “metafora del paradiso terrestre, mito<br />

luminoso che la vede riunire nel suo corpo geografico, aspro e insieme dolcissimo,<br />

l’Adriatico al Carso fino alle propaggini della Carniola” 614. Il nostro autore,<br />

durante i suoi spostamenti giovanili legati al lavoro giornalistico, è riuscito<br />

anche a penetrare, con realismo e fantasia, nelle stratificazioni della primigenia<br />

matrice di queste terre, nel patrimonio ancestrale e mitico di un mondo dotato<br />

di energia vitale, di un patrimonio legato alla cultura popolare che rischiava<br />

di andare definitivamente perduto. Ha così pubblicato, dopo il ritrovamento di<br />

vecchi notes ingialliti, il fortunato libro Fiabe e leggende dell’Istria 615, rielaborando<br />

e presentando nella forma letteraria propria del genere narrativo storie popolari<br />

che, in una regione aperta agli influssi linguistici e culturali italiani, tedeschi<br />

e slavi, rappresentano la compenetrazione di reciproci prestiti e arricchimenti:<br />

“Racconti brevi, gradevoli, significativi; novelle, leggende, apologhi impastati di<br />

terra, di tempo e di cuore, di carne e di spirito, meglio di tradizione e fantasia<br />

popolare, giunti a noi da un’oralità senza tempo. In qualche modo, ancora ritorno<br />

alle origini”. Origini antiche e radici abissali e imperscrutabili è il giudizio di<br />

Vincenzo Ammirati, pubblicato su un giornale di Saviano, patria originaria del<br />

nostro autore, lontanissima dall’Istria. Ventotto sono le storielle, leggende e racconti<br />

popolari della prima parte del volume, in cittadine e borgate un tempo abitate<br />

prevalentemente da italiani (da Rovigno a Montona, da Pola ad Albona fino<br />

alla riviera liburnica a Fiume, da Dignano a Valle, da Parenzo a Pisino, da Cittanova<br />

a Buie, Umago, ecc); mentre nella seconda parte compaiono dieci racconti<br />

e leggende della Ciceria, in cui maggiormente si è conservata l’autenticità<br />

di un’antica cultura rurale e pastorale. Un “viaggio”, dunque, quello dell’autore,<br />

attraverso l’Istria adriatica e le sue contrade interne, tratteggiato con i colori<br />

chiaroscurali dell’acquerello, il vigore delle acqueforti, il brio e le atmosfere del<br />

racconto orale popolare. Ne emerge un mondo magico in cui la bora, i maghi,<br />

614 Dal risvolto di copertina di Fiabe e leggende dell’Istria.<br />

615 GIACOMO SCOTTI, Fiabe e leggende dell’Istria, Treviso, ed. Santi Quaranta, 2003-2004.

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