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Le parole rimaste - Edit

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306<br />

Capitolo IV | Dall’era del socialismo reale<br />

Il realismo paesistico lo ritroviamo, per esempio, in Paesaggio carsico, Il Gorski Kotar<br />

dal treno, Donne istriane, in cui le figure femminili si delineano nette, quasi in rilievo<br />

a forti inchiostri sullo sfondo dello scenario altrettanto impressivo: «Per sentieri<br />

di capre scendono / dal carso al mare. / Vanno dritte solenni / mute in fila,<br />

/ in lunghe vesti nere, / le facce bianche, / i piedi scalzi, / i fazzoletti neri in testa.<br />

/ Camminano lente / in fila, / punti neri / sulla bianca pietra del carso. / Sono il<br />

Carro dell’Orsa / in questo pianeta bruciato». Scotti caratterizza sempre le “ sue”<br />

donne. Si veda Morena, lirica-cornucopia, latte e sangue lussureggianti per innamoramento<br />

paterno, con rimando al Cantico dei Cantici: «Quando sorridi ed offri la tua<br />

bocca / si spacca il melograno. / (...) I denti sono perle / ed un merletto rosso la<br />

gengiva. / Un tuo filo di canto / è acqua sorgiva». In ascolto dei suoi morti, il poeta<br />

compone Mio padre e le sue tre mogli, versi che condensando la vita, la fanno girare<br />

su se stessa fino a incontrarne l’altra sua faccia, la morte, appuntamento messo<br />

in conto, ma stillante struggimento: «Poi anche mio padre morì. Aveva il colore<br />

del tufo / e l’immensa pace del tempo. / Lo abbiamo sepolto accanto alle nostre<br />

madri, / è giusto che viva con loro nel silenzio di morte; / loro gli parlano ancora<br />

dei figli, / e di che altro potrebbero parlare le madri?».<br />

La nostalgia per la terra abbandonata in giovane età, il “diverso esilio ovvero<br />

la sua oscillazione tra il mondo contadino savianese dell’età giovanile e quello<br />

fiumano e slavo della maturità” 480, la doppia identità che ne scaturisce e lo struggimento<br />

per la lontananza dell’uno o dell’altro mondo, lasciano tracce ovunque<br />

481, diventando il segno distintivo dell’autore come in Ho vissuto: «Ho vissuto<br />

in due patrie, / con due patrie. / Ho vissuto due volte / con l’odore di terre, /<br />

con i colori di diversi cieli, / con uomini di più lingue. / Ho vissuto due volte,<br />

/ e generosamente» 482.<br />

Il nucleo governante la poesia scottiana è l’autobiografismo: preponderantemente<br />

immediato e impulsivo nell’accentuazione cronachistica delle quotidiane<br />

480 BRUNO MAIER, La letteratura italiana dell’Istria dalle origini al Novecento, Edizioni Italo Svevo, Trieste,<br />

1996, p.120.<br />

481 Già fra il 1960 e il 1966 Scotti scrive «Ho amato due patrie fi no alla rabbia, / se non credete /<br />

guardate le ferite: la mia carne / ne è tutta fi orita» (da Appunti per una biografi a della raccolta Colore<br />

d’arancia). Lo stesso stato d’animo è riscontrabile due decenni dopo quando in Da questa sponda<br />

invoco (della silloge In viaggio la vita) il poeta dice: «Da questa sponda invoco / l’altra sponda che<br />

mai / con questa non s’incontra. / Ma a noi fratelli è dato / onda farci ed al vento / dare voce,<br />

nell’aria / cospargere la luce / da sofferenza e amore / irradiata. // <strong>Le</strong> acque intanto scorrono /<br />

come da secoli, / amare come lacrime; / ma in me fremono, cantano, / ancora non si spengono<br />

/ pur nel cerchio dei lupi». Per ‘sponde’ s’intendono le coste italiana e croata dell’Adriatico.<br />

482 Dalla silloge Il cuore della vita. Il compiacimento di sé non è nuovo nello Scotti. Esemplare la poesia<br />

Se ti chiedono (della raccolta poetica Il cuore della vita): «Figlio mio, ti racconto / di me per dirti<br />

almeno / che vissi intensamente. / Ti chiederanno, un giorno, / che feci, / chi fui. / Un poeta,<br />

dirai, che visse libero / incatenato al cerchio della vita. / Se ti chiedono della mia morte / non<br />

credere alla morte di un poeta».

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