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Le parole rimaste - Edit

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Forme della comunicazione letteraria nella «Voce del Popolo»<br />

Un esempio, invece, di pagine dedicate a un argomento specifi co, solitamente<br />

in ricorrenza di qualche festa, può venir offerto dalla pagina dedicata a Tito, il<br />

25 maggio 1952. In occasione della Festa della Gioventù, celebrata nel giorno<br />

della presunta data di nascita del maresciallo, vengono organizzate rassegne e<br />

cerimonie solenni in tutte le località jugoslave, ma specialmente nella capitale.<br />

In questa data «La Voce del Popolo» dedica un’intera pagina a Tito. Di taglio<br />

basso, sotto l’immagine del quadro di Vilim Svečnjak che ritrae la casa natale<br />

del maresciallo, vengono riportati alcuni passi dei vari discorsi tenuti da Tito in<br />

diverse circostanze. Sempre di taglio basso viene pubblicata la poesia di Jure<br />

Kaštelan Canto a Tito in cui, con tono enfatico e retorico che ricorda tanto certi<br />

canti partigiani, il poeta croato ricorda la fi gura di Tito. Di taglio medio, invece,<br />

l’articolo di Giusto Massarotto in cui l’articolista descrive le impressioni tratte<br />

dall’incontro con Tito. La raffi gurazione molto sentita dell’incontro varia nel<br />

registro. Semplice nella descrizione della conversazione con Tito “egli la rende<br />

bella nella sostanza, nel contenuto profondo, convincente e umano dei suoi argomenti<br />

espressi con <strong>parole</strong> semplici” e piuttosto retorica nell’elencazione degli<br />

atteggiamenti di Tito: “vedi in lui l’uomo che odia la guerra e le distruzioni, che<br />

odia la sottomissione e la viltà, odia l’inganno e le calunnie, vedi in lui l’uomo<br />

che ama il progresso umano” 225.<br />

Nel 1953 esce il romanzo In cielo c’è tanto sole di Giovanni Ruggeri, all’epoca<br />

giornalista di Radio Capodistria e collaboratore della «Voce del Popolo» 226.<br />

Verso la metà degli anni Cinquanta, pure lui se ne andrà da queste terre. Sul numero<br />

del 13 dicembre 1953 «La Voce del Popolo» segnalò il romanzo ai suoi<br />

lettori con una recensione di E. M. (Eduardo Marchig). Quello del fi umano<br />

Marchig (padre della poetessa Laura) è un nome che negli anni Cinquanta e Sessanta<br />

ricorreva spesso sulle pubblicazioni della minoranza come autore di testi<br />

di critica letteraria ma anche di racconti.<br />

<strong>Le</strong> recensioni di romanzi, pubblicate dalla terza pagina, hanno, nella maggior<br />

parte dei casi, un carattere critico-informativo, riassumono il contenuto e offrono<br />

un breve giudizio sul testo preso in esame. Sono rivolte quindi, tenendo<br />

conto della distinzione tra recensioni critico-informative e teorico-critiche che<br />

risale a Gramsci 227, piuttosto a un lettore medio che non legge il libro recensito<br />

ma trova utili informazioni sul suo contenuto e sulle sue conclusioni 228. L’opera<br />

letteraria, nella maggioranza dei casi, viene inquadrata nell’ambito del genere<br />

225 Cfr. GIUSTO MASSAROTTO, “Ho conosciuto il compagno Tito”, in «La Voce del Popolo», 25 maggio<br />

1952, p. 3.<br />

226 I primi brani di narrativa di Giovanni Ruggeri erano apparsi sul quotidiano italiano di Fiume sin<br />

dal 1951: vd. Giovanna, racconto, «La Voce del Popolo» del 22 luglio 1951.<br />

227 Cfr. ANTONIO GRAMSCI, Gli intellettuali e l’ organizzazione della cultura, Torino, Einaudi, 1955, p. 140.<br />

228 Distinzione ripresa da E. Guagnini, <strong>Le</strong>tteratura e giornale... cit. , p. 32.<br />

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